Biologico al 100% in disciplinare: il futuro del Valdarno di Sopra Doc

La possibilità di associare un vino ad un luogo e alla gente che ci lavora arricchisce la qualità percepita del vino stesso, per questo è importante valorizzarne l’identità storica, geografica e culturale.

Il vino è sempre di più portatore di valori che sono strettamente legati al territorio, alla storia e alla cultura. La possibilità di associare un vino ad un luogo e alla gente che ci lavora arricchisce la qualità percepita del vino stesso, per questo è importante valorizzarne l’identità storica, geografica e culturale.


Questo progetto di valorizzazione si sta atteuando proprio nella Doc Valdarno di Sopra. Il vino di questa Doc ha una storia antica, sancita dal “Bando sopra la Dichiarazione de’ Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra' del 1716, ma ha un’anima 'contemporanea', come sostiene Monica Larner, italian editor di 'The Wine Advocate', attingendo agli aforismi di Oscar Wilde. 'Emerge un’anima contemporanea in questi vini, sono vini che il consumatore vuole, sono diversi, ed a me piace parlare di territorio più che di vitigno, vuol dire parlare di un territorio fluido, capace di evolvere e di adattarsi ai tempi'. Contemporaneo a mio avviso, anche nel messaggio etico della sua proposizione produttiva rivolta alla sostenibilità ambientale, perché il 100% dei produttori produce in regime di biologico. Una scelta spontanea che il Consorzio, guidato da Luca Sanjust, da anni, con il consenso unanime di tutti i produttori, cerca di mettere in disciplinare.


Il Sangiovese, che domina e che si esprime a buoni livelli, nel territorio è accompagnato da altri vitigni come il Ciliegiolo, il Canaiolo, il Pugnitello, la Malvasia Bianca e la Malvasia Nera capaci di suscitare curiosità ed interesse nei mercati, a cui si aggiungono con le recenti modifiche richieste al disciplinare, il Trebbiano e l’Orpicchio, oltre alle varietà internazionali.
La visione del Consorzio punta necessariamente sulla qualità e sul biologico 'non per marketing ma come scelta qualitativa', ha sottolineato il direttore del Consorzio, Ettore Ciancico; una scelta che pagherà anche sul mercato perchè “è quello che i consumatori cercano, sempre più attenti alla sostenibilità, come dimostrano la crescita del vino bio, che 10 anni fa era consumato da 1 persona su 50, e oggi da 1 su 2, come ha sostenuto Maria Grazia Mammuccini, presidente Federbio, che ha indicato come le scelte dell’Europa aspirino al 25% di agricoltura biologica entro il 2050, mentre già in Toscana il biologico ha raggiunto il 35%, come ha ricordato l’Assessore all’Agricoltura e vice presidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi.


Un impegno, quello del Consorzio guidato dal presidente Luca Sanjust titolare dell’azienda Petrolo che vede tutti i produttori uniti, come ha sottolineato Ferruccio Ferragamo uno dei più importanti imprenditori italiani, della moda e del vino patron del Borro dove il convegno ha trovato ospitalità


Condivido infine quanto emerso da un breve dialogo intercorso con Jeff Porter, responsabile per la rivista Usa 'Wine Enthusiast', che a fine convegno ha condotto la degustazione di nove protagonisti dell’area. 'La specificità, la voglia di conoscere da quale vigna viene quella bottiglia, soprattutto per i consumatori più evoluti e che cercano vini di alto valore, sta diventando sempre più importante, e l’idea di puntare sul single vineyards è intelligente perchè risponde a questa richiesta di specificità'.
Biologico e vigna, dunque, sono i due binari su cui si muove il Valdarno di Sopra.

Un futuro, come hanno chiosato il direttore e il presidente per il Consorzio del Valdarno di Sopra passa più che mai dall’inserimento del bio in disciplinare. Percorso complesso, però, perchè se già esiste un precedente in Europa, ovvero la Doc Cava, in Spagna, che è riuscita ad inserire il biologico in disciplinare come obbligatorio per la fascia più alta a livello normativo, non sarà semplice da concludere sebbene da parte del Ministero dell’Agricoltura ci sia una porta aperta al confronto sul tema.
Valdarno di Sopra non abbandona l’idea, anzi, ha rilanciato, creando l’associazione 'Produttori Vigne Bio Valdarno' che producono da vigne già a regime biologico – ha concluso Luca Sanjust. 'La sua creazione ci aiuterà ad inserire il biologico come obbligatorio in disciplinare, perchè è quello che vogliono tutti i produttori del territorio'.

Mario Busso

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