Dolce Natale con Vinibuoni d’Italia

Il Natale, oltre che ricorrenza cristiana, è una delle feste più antiche del mondo contadino. Le sue radici, che sono molto più vecchie della nascita di Cristo, affondano nelle prime civiltà di agricoltori che temevano l’incubo di una notte eterna, e che a ogni solstizio d’inverno festeggiavano la rinascita del Sole. Il momento della gioia era solitamente allietato da cibi rituali, che man mano nella storia hanno definito i tratti di una cultura gastronomica territoriale entrando a far parte della tradizione. L’italia vanta una ricchezza inestimabile di dolci tipici natalizi e tra gli ingredienti si ritrovano elementi antichi come il miele, la frutta secca, il pane a volte poco lievitato. Ogni territorio, a volte quasi ogni borgo, ha la sua tradizione che vale la pena esplorare cercando insieme di accomunare alle ricette antiche anche i vini autoctoni tipici, che sono un monumento della cultura territoriale italiana.

Tralascio in questo percorso il Panettone e il Pandoro nel cui abbinamento sconsiglio vivamente di abbinare spumanti secchi come i pas dosè, i brut e gli extradry che non sono assolutamente adatti. Nell’abbinamento abbiamo bisogno di un vino da dessert, caratterizzato da una vivace freschezza ed una intensa sapidità, come sono l’Asti, il Moscato d’Asti, il Brachetto d’Acqui, la Malvasia di Casorzio e di Castelnuovo Don Bosco che con le loro bolle tendono ad alleggerire il palato dal gusto soffice, leggermente grasso e vanigliato. Sia il Panettone che il Pandoro non sono dolci particolaremte strutturati - a meno che non siano farciti - pertanto non richiedono vini da dessert troppo complessi.

• Valle d’Aosta
Chi è in Valle d’Aosta nelle festività natalizie avrà l’opportunità di provare il sapore antico ed autentico della Micoula, un pane delizioso a base di segale e castagne tipico della Valle di Camporcher dove ancora oggi allieta il Natale con la sua ricetta di origine medievale arricchita, nel corso dei secoli, con diversi ingredienti deliziosi, tra cui l’uvetta, le castagne, le noci, i fichi spezzettati, il cioccolato fondente a pezzetti. Non può mancare l’abbinamento con il Blanc de Morgex e de La Salle vendemmia tardiva. Vino eroico ottenuto da uve Prié blanc raccolte ai piedi del Monte Bianco a oltre mille metri di altitudine. Sensazioni di origano, timo, menta si fondono con note di miele, albicocca e agrumi; la dolcezza lascia spazio alla freschezza e alla sapidità finali.

• Piemonte
Il Tronchetto di Natale si ritiene sia nato in Francia, preparato sin da epoca medievale, per poi giungere in Piemonte, dove era particolarmente diffusa l’usanza di conservare un grosso ceppo da bruciare nel camino durante la notte di Natale per riscaldare simbolicamente Gesù Bambino. In tal caso il dolce piemontese sarebbe un parente molto prossimo del cosiddetto “Buche de Noel”. Esistono differenti versioni della ricetta del tronchetto di Natale, ma quello della tradizione piemontese annovera alcuni ingredienti che generalmente non mancano mai in nessuna versione, come i marroni, il cacao ed il brandy. Ottimo l’abbinamanto con il Barolo chinato, vino speciale aromatizzato con corteccia di china calissaja, radice di rabarbaro e di genziana e seme di cardamomo, caratterizzato da equilibrio e dall’armonia nel profumo, dall’immediata gradevolezza del gusto e dalla piacevole persistenza aromatica.

• Liguria
La tradizione natalizia ligure annovera il Pandolce. I Genovesi potrebbero aver tratto ispirazione dalla Persia dove il suddito più giovane all’alba di Capodanno, porgeva al Sovrano un grande pane dolce a base di canditi, miele e mele da dividere fra i commensali. In effetti anche a Genova il pandolce, chiamato Pan co-o zebibbo veniva portato in tavola dal più giovane della famiglia. L’ammiraglio Andrea Doria, nel ‘500 indisse un concorso fra i pasticceri locali, per creare un dolce degno del matrimonio del nipote. Così venne codificato il pandolce genovese nella versione alta, affiancato poi, qualche secolo più tardi, dalla moderna versione bassa. Lo abbiniamo con lo Sciacchetrà, il vino passito più famoso della Liguria che nasce eroico sui ripidi costoni delle Cinque Terre. Il vino, giallo ambrato e luminoso, si presenta al naso con note fresche di agrumi canditi, frutta secca e richiami di erbe aromatiche.

• Lombardia
Fra le montagne lombarde la farina di elezione è quella di grano saraceno che tuttoggi si utilizza per preparare la Bisciola, chiamata panettone valtellinese. La leggenda racconta che il dolce tipico sia nato sul finire del XVIII secolo quando Napoleone si fermò proprio in Valtellina prima di terminare la Prima Campagna d’Italia. In quell’occasione chiese ad un cuoco del posto di preparare un dolce tipico ed egli, con gli ingredienti a disposizione, creò questo dolce, che abbiniamo con il Moscato di Scanzo, perla della produzione enologica bergamasca. La sua storia è molto antica e la sua coltivazione sembra sia stata diffusa dai Romani che lo ereditarono dai Celti. Si colgono al naso rosa passita, frutta fresca e frutta candita e spezie. In bocca è morbido, vellutato e garbatamente dolce.

• Emilia Romagna
Si ritiene che la Spongata sia il dolce più antico d’Italia. Già nel “Satyricon” di Petronio si parlava di una torta con ingredienti analoghi. La ricetta sarebbe poi stata codificata nel monastero delle Benedettine di Brescello nel 1480: il nome deriva da “sponga” (spugna), per via della superficie spugnosa. Secondo un’altra scuola di pensiero, la spongata sarebbe l’evoluzione di un dolce tradizionale delle montagne engadinesi, disceso durante i secoli lungo lo stivale in Lombardia, poi in Emilia. Accanto al Biscione reggiano, la Spongata è uno dei tipici dolci natalizi. L’involucro di pasta frolla racchiude miele, mandorle, pinoli e uva sultanina, aromatizzate da cannella, noce moscata e chiodi di garofano. Irrinunciabile l’abbinamanto con l’Albana passito ricco al naso di frutta esotica matura e secca con richiami di miele. Il corpo è vellutato, gradevolmente caldo e ha finale lungo e persistente.

• Trentino e Alto Adige
Lo Zelten è dolce natalizio accomuna le due aree. Della prima ricetta dello Zelten si ha traccia già nel 1700 e il nome deriva dal termine tedesco selten che significa raramente, proprio perché questo dolce veniva preparato una volta all’anno, esclusivamente per Natale. Nonostante la varietà degli ingredienti si differenzi da zona a zona, si può comunque riconoscere un impasto di base comune ad ogni qualità di zelten, costituito da farina, uova, burro, zucchero e lievito. La qualità di frutta secca maggiormente impiegata è invece costituita da noci, fichi secchi, mandorle, pinoli e uva sultanina.

Per l’abbinamento abbiamo l’imbarazzo della scelta, e se in Trentino lo vorranno con il Vino Santo - passito dei passiti - ottenuto dall’uva Nosiola, in Alto Adige c’è chi lo predilige con il Gewurztraminer, che intriga per i suoi profumi tropicali e speziati, oppure con il Moscato rosa passito.

• Veneto
Dal 1200 a Verona il Natale si festeggia con un dolce chiamato Nadalin. Questo dolce fu inventato appunto nel duecento per festeggiare il primo natale di Verona sotto la signoria degli Scaligeri. Il Nadalin, molto simile nella ricetta al Pandoro, è meno burroso e fragrante, ma più compatto e dolce. Anche la forma è differente: se infatti il pandoro ha una forma a stella ed è molto alto, il Nadalin è molto più basso e non ha una forma ben precisa, anche se spesso però è a stella o a cupola. A metà del 1800 da un’elaborazione del Nadalin verrà ricavato un dolce più alto, soffice e leggero ovvero il Pandoro. Ottimo l’abbinamento con lo spumanate Fior d’Arancio ottenuto da uve moscato giallo sulle pendici dei Colli Euganei; vino intensamente aromatico con bouquet di frutta esotica e scorza d’arancia.

• Friuli Venezia Giulia
La Gubana è il tipico dolce friulano che fa subito Natale. Si dice che la Gubana sia una versione friulana della “potizza”, un dolce tipico sloveno che in alcune zone della Slovenia viene significativamente chiamato gubanica o giabnica. Nonostante la scarsa certezza sulle sue origini si sa invece che questo particolare dolce era già apprezzato nel XV secolo poichè fu preparato a Papa Gregorio XII, quando, nel 1409, visitò la città di Cividale. La pasta lievitata è farcita con frutta secca, uva passa, amaretti, noci, mandorle e miele. Va assaggiata con un bicchiere di Picolit, gemma enologica italiana prodotta dalle uve omonime. La particolarità di questo vitigno sta nel fatto che sui grappoli si sviluppano pochi acini e questo fa sì che a maturazione raggiunta diventino particolarmente dolci. La successiva vinificazione dà luogo ad un vino dalla spiccata eccellenza.

• Toscana
Il Panforte di Siena è testimoniato già a partire dall’anno Mille, anche se all’epoca era probabilmente riservato ai più ricchi, visto l’impiego oltre a miele e frutta secca di spezie pregiate come la cannella e la noce moscata. Oggi il suo sapore è molto dolce, ma in passato la preparazione della frutta sembra che non sempre andasse a buon fine, dando al pane dolce un sapore acido, cioè forte. La tradizione di gustare il panforte toscano proprio per Natale è riportata dallo stesso Pellegrino Artusi, che ne La scienza in cucina (1891) lo raccomanda per il pranzo natalizio.

Non possiamo esimerci dall’abbinarlo al Vin Santo dal profumo intenso ed etereo in cui spiccano richiami al miele, alle noci e all’uva passa. Vellutato ed armonico, il sapore può presentarsi secco. Nell’abbinamento lo consigliamo spiccatamente rotondo, amabile ed abboccato e tuttavia fresco sul finale.

• Umbria
Il Panpepato è un dolce di origini antichissime che viene preparato durante le feste natalizie in Umbria, soprattutto nella provincia di Terni. Antesignano del Panforte di Siena, il Panpepato è un dolce della tradizione contadina le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Un dolce caratteristico dei periodi di festa, perché ricco di spezie, cioè di ingredienti costosi che i comuni mortali una volta si potevano permettere raramente. In Umbria le differenze si moltiplicano ulteriormente, tanto che sono considerati tipici sia il Panpepato di Terni, sia quello di Spoleto, sia quello di Foligno. Dove il primo è fatto con pochissima farina ma è ma molto più ricco di ingredienti: spezie, frutta candita, liquori, caffè e mosto cotto. Da abbinare al Montefalco Sagrantino Passito, dai tipici sentori di frutta matura con evidenti note di marmellata, prugna secca e ciliegia, note di vaniglia e cannella supportate da grande struttura, lunga persistenza aromatica, dolcezza e finale tannico. Da non disdegnare un Orvieto muffato.

• Lazio
Il Pangiallo è un dolce che ha la sua origine nell’antica Roma dell’era imperiale. Era, infatti, usanza di quei tempi distribuire questi dolci dorati, durante la festa del solstizio d’invern, in modo da favorire il ritorno del sole.. Il suo colore dorato è ottenuto con una miscela di farina e spezie tra cui anche lo zafferano. In passato per la preparazione si usavano i noccioli essiccati della frutta estiva come le pesche e le prugne; oggi si preferiscono mandorle e nocciole, e alcuni aggiungono anche un poco di cioccolato. Il consiglio è di abbinarlo con l’Aleatico di Gradoli, vino rosso passito dai profumi intensi di marasca e di rosa canina in confettura. Ottimo il Moscato di Terracina passito con i suoi profumi di albicocca, di fichi in confettura, di cardamomo e macchia mediterranea; dolce al palato e nello stesso tempo leggero e vivace grazie alla lieve vena acida.

• Marche
Le origini del Frustingo, con la variante del Bostrengo pesarese, risalgono addirittura al sec. XIII. Oggi nelle Marche esisterebbero addirittura ventidue modi diversi di preparare questo dolce natalizio molto calorico e gustoso. Nato come piatto povero realizzato utilizzando frutta secca, un tempo poco costosa perché abbondante in campagna e altri ingredienti che avanzavano (farina, pane raffermo, riso cotto), oggi è una prelibatezza. Appoggiamolo sulle splendide versioni del Verdicchio Passito con i suoi aromi di frutta candita e cotognata, miele, spunti di spezie e uva sultanina. La nota dolce non è mai eccessiva ed è in armonia con la grande sapidità e freschezza finali.

• Abruzzo
Uno dei dolci tipici della tradizione natalizia dell’Abruzzo è il Parrozzo, realizzato con un impasto a base di semolino e mandorle e una copertura di cioccolato fondente, mentre all’interno ha una pasta morbida, gialla e profumata. Era un antico pane delle mense contadine che i pastori abruzzesi - soprattutto pescaresi - ricavavano dalla meno pregiata farina di granoturco. Il consiglio è di provarlo con un Moscatello passito delle Colline Pescaresi. Il vino nasce da uno dei più antichi vitigni della regione. Al naso presenta profumo di fiori, confettura, frutta matura a polpa bianca. In bocca è intenso, ricco di aromi e sentori di uva passa.

• Molise
Se vi spingete in Molise e avrete un po’ di fortuna, in alcuni ristoranti troverete i Caragnoli. Si tratta di golose frittelle a forma di elica ricoperte di miele; una delizia che abbonda sulle tavole molisane soprattutto nel periodo natalizio. Proponiamo queste frittelle con un Moscato Passito del Molise, vera e propria chicca che suggerisco per palati fini ed esigenti. Nelle versioni migliori il suo colore è giallo oro brillante leggermente ambrato; ha un profumo fresco ed intenso, con richiami ai fiori d’arancio e zagara; un vino ricco, dolce senza eccessi perchè rinfrescato dalla vena acida finale.

• Puglia
In Puglia a Natale vengono preparati dei dolci chiamati Cartellate, composti da nastri dentellati di sottile sfoglia di pasta ottenuta con farina, olio e vino bianco e arrotolati a spirale su se stessi, fritte in olio di semi e cosparse di vincotto. La leggenda vuole che la loro forma voglia richiamare l’aureola di Gesù Bambino. La loro preparazione è un vero e proprio rito conviviale che coinvolge gran parte della famiglia. La storia delle cartellate, secondo alcuni, sarebbe addirittura millenaria. In una pittura rupestre del VI a.C., rinvenuta vicino a Bari, è raffigurata la preparazione di dolci molto simili a questi, probabilmente di origine greca, realizzati come offerte votive da donare agli Dei. Il matrimonio perfetto è con il Moscato di Trani. Il suo bouquet è intenso con richiami alla frutta candita e agli agrumi. In bocca il vino è avvolgente, lungo e complesso con un finale mai stucchevole.

• Basilicata
I Calzoncelli sono uno dei tipici dolci di Natale della Basilicata. Si tratta di dolcetti molto antichi fatti di pasta sfoglia con farina di grano, farciti con crema di ceci e con profumo di cannella, ma si possono fare anche di castagne e cioccolato. Dopo averli fritti, si coprono con dello zucchero a velo oppure con del miele. Il matrimonio perfetto è con il raro Matera Passito ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve Greco. Il vino è caratterizzato da un luminoso colore giallo intenso con riflessi dorati e da un aroma delicato in cui spiccano sentori di miele e frutta candita; il sapore è dolce, armonico e persistente.

• Campania
La Campania vanta numerosi dolci per rallegrare la tavola del Natale, ma gli Struffoli sono forse i più conosciuti. L’origine di queste palline fritte, irrorate di miele e guarnite di frutta candita, sarebbe greca e il nome struffoli deriverebbe “strongoulos” che significa di forma tondeggiante. La loro diffusione avvenne in epoca moderna grazie ai conventi napoletani, dove le suore li preparavano per offrirli come dono natalizio alle famiglie nobili che si erano distinte per opere di carità. Esistono numeroso varianti ed ogni famiglia vanta quella più “tradizionale”. Una Falanghina passita del Sannio rende l’abbinamento perfetto, grazie alla sua elegante persistenza in cui appaiono intensi i sentori di confettura, di miele e frutta candita, sostenuti da buona struttura e grande spessore gustativo con finale fresco.

• Calabria
In Calabria, i Fichi chini a crocette sono il dolce simbolo religioso del Natale. Sono fichi farciti con mandorle, noci, cioccolato e canditi. Questa tradizione pare risalga all’epoca romana quando era usanza di far essiccare i fichi e farcirli di frutta secca. Durante il Medioevo, con ogni probabilità, fu di alcune monache l’idea di sovrapporli creando delle croci per attribuire alla ricetta una connotazione religiosa. Li consiglio vivamente abbinati al Moscato di Saracena, prodotto vinificando uve guarnaccia, malvasia, e il raro moscatello che solo a Saracena raggiunge l’eccellenza. Il risultato è un vino dal lucente color ambra; le note resinose e aromatiche si uniscono a sentori di fichi secchi, frutta esotica, mandorle e miele. Al palato è elegante e finissimo.

• Sicilia
In Sicilia troviamo il Buccellato, dolce antichissimo che ancora oggi viene preparato in occasione del Natale. Il suo nome deriva dal tardo latino “buccellatum”, pane da trasformare in buccelli, ossia bocconi morbidi. Diverse sono le varianti per forme e misure e la farcia può essere di mandorle oppure di fichi con un impasto di mandorle pelate, zucca candita e gocce di cioccolato. La Malvasia delle Lipari è la degna compagna. Al naso ha sentori di fichi secchi, datteri, albicocca matura, miele e spezie dolci, mentre la bocca è segnata da una vellutata morbidezza, dolcezza non stucchevole, grande armonia e lunga persistenza.

• Sardegna
Nella regione le famiglie durante le feste natalizie preparano innumerevoli dolci tipici della tradizione. Tra questi il Pane'e Saba. É un dolce tipico delle feste che viene consumato in occasione soprattutto del Natale, sebbene in passato si preparasse prevalentemente in occasione delle feste di “Tutti i Santi”, periodo in cui, terminata la vendemmia, il mosto è pronto per poter produrre la sapa (o saba). Per chi non lo sapesse la sapa si ottiene dal mosto d’uva, il quale viene fatto bollire per 8/10 ore a fuoco lento fino ad ottenere uno sciroppo denso dal colore scuro. Il matrimonio perfetto è con il Cannonau passito ricco di note mediterranee e di mirto. Al gusto si presenta morbido, pieno e intenso, con un buon equilibrio e lunghissima persistenza che riprende le note olfattive.

Presentazione regionale e laboratori del gusto a Buttrio

Sabato 7 dicembre 2019 - ore 18.30
Villa di Toppo Florio – Buttrio (UD)

Il tour delle presentazioni regionali di Vinibuoni d'Italia 2020, la guida edita dal Touring Club Italiano, fa tappa per il Friuli Venezia Giulia a Buttrio (UD) con un appuntamento realizzato in collaborazione con la Pro Loco Buri, il Comune di Buttrio, l'Unpli e PromoturismoFVG.

Per il Friuli Venezia Giulia sono complessivamente 121 le aziende selezionate, inserite nelle sezioni dedicate ai vini da vitigni autoctoni e agli spumanti Metodo Classico, con 331 vini recensiti che rappresentano il meglio della produzione della regione, frutto di una selezione sempre rigorosa e a bottiglia coperta, svolta sotto il coordinamento di Cristina Burcheri e Luisa Alzetta con la collaborazione di Liliana Savioli e con il prezioso supporto della Pro Loco Buri.

28 i vini che si sono aggiudicati la Corona, il massimo riconoscimento assegnato dalla guida, 24 quelli che hanno ottenuto la Corona del Pubblico e 17 le etichette che si sono invece aggiudicate la Golden Star.

Il Friuli Venezia Giulia si conferma terra di grandi vini bianchi da vitigno autoctono, collezionando 17 corone, più di ogni altra regione in questa edizione.

La presentazione regionale della guida sarà l’occasione per la consegna dei diplomi di merito alle aziende premiate e del riconoscimento alle aziende Ecofriendly, che si impegnano nella riduzione dell'impatto ambientale della produzione.

L'appuntamento si concluderà con una degustazione dei vini selezionati per il Friuli Venezia Giulia nella nuova edizione di Vinibuoni d'Italia.

Interverranno il curatore nazionale di Vinibuoni d'Italia Mario Busso e i coordinatori regionali.

IL FRIULI VENEZIA GIULIA INCONTRA IL PIEMONTE – Laboratori del Gusto

Due grandi territori a confronto a Villa di Toppo Florio in occasione della presentazione di Vinibuoni d’Italia 2020.

Ore 16.30
LA SIGNORA IN GIALLO
Dalla versione spumante alla Italian Grape Ale. Le tante facce della Ribolla Gialla incontrano la gastronomia del Piemonte.
CACCIA O OTTOBRE ROSSO
Degustazione a bottiglie coperte, cercando di individuare le varie espressioni del Nebbiolo in Piemonte, abbinate al Montasio DOP.

Per info e prenotazioni: Pro Loco Buri - 0432.673511

Presentazione regionale di Vinibuoni d'Italia 2020 a Montalcino

Venerdì 6 dicembre 2019 - ore 10.30
Teatro degli Astrusi – Montalcino (SI)

È la Toscana, con Montalcino, la terza tappa del tour delle presentazioni regionali di Vinibuoni d'Italia 2020.
Appuntamento al Teatro degli Astrusi, in collaborazione con il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Verallia e Levoni e con il patrocinio del Comune di Montalcino.

Con 250 aziende selezionate, inserite nelle sezioni dedicate ai vini da vitigni autoctoni e agli spumanti Metodo Classico, la Toscana è la seconda regione per numero di cantine presenti in guida nell'edizione 2020. Le selezioni della commissione regionale, rigorosamente a bottiglia coperta e coordinate da Daniele Bartolozzi e Riccardo Margheri, hanno portato a recensire 781 etichette. 61 i vini che si sono aggiudicati la Corona, il massimo riconoscimento assegnato dalla guida, 58 quelli che hanno ottenuto la Corona del Pubblico e 30 le etichette che si sono invece aggiudicate la Golden Star.

La presentazione regionale della guida sarà l’occasione per la consegna dei diplomi di merito alle aziende premiate e un momento per uno scambio di opinioni informale sullo stato dell'arte del vino toscano e sulle sue prospettive, con i rappresentanti e i produttori dei principali Consorzi e distretti vinicoli della Toscana.

In collaborazione con Verallia, partner di Vinibuoni d'Italia, nasce il premio “Novità Toscana dell’anno”, un riconoscimento al vino o all'azienda che più ha sorpreso i coordinatori regionali nel corso degli assaggi per la nuova edizione della guida.

L'appuntamento si concluderà con una degustazione dei vini premiati in abbinamento a salumi Levoni.

Interverranno:
Fabrizio Bindocci - Presidente Consorzio Brunello
Mario Busso - curatore Vinibuoni d’Italia
Moderano:
Daniele Bartolozzi e Riccardo Margheri - coordinatori Toscana

Le Corone di Vinibuoni d'Italia 2020 protagoniste alla B'Week di Nuoro

Venerdì 29 novembre – dalle ore 17.00
Sala Polifunzionale – Via Roma - Nuoro

I vini protagonisti delle finali di Vinibuoni d'Italia 2020, che si sono svolte a Orosei a Luglio, ritornano in Sardegna in occasione della B'week del consorso nazionale B'nu, un week end di eventi dedicati al cibo, al vino e alla tradizione.

Venerdì 29 novembre dalle ore 17, presso la Sala Polifunzionale di via Roma a Nuoro, si apriranno i banchi di assaggio dedicati ai migliori vini emersi dalle selezioni regionali per la nuova edizione della guida, un viaggio nell'eccellenza enologica della Penisola, con 745 etichette in degustazione.
Un'occasione da non perdere per chi non ha avuto la possibilità di essere presente alle finali di Orosei e alla presentazione nazionale al Merano WineFestival.

Alle ore 18 spazio alla tappa per la Sardegna del tour delle presentazioni regionali di Vinibuoni d'Italia 2020.
Sono complessivamente 71 le aziende selezionate nella sezione dedicata ai vini da vitigni autoctoni, con 218 vini recensiti che rappresentano il meglio della produzione della regione, frutto di una selezione sempre rigorosa e a bottiglia coperta.
18 i vini che si sono aggiudicati la Corona, il massimo riconoscimento assegnato dalla guida, 13 quelli che hanno ottenuto la Corona del Pubblico e 8 le etichette che si sono invece aggiudicate la Golden Star.

La presentazione regionale della guida sarà l’occasione per la consegna dei diplomi di merito alle aziende premiate.
Interverrà Mario Busso, curatore nazionale Vinibuoni d'Italia.

Potete consultare il programma completo della B'Week sul sito www.binu.it

Una speciale promozione per la formazione manageriale degli imprenditori del vino

24ORE Business School, società leader nella formazione manageriale e specialistica, ringrazia quanti hanno partecipato all’ultima edizione del Merano Wine Festival e alla presentazione nazionale della guida Vinibuoni d’Italia.

I percorsi organizzati da 24ORE Business School in area food, wine & turismo vanno incontro anche alle esigenze formative degli imprenditori del vino focalizzandosi sugli aspetti gestionali e manageriali indispensabili per guidare con successo le aziende nei meandri delle normative di settore, nella gestione economica e negli aspetti vitali del marketing e dello sviluppo commerciale in Italia e all’estero. In quest’ottica Il Master Wine Export & Trade Management sarà organizzato a Roma, a partire dal 27 marzo 2020.

Un’offerta formativa è dedicata anche agli aspetti relativi all’ospitalità e all’accoglienza, ormai leve di business nelle aziende del vino.

Potete scoprire tutta l’offerta e approfittare della speciale promozione che 24ORE Business School vi ha riservato, inserendo nel carrello di acquisto o indicando sulla domanda di ammissione entro il 22 novembre il codice MERANO-19 per usufruire di un 20% di sconto, non cumulabile con altre offerte in corso, sulla quota di partecipazione a un master part time o online con diploma.

Per informazioni relative alle iniziative formative di 24ORE Business School: 24orebs.com

Reboro: Territorio & passione

Una decina di incantevoli laghetti, vigneti che regalano aromi e sapori unici, stupendi castelli e borghi medioevali, tutto questo potremo trovare a quindici minuti di auto da Trento. Questa è la Valle dei Laghi dove i vignaioli hanno dato vita ad un vino che da alcuni anni la guida Vinibuoni d’Italia sta prendendo in forte considerazione. Si tratta di un vino prodotto con l’uva del vitigno Rebo creato negli anni ’50 dal ricercatore di Padergnone Rebo Rigotti, incrociando il fiore del Teroldego con quello del Merlot. Anche in questo caso com’è successo per il Vino Santo, viene sfruttata fresca brezza dell’Ora del Garda, pertanto dopo la vendemmia le uve raccolte in piena maturazione vengono sottoposte al procedimento dell’appassimento per un periodo di circa due mesi. Segue una lunga permanenza sulle bucce al fine di estrarre dalle stesse tutto il potenziale di questo vino e un successivo passaggio in piccole botti di rovere. Il risultato è quello di un vino importante con profumo intenso e note di frutta rossa matura e confettura, dal gusto molto pieno e morbido e con una lunghissima persistenza. Ecco come nasce il Reboro, vino importante a cui Vinibuoni d’Italia dedica questo piccolo approfondimento consapevole del grande lavoro che hanno visto impegnati produttori particolarmente importanti dell’area. Infatti tra le prime a credere nelle potenzialità del vitigno e del territorio sono state aziende spesso selezionate e premiate in guida, come Pisoni, Giovanni, Enzo e Francesco Poli, Pravis e Gino Pedrotti. A promuovere il lavoro dei vignaioli nel novembre del 2018 ha preso il via la prima edizione della manifestazione Reboro, Territorio&Passione, nata per essere al contempo un momento di promozione di questo vino che incarna tradizione e innovazione, un’occasione per fare una riflessione sui punti di forza di questo progetto collettivo, ma anche un confronto con i produttori di altre aree.

L’edizione 2019 ha previsto un nuovo “gemellaggio" e quest’anno dopo la Valtellina, si è passati dalle Alpi al Mediterraneo, invitando in Trentino uno dei più importanti e blasonati vini rossi del Sud Italia: il Graticciaia di Agricole Vallone, un vero simbolo della viticoltura pugliese. Un grande vino del sud nato nel 1986 da uve Negroamaro. L’incontro di Sabato 16 novembre presso l’azienda agricola Pisoni ha fatto apprezzare una degustazione verticale di Graticciaia – Negroamaro IGT Salento Rosso (2001 – 2005 – 2011 – 2013) e di Reboro – IGT Vigneti delle Dolomiti (2012 - 2013 – 2014 – 2015 anteprima), condotta da Sissi Baratella. L’evento è stato realizzato in collaborazione con l’Azienda per il Turismo Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e con la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell'ambito del coordinamento delle manifestazioni enologiche provinciali (#trentinowinefest).

Da Montefalco al via il tour delle presentazioni regionali di Vinibuoni d'Italia 2020

Parte da Montefalco il tour delle presentazioni di Vinibuoni d'Italia 2020, la guida edita dal Touring Club Italiano, con un appuntamento realizzato in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Montefalco e con il patrocinio del Comune di Montefalco.

Per l'Umbria sono complessivamente 32 le aziende selezionate, inserite nelle sezioni dedicate ai vini da vitigni autoctoni e agli spumanti Metodo Classico, con 102 vini recensiti che rappresentano il meglio della produzione della regione, frutto di una selezione sempre rigorosa e a bottiglia coperta, svolta sotto il coordinamento di Fabrizio Russo.

La presentazione regionale della guida sarà l’occasione per la consegna dei diplomi di merito alle aziende premiate. 10 i vini che si sono aggiudicati la Corona, il massimo riconoscimento assegnato dalla guida, di cui 3 hanno ottenuto anche la Corona del Pubblico. 4 le etichette che si sono invece aggiudicate la Golden Star.

L'appuntamento si concluderà con una degustazione dei vini selezionati per l'Umbria nella nuova edizione di Vinibuoni d'Italia.

Interverranno:
Fabrizio Russo - Coordinatore regionale Vinibuoni d'Italia
Francesca Alimenti - Assessore del Comune di Montefalco
Filippo Antonelli – Presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco

Vinibuoni 2020 al Merano WineFestival, rinnovato il grande successo alla prima nazionale

È stata presentata il 9 novembre alla stampa presso il Teatro Puccini di Merano, nel giorno di inaugurazione del Merano WineFestival, la 17° edizione della guida Vinibuoni d’Italia a cura di Mario Busso e Alessandro Scorsone. Edita dal Touring Club Italiano, è l’unica guida italiana dedicata ai vini da vitigni autoctoni che comprende anche gli spumanti Metodo Classico e, per il decimo anno consecutivo, le selezioni dei migliori vini dell’Istria croata.

La premiazione dei produttori che hanno conseguito l’ambito riconoscimento della Corona ha riscosso una forte eco e, oltre ai produttori premiati, numerosi sono stati i giornalisti accreditati, tra cui Rai2, e gli operatori che hanno gremito il teatro Puccini.

Helmuth Köcher Presidente di Merano WineFestival, ha portatoi saluti inaugurali sottolineando come di anno in anno la guida stia aumentando i suoi consensi e il suo prestigio, consacrato anche dalla presenza sempre più numerosa di produttori che la seguono e l’apprezzano.

Mario Busso, curatore nazionale della guida con Alessandro Scorsone, ha illustrato i contenuti nuovi dell’edizione 2020, partendo dalla premessa che sempre di più i vini da vitigni autoctoni sono oggi la carta da giocare nell’ambito dei mercati nazionale e internazionale, perché consentono ai viticoltori di proporre prodotti unici e irripetibili, poiché riflettono l’identità dei territori in cui nascono e sono volano di un turismo via via in aumento. In questo contesto l’incremento dei flussi turistici rappresentato dalla presenza di 10 milioni di appassionati winelover che visitano le cantine italiane è sempre più accompagnato da una maturata sensibilità, mutuata dal grande dibattito in corso sull’impronta ecologica rilasciata dalle attività antropiche. Per molti questa maturazione ha anche significato un passaggio filosofico importante, che ha per così dire modificato il senso stesso del muoversi: non più “vacanza”, ma “viaggio”, con gli innumerevoli registri associati in termini di scambi, di attenzioni, di maggiore voglia di conoscere ed acculturarsi, oltre che di relazioni.

La premiazione delle aziende che hanno raggiunto la Corona sono state alternate dalla consegna di importanti riconoscimenti attribuiti a personaggi di spicco che operano nel mondo del vino, realizzati in collaborazione con i partner della guida Vinibuoni d’Italia.

Il Premio Michele d’Innella è andato all’Associazione Nazionale Donne del Vino ed è stato ritirato dalla vicepresidente Antonella Cantarutti che ha espresso l’orgoglio di veder riconosciuto il lavoro svolto dall’associazione nella diffusione, valorizzazione e promozione del vino italiano.

Applausi della platea al Premio Eticork realizzato da Amorim Cork Italia in collaborazione con la Guida Vinibuoni d’Italia quest’anno assegnato all’azienda Frescobaldi per il progetto Gorgona. A ritirare il premio consegnato dall’Ad Carlos Veloso Dos Santos è intervenuto il direttore Federico Falossi che ha illustrato il lavoro dei detenuti elogiati per la passione la professionalità che ci mettono nel lavoro di vigna.

Il Premio Vinovisioni, alla terza edizione, è un riconoscimento che intende valorizzare e promuovere progetti e persone che hanno saputo innovare nella ricerca e nella sostenibilità. Quest’anno il premio è andato a Roberto Franzin per il progetto Macino, acronimo che sintetizza il verbo macinare con il sostantivo acino, che trasforma la vinaccia di Ribolla Gialla in farina per la pasta nei formati di tagliolini e tagliatelle, con un packaging a sua volta realizzato in spirito sostenibile da scarti di mais e cellulosa.

Il Premio Ecofriendly, istituito da Vinibuoni d’Italia in collaborazione con Verallia, Amorim e Repower per valorizzare l’impegno delle aziende che si sono dotate di standard e codici volontari per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della produzione vitivinicola è andato ad Astoria Vini – Veneto; Letrari – Trentino; Leone de Castris – Puglia; Fratelli Puddu – Sardegna.

Il Premio Speciale 2020 ai territori del progetto Biowine (Biological Wine Innovative Enviroment): Sannio e Cilento (Campania) e Val d’Agri (Basilicata), che hanno implementato, rafforzato e diffuso pratiche sostenibili nella produzione vitivinicola e hanno saputo coinvolgere le comunità locali in un processo di condivisione e crescita dei valori del rispetto dell’ambiente, delle produzioni locali, della salute dei consumatori e del benessere della società.

A conclusione dell’evento di premiazione il buffet servito nella hall del teatro Puccini ha messo in degustazione le 750 etichette dei vini finalisti della guida (Corone e Golden Star) e dei vincitori del Concorso Sparkling Star ideato a Vinitaly dalla guida in collaborazione con Verallia che gli ospiti hanno potuto apprezzare abbinati alle specialità norcine di Levoni, alle 3 Riserve di Grana Padano Dop, al Montasio Dop e ai prodotti gastronomici tipici del territorio proposti dalla Camera di Commercio di Caserta, presente all’evento di Premiazione con l’intervento in teatro del Presidente dott. Tommaso De Simone, con il Sindaco della città Dott. Carlo Marino e con la straordinaria partecipazione di sua Eccellenza il Prefetto Dott. Raffaele Ruberto.

Enoteca Italia ha brillato nel Kurhaus con i vini stellati

Vinibuoni d’Italia anche quest’anno ha portato alla ribalta a Merano i migliori vini selezionati nell’ultima edizione, ovvero la 2020. Ancora una volta i vini da vitigni autoctoni italiani sono stati protagonisti e nella prestigiosa cornice del Kurhaus il firmamento enologico si è arricchito dei vini stellati che hanno brillato nel grande banco degustazione di Enoteca Italia: 325 etichette selezionate dalla guida che hanno permesso di percorre l’Italia dei vitigni autoctoni e degli spumanti Metodo Classico. Vinibuoni d’Italia brinda al successo di questo consolidato incontro con l’enologia italiana di eccellenza. Lo confermano le presenze e l’attenzione che il pubblico ha riservato a questo appuntamento clou della rassegna meranese, che ha trovato nello stand di Enoteca Italia una vetrina unica che la guida ha messo a disposizione dei winelover e degli operatore di settore. Enoteca Italia ha offerto l’eccezionale opportunità ai produttori selezionati dalla guida di promuovere il meglio delle loro etichette: vini noti e blasonati, ma anche tipologie rare e meno conosciute, degne di essere apprezzate per l’eccellente qualità dimostrata dai produttori.

Le degustazioni e i percorsi proposti nello stand hanno confermato il trend d’interesse dei consumatori e dei mercati verso i vini autoctoni.

Ad accompagnare i vini, i salumi Levoni, affettati in diretta per coglierne appieno profumi e fragranza di sapori.

Ai territori del progetto BIOWINE il premio speciale Ecofriendly

Quaranta (curatore scientifico): «Soddisfatto e orgoglioso per questo prestigioso premio che riconosce il grande lavoro portato avanti dai diversi territori coinvolti»

Assegnato ai territori coinvolti nel progetto ‘Biowine’ (Biological Wine Innovative Enviroment) il ‘Premio Speciale Ecofriendly Vinibuoni 2020’. L’importante riconoscimento viene conferito dalla guida Vinibuoni d’Italia in collaborazione coni partner Verallia, Repower e Amorim.

I territori premiati, Sannio e Cilento in Campania e la Val d’Agri in Basilicata, hanno implementato, rafforzato e diffuso pratiche sostenibili nella produzione vitivinicola e hanno saputo coinvolgere le comunità locali in un processo di condivisione e crescita dei valori del rispetto dell’ambiente, delle produzioni locali, della salute dei consumatori e del benessere della società”.
La cerimonia di consegna del riconoscimento è programmata per sabato 9 novembre (dalle ore 10.30) a Merano, nel corso della presentazione dell’edizione 2020 della guida Vinibuoni d’Italia, che si svolgerà nell’ambito del ‘Merano Wine Festival’.
«Sono particolarmente soddisfatto e anche un po’ orgoglioso - dichiara il curatore scientifico di Biowine, Giovanni Quaranta - per questo prestigioso premio perché riconosce il grande lavoro che è stato portato avanti dai territori coinvolti nel progetto. Un riconoscimento che valorizza, soprattutto, il grande salto culturale che gli stessi hanno compiuto. É’ proprio questo che voglio sottolineare. La scommessa della sostenibilità ambientale - spiega Quaranta - è stata coniugata, con grande intelligenza, alla sostenibilità economica e a quella sociale. É indubbio, infatti, che i territori hanno riconosciuto l’importanza di regolare la gestione delle risorse naturali, riconoscendo in queste ultime un asset fondamentale per la riproducibilità del sistema socio-ecologico ma, allo stesso tempo, hanno saputo cogliere l’opportunità di valorizzazione economica e di competitività che passa attraverso la gestione green. Queste due opzioni strategiche, infine, sono state declinate all’interno di una piattaforma multi-attoriale che ha messo insieme i diversi attori territoriali, concretizzando quella che viene definita governance multilivello e che, nella sostanza, può rappresentare la vera chiave di volta per la sostenibilità sociale della pratica e, più in generale, di un territorio. È un modo di lavorare insieme - conclude il professore Quaranta - che fa ben sperare e che apre a possibilità sempre più feconde di collaborazioni e sinergie, grazie anche al grande lavoro “culturale” fatto attraverso la pubblicazione della Guida».

Il progetto ‘Biowine’ - finanziato nell’ambito del Pon Governance 2014/2020 su iniziativa dell’Agenzia per la Coesione Sociale, in virtù del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale dell’unione Europea - coinvolge importanti realtà vitivinicole del Veneto, della Campania e della Basilicata e rappresenta un importante esempio di trasferimento di know-how e buone pratiche sui temi dell’innovazione tecnologica in agricoltura, della tutela dell’ambiente e del marketing territoriale. Interessati, quale Ente cedente della buona pratica il Comune di San Pietro di Feletto dell’area Docg Conegliano-Valdobbiadene in provincia di Treviso e quali Enti Riusanti alcuni comuni che appartengono alle aree del Sannio, del Cilento e della Val d’Agri (Guardia Sanframondi – Ente Capofila, Castelvenere, Sant’Agata de’ Goti e Solopaca in provincia di Benevento; Caggiano e Sant’Angelo a Fasanella in provincia di Salerno; Castelfranci in provincia di Avellino; Roccanova e Grumento Nova in provincia di Potenza).

Vinibuoni d'Italia e Verallia premiano le Sparkling Star 2019

La presentazione dell'edizione 2020 della guida vedrà protagonisti anche gli spumanti più votati tra le 542 etichette, provenienti da tutte le regioni italiane, che Vinibuoni d’Italia ha portato in degustazione a Vinitaly 2019.
Nel concorso ‘Vota la tua Sparkling Star’, realizzato in collaborazione con Verallia, il pubblico è stato chiamato a esprimere il proprio giudizio sugli spumanti degustati, suddivisi in 8 sezioni.
Ecco gli spumanti più votati, che verranno insigniti del diploma di merito sabato 9 novembre al Teatro Puccini, nell'ambito del Merano WineFestival 2019.

METODO CLASSICO
1° La Scolca - Soldati La Scolca d’Antan Brut Rosé Millesimato 2007
2° Baldetti Alfonso - Baldetti Brut
3° Di Legami - Terre Siciliane Igt Grillo Spumante Extra Brut Biologico Millesimato 2015
FRANCIACORTA
1° Bellavista - Franciacorta Docg Brut Teatro alla Scala Vendemmia 2013
2° Castello Bonomi - Tenute in Franciacorta - Franciacorta Docg Ris. Brut CruPerdu Grande Annata 2009
3° Villa Franciacorta - Franciacorta Docg Riserva Millesimato Brut Emozione 40 anni 2008
OLTREPÒ PAVESE
1° Manuelina - Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Rosé Brut 145 Millesimato 2013
2° Terre d’Oltrepò - Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Brut Sansaluto 2009
3° Rebollini Bruno - Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Brut Nature Millesimato 2013
TRENTO
1° Cavit - Trento Doc Pas Dosé Altemasi 2012
2° Maso Poli - Trento Doc Riserva Brut 60 mesi 2012
3° Cantina Aldeno - Trento Doc Riserva Pas Dosé Altinum 2012
METODO CHARMAT
1° Rossovermiglio - Falanghina del Sannio Doc Spumante Brut Frenesia
2° Tenuta del Buonamico - Gran Cuvée Particolare Brut Rosé
3° Cantina di Casorzo - Chardonnay Brut
PROSECCO DOCG
1° Spumanti Dal Din - Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Dosaggio Zero RY
2° Le Colture - Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg Dry
3° Adami - Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg Dry
PROSECCO DOC
1° Ronco Margherita - Prosecco Doc Spumante Brut
2° Collis Cantina Veneta - Prosecco Doc Spumante Extra Dry
3° Genagricola - Prosecco Doc Spumante Extra Dry
SPUMANTI DOLCI
1° Tenuta del Buonamico - Gran Cuvée Particolare Spumante Dolce
2° Cantina di Casorzo - Malvasia di Casorzo Doc Spumante Pantarei
3° Cantine del Notaio - La Postilla