La prima di Vinibuoni d'Italia al Vescovado di Noli

Un sole caldo e una giornata tersa hanno tenuto a battesimo - giovedì 10 marzo -  la prima edizione della presentazione di Vinibuoni d’Italia in Liguria.

Come si conviene ad una “prima”, ad ospitare l’evento un luogo di eccezione l’Hotel Ristorante Il Vescovado, che si apre con la sua storia centenaria sul golfo di Noli, offrendo uno scenario di rara bellezza sul Mar Ligure.

La presentazione della guida è stata l’occasione di premiare le aziende della Regione, i cui vini hanno raggiunto l’eccellenza, ottenendo dalle mani del coordinatore regionale Daniele Bartolozzi, gli ambiti riconoscimenti della Corona e della Golden Star. Ad introdurre, Linda Nano che con la collaborazione di Chiara Busso, è stata la vera artefice dell’iniziativa che per la prima volta vede riuniti i produttori del Levante con quelli del Ponente, superando sia metaforicamente che nella realtà il “difficile confine” di Genova.

La lunga memoria dei “campanili” in Italia – ha sostenuto Mario Busso curatore nazionale della guida - consegna alla storia un retaggio difficile da superare culturalmente, ma che nel mondo del vino rappresenta tutt’ora il vantaggio identitario che permette ai produttori di presentarsi come espressione unica di variegati biosistemi e biodiversità pedologiche e climatiche che sono il vanto unico dell’Italia. Un vantaggio che può esporsi ai rischi della troppa parcellizzazione, ma che, se ben sfruttato, attrraverso la coesione dei produttori, diventa un volano eccezionale per presentare sui mercati vini rari e dalla grande e irripetibile personalità.

E’ proprio su questo aspetto si è incentrato anche l’intervento di Matteo Ravera titolare del Vescovado che ha esposto ai moltissimi produttori liguri intervenuti, la necessità di fare squadra e il bisogno dell’unità nella diversità, la condivisione di un progetto comune finalizzato a promuovere il vigneto Liguria.

Il vini dei produttori, con il coordinamento di Pier Mattia Ravera ideatore tra l’altro della manifestazione Noli in Wine, a chiusura della cerimonia di premiazione, sono stati i protagonisti di un tardo pomeriggio e di una serata improntati alla tipicità dell’offerta gastronomica. L’avvio è stato deliziato da alcune chicche territoriali tipiche della norcineria italiana prodotte dal salumificio Levoni abbinate a focaccia ligure, sardenaira e panizza fritta realizzate dallo staff del ristorante Il Vescovado.

L’aperitivo serale è stato invece ispirato alle bollicine italiane ottenute da metodo classico, magistralmente raccontate e servite da Alessandro Scorsone, gradito ospite d’onore della serata; frizzanti emozioni che hanno esaltato le meravigliose ostriche liguri della Cooperativa Mitilicoltori Spezzini e le golose proposte di due conosciutissimi produttori dell’eccellenza  di Liguria, Giovanni Giacobbe con i suoi salumi artigianali e Aldo Lo Manto con le sue tome di pecora brigasca.

Una volta seduti a tavola gli ospiti che hanno affollato le sale affrescate della dimora vescovile, hanno quindi potuto degustare i piatti elaborati da tre chef di eccezione, riuniti per l’occasione. Giuseppe Ricchebuono padrone di casa e stella Michelin del ristorante Il Vescovado, Luca Bazzano chef del Ristorante Quintilio di Altare e Serenella Medone chef del Ristorante “Al solito posto” di Bogliasco (Ge).

Un viaggio inedito riuscito ed apprezzato , caratterizzato dai colori del mare e della terra di Liguria, che ha permesso a tutti i presenti di conoscere al meglio le grandissime potenzialità della viticoltura e della cucina del territorio regionale, attraverso i suoi protagonisti reali, ovvero produttori, cuochi e artigiani.

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Calabria del vino, Barra dritta verso gli autoctoni

Giovedì 16 Marzo alle ore 18 a Camigliatello Silano la premiazione dei vini di eccellenza
Da un’idea di Umberto Gambino, ecco l’evento “Barra dritta verso gli Autoctoni”, il claim che connota l’undicesima presentazione regionale della guida “Vinibuoni d’Italia”, che si terrà in Calabria all’Hotel San Lorenzo Si Alberga di Camigliatello Silano. L’evento di presentazione della guida Vinibuoni d’Italia fa da cassa di risonanza ai risultati molto positivi che i vini della Calabria hanno ottenuto nell’edizione 2017, a dimostrazione della crescita qualitativa della regione. Una regione che stenta a decollare sul piano della comunicazione, ma che ha forti possibilità di crescita per affermare con i vini anche le produzioni di quegli artigiani del gusto che stanno nobilitando la cultura gastronomica del territorio che qui vanta storie e tradizioni antichissime

Vini di antico lignaggio
Di remoto lignaggio sono anche i vini autoctoni che allignano in questa regione, un tempo chiamata Enotria, perchè fin dal secolo ottavo, Sibari, Crotone, Locri, grazie ai coloni greci, vantavano importanti produzioni di vino e le narrazioni avvolte nella leggenda raccontano che il Krimissa, antenato del vino Cirò, fosse nell’antichità il vino ufficiale delle Olimpiadi.
Ecco una buona premessa per dare avvio ad un racconto oggi più che mai attuale sui mercati internazionali in cui lo storitelling marketing ha ruolo deciso ed importante, in particolare per l’Italia. Il Belpaese può oggi affrontare una sfida che diventa vincente nei confronti dei tanti competitor, proprio perchè è in grado di porsi in gioco sul set della differenziazione e della ricchezza della proposta, che nessun altro paese al mondo è in grado di presentare. La Calabria è in grado di offrire storia, paesaggio, cultura, ambienti decisamente unici, così come lo sono i suoi vitigni e i suoi vini.

La crescita qualitativa dei vini calabresi
Nel presentare Vinibuoni d’Italia, in qualità di curatore nazionale della guida, voglio ribadire il ruolo che la regione deve giocare sui mercati e, nel premiare i vini di eccellenza, non mancherò di sottolineare il marcato sviluppo qualitativo e la crescita di interesse verso le peculiarità e le caratteristiche che alcuni vitigni millenari recuperati in regione stanno oggi evidenziando grazie alla ricerca e alla professionalità dei vignaioli calabresi.

Ore 18 la premiazione delle Corone e delle Golden
Dalle premesse di cui sopra, unitamente al coordinatore regionale Umberto Gambino, sarò lieto di premiare quei vini che hanno raggiunto la finale e che hanno ottenuto l’ambito premio della Corona, della Golden Star e delle Corone attribuite ai vini dal pubblico. Vini che si sono distinti perchè esprimono eleganza, finezza, equilibrio, qualità e precisa espressione del varietale e del territorio in cui nascono.

Interventi
A nome della Redazione di Vinibuoni d’Italia ringrazio vivamente per la loro collaborazione e per la loro presenza all’evento:
Gennaro Convertini, Presidente dell’Enoteca regionale;
Raffaele Librandi Presidente del Consorzio di Tutela Cirò e Melissa;
Demetrio Stancati Presidente del Consorzio Tutela Terre di Cosenza;
Raffaele Riga, console TCI di Cosenza.

Il momento del brindisi con i vini premiati
A seguito della presentazione della guida e della premiazione delle aziende i vini che hanno raggiunto i massimi riconoscimenti della guida, ovvero ivinidella Corona e della Golden Star,  saranno in degustazione gratuita presso la struttura che ospita l’evento: l’Hotel San Lorenzo Si Alberga di Camigliatello Silano.

La cena gourmet alle 21
Con la partecipazione di Emanuele Lecce e Antonio Biafora seguirà un momento conviviale dove i vini premiati potranno confrontarsi con le elaborazioni culinarie di due prestigiosi chef della regione. Un incontro conviviale dove l’azione del mangiare e del bere sarà un atto di scoperta e un rapporto espositivo di parole e gusti tra gli ospiti; un momento di alta espressione della cultura enogastronomica della Calabria.
Su prenotazione 0984 570809 - Costo € 50

di Mario Busso

Vinibuoni al Vescovado di Noli per un’esperienza unica

PROGRAMMA

Ore 15,00
Presentazione guida Vinibuoni d’Italia  2017
a cura di:
Mario Busso Curatore nazionale di Vinibuoni d’Italia, Daniele Bartolozzi Coordinatore regionale della Liguria, Alessandro Scorsone Curatore nazionale di Perlage Italia
Premiazione dei produttori liguri che hanno ottenuto il riconoscimento della Corona e della Golden Star

Ore 16,00 – 18,30
Degustazione della selezione dei vini liguri presenti in Guida accompagnati da sfiziosità tradizionali dello Chef Giuseppe Ricchebuono in collaborazione con Salumi Levoni.

Presentazione della guida a ingresso libero
Degustazione dei vini presso le terrazze
del ristorante “Il Vescovado”
Ingresso 15 Euro.

“Liguria, vini e cibi tra mare e terra”
Un viaggio enogastronomico regionale che unisce tradizione e creatività. Tra ponente, levante
ed entroterra.

Ore 19,30
Aperitivo
Alessandro Scorsone presenta una selezione di Spumanti Metodo Classico ottenuti da vitigni autoctoni scelti da Vinibuoni d’Italia 2017.
In accompagnamento e in collaborazione con
Le Ostriche e i Muscoli Liguri della Cooperativa Miticoltori Spezzini
I salumi artigianali di Giovanni e Teresa Giacobbe di Sassello
I Formaggi del Boschetto di Aldo Lo Manto

Ore 20,30
A tavola con:
Ristorante Al Vescovado Noli
Ristorante Quintilio Altare
Ristorante Al solito posto Bogliasco

Menù
- Terrina artigianale di fois gras, castagne di Calizzano e Zucca di Rocchetta
- Ramen ligure: ciuppin di pesce di scoglio, frutti di mare, trenette alle alghe e verdure di stagione
- Pescato del giorno, carciofi di Albenga, limoni di Noli, nocciole
- Cremoso all’arancia con  gelée di chinotto
- Zabaione e torta tiepida di nocciole
- Dolcezze finali

La cena sarà disponibile fino ad esaurimento posti solo su prenotazione presso
Ristorante Il Vescovado Noli  - Tel. 019 7499059
Costo della serata comprensiva di aperitivo e cena € 60

A Marsala i Top Wine siciliani premiati da Vinibuoni d’Italia

Marsala ospiterà l’11 marzo l’ottava tappa del Gran Tour di Vinibuoni d’Italia. L’evento è stato organizzato da Umberto Gambino, coordinatore della Regione, in collaborazione con l’Enoteca della Strada del vino di Marsala presso la cui sede si svolgerà la presentazione territoriale della guida del Touring Club Italiano.
La presentazione in Sicilia sarà l’occasione per consegnare i diplomi alle aziende che hanno raggiunto la Corona, la Golden Star e la Corona che il pubblico ha attribuito durante le finali di Vinibuoni d’Italia con l’evento “Oggi le corone le decido io”.
Gli eventi di presentazione regionale rappresentano un punto di orgoglio della guida Vinibuoni d’Italia non solo per la promozione dei vini da vitigni autoctoni della Penisola e dei produttori che si sono distinti nel produrre vini di eccellenza, ma anche per conoscere più da vicino la realtà territoriale e raccogliere giudizi, riflessioni e consigli che i produttori propongono per meglio essere rappresentati dalla guida.
Ormai tutta la critica di settore, nazionale e internazionale, è concorde nell’affermare che l’enologia siciliana si presenta con produzioni trendy non solo sul breve periodo ma anche in termini di prospettiva. Ciò spiega il successo dei grandi produttori come delle piccole e medie cantine che, in unione, sono guidate dal desiderio di sperimentare e sfruttare appieno il potenziale che i territori viticoli della regione Sicilia offrono per microclima, terreni e vitigni autoctono tipici. Le caratteristiche distintive locali, la natura del terreno e il clima della Sicilia, si traducono infatti in espressioni molteplici che contribuiscono a creare un prodotto di alta qualita’.
La cultura della vite e del vino in Sicilia, così come quella dell’olio di oliva, sono aspetti sociali, economici ed ambientali di straordinaria rilevanza ed importanza.
Anche quest’anno dunque, in continuità con la passata edizione, Vinibuoni d’Italia ha voluto incontrare i produttori della Sicilia che si sono distinti raggiungendo i massimi riconoscimenti della guida, ovvero la Corona, la Golden Star e la Corona attribuita dal pubblico durante le finali, rese pubbliche in ossequio alla trasparenza e serietà deontological con cui operano i coordinatori territoriali.
Vinibuoni d’Italia, dedicata ai soli vitigni autoctoni, si conferma strumento di straordinaria importanza per la promozione dei vini di Sicilia, perchè unica nel settore, consente di dare risalto alle specifiche e inimitabili identità territoriali dell’isola.
A moderare il convegno sarà Rosa Rubino, direttore de “Il Vomere”. Interverranno, con Umberto Gambino coordinatore generale della Regione, Francesco Ferreri Presidente di Assovini Sicilia; Maurizio Lunetta Direttore Doc Sicilia; Antonio Rallo, Presidente Doc Sicilia e Presidente UIV; Salvatore Lombardo, presidente della Strada del Vino di Marsala.
A conclusione della presentazione verranno messi in degustazione i vini premiati nell’edizione 2017 della guida Vinibuoni d’Italia.

Programma della serata:
sabato 11 Marzo 2017
Enoteca della Strada del Vino di Marsala
Via XI Maggio, 32 - 91025 Marsala

ore 17,30
presentazione della guida
e premiazione dei produttori siciliani

A SEGUIRE DALLE 19 ALLE 2o,30
degustazione vini premiati e aperitivo
con ticket di 10 euro
per info e prenotazioni: 0923.713489

In compagnia del Lagrein

Il Lagrein è un vino presente sia in Trentino che in Alto Adige. Qui la zona di produzione va dalla conca di Bolzano alla Bassa Atesina, per spingersi fino all’Oltradige e alla Valle dell’Adige, ma la zona storica di produzione è concentrata nella più limitata piana di Bolzano. Il vitigno Lagrein predilige infatti condizioni pedoclimatiche particolari che qui sono ben presenti, infatti ci troviamo su terreni morenici, alluvionali profondi e con temperature calde, che arrivano anche a lambire i 40 °C.

L’espansione urbanistica di Bolzano, aveva causato una notevole riduzione della superficie del Lagrein, che alla fine degli anni ‘90 era scesa fino attorno ai 250 ettari. Da allora il vitigno è stato rivalorizzato e la sua superficie vitata è tuttora in espansione. Infatti alla fine del 2015 in Alto Adige ha raggiunto i 470 ettari rappresentando la seconda varietà a bacca rossa dopo la Schiava. 

Le zone privilegiate continuano ad essere la piana di Bolzano e dintorni oltre ai terreni caldi pedocollinari della Bassa Atesina su pendii collocati mediamente tra i 220 e 350 metri di altitudine.

Di questo vitigno sono particolarmente conosciuti due biotipi che si distinguono per la diversa forma e dimensione del grappolo: il Lagrein a grappolo corto e il Lagrein a grappolo lungo, con caratteristiche organolettiche diverse. Il biotipo a grappolo corto è più vigoroso di quello a grappolo lungo, ma è più sensibile all’acinellatura, con basse rese produttive, soprattutto quando le condizioni climatiche sono poco favorevoli. 

Le tendenze attuali di puntare esclusivamente sulla qualità hanno portato a cambiamenti e gli impianti moderni di Lagrein non sono più allevati a pergola, ma a contro spalliera con sesti d’impianto più fitti e produzioni molto inferiori per singolo ceppo rispetto al passato.

Come tutti i vitigni autoctoni italiani, anche il Lagrein ha una lunga storia, che accompagna l’impegno delle popolazioni locali identificandosi con la cultura dell’area. 

L’origine del “Lagrein” non è del tutto chiara. Il nome potrebbe derivare da “Lagarina”. Esiste, infatti, l’ipotesi che il vitigno abbia avuto origine vicino a Rovereto. Questo però non è scientificamente dimostrato, dato che oltre alla somiglianza fra i nomi non esiste nessun altro riscontro ad avvalorare tale ipotesi. 

Il Lagrein viene citato per la prima volta nel 1097 in un editto che fissa le norme della vendemmia riservate ai monaci del convento di Gries. In seguito, nel 1370, un editto dell’imperatore Carlo IV vietava il consumo alle truppe militari, perché troppo nerboruto, ordinando di dare ai soldati vini più leggeri. Forse per questo venne messa a punto la pratica di vinificare il Lagrein in rosato (kretzer), mentre il Lagrein rosso (dunkel) venne riservato ai nobili, con conseguenti rivolte popolari.

In Alto Adige, fino a qualche decina di anni fa chi voleva bere un vino rosato, piacevole e beverino, bastava che chiedesse un Lagrein. Oggi, grazie alla ricerca e al lavoro dei produttori, ma anche in conseguenza di un cambiamento di gusto avvenuto sui mercati, le cose sono cambiate e il Lagrein Dunkel si è raffinato, ingentilito, ma soprattutto impreziosito. È cambiato addirittura il disciplinare di produzione che denomina ora con il termine Lagrein solo il vino rosso, mentre per l’altro ricorre alla specifica Rosato/Kretzer. Personalmente lo preferisco vinificato in purezza, perché conserva le caratteristiche peculiari del vitigno, ma c’è chi ricorre al Cabernet o al Merlot, per modellarlo su un gusto più facile ai palati internazionali spesso omologati e poco avvezzi ad apprezzare quanto di originale e diverso sappiano esprimere le varie tipologie dei vitigni.

Nella sua specifica identità, il Lagrein Dunkel risulta un vino di buona struttura ed equilibrio, con bouquet di frutti di bosco, ciliegia e viola, sostenuto da note speziate nel caso in cui abbia condiviso la sua dimora in piccole botti di rovere. Cantine e produttori producono anche la tipologia “Riserva”, che viene messa in commercio dopo due anni e due mesi di affinamento. In bocca, il Lagrein Riserva si concede pieno, armonico, lungo ed esprime una pienezza vellutata, impreziosita quasi sempre da una morbida acidità in presenza di tannini nobili. La cucina altoatesina lo predilige sulla selvaggina, in particolare sul capriolo con la salsa di mirtilli, la lombata al ginepro, il gulash di manzo, i canaderli allo speck e funghi, gli stufati delle valli, ma anche sulle grigliate e sui formaggi erborinati. Il Lagrein Kretzer invoglia matrimoni di elezione sul pesce affumicato, sulle carni bianche, sui wurstel con i crauti, sui canerderli in brodo, sui schutzkrapfen, sui cavoli al lardo affumicato, sulla polenta e patate, sugli spätzle di spinaci…

Un percorso consigliato è quello di percorrere l’itinerario che collega Appiano con Merano dove la viticoltura si sposa con il paesaggio in ritmate sincronie di vigneti. Chiesette, castelli, paesini disegnati con tinte pastello, percorsi naturalistici sono inviti continui per un tappa. 

Ad Appiano la sosta è d’obbligo perché la cittadina è nota per i suoi vini pregiati e gli estesi frutteti che caratterizzano il paesaggio, ma anche per le numerose fortezze, i castelli e le residenze signorili. Qui ogni stagione ha qualcosa di particolare da offrire: le settimane eno-culturali in estate, il pattinaggio sul ghiaccio sul lago di Monticolo, l’escursione alle buche di ghiaccio, un fenomeno naturale molto particolare, oppure una passeggiata tra atmosfere e gusto seguendo 15 cartelli informativi collocati lungo il sentiero che collega Appiano a Cornaiano per conoscere la coltivazione della vite, il lavoro nelle vigne e la cura della vite e del paesaggio. Una sosta alla Cantina di  San Michele Appiano ci permette un’emozionante conoscenza dei vini della zona, grazie a un calice di Lagrein e per chi vuole ardire verso la complessità e di approfondire la conoscenza con questo vino protagonista del territorio, a un calice di Riserva.

Nelle vicinanze di Merano, Marlengo è abbracciata da vigneti e frutteti. Con i suoi 12 km di lunghezza, il Marlinger Waalweg, il sentiero della roggia di Marlengo, è il più lungo dell’Alto Adige. Creato ben 250 anni fa, il sentiero parte dal ponte di Tel e dopo una breve salita prosegue su terreno circondato da meleti e boschi ombreggianti. Dopo aver ammirato l’imponente Castel Lebenberg di epoca medievale, si costeggia il monte di Marlengo in leggera discesa fino al paese di Lana.

 Lungo l’intero sentiero della roggia di Marlengo si gode di una vista spettacolare sulle cime circostanti e sulla conca di Merano, la Val Passiria e l’imponente Gruppo di Tessa. A Marlengo la Cantina di Merano, nella linea Val Venosta Sonneberg offre una attenta declinazione di Lagrein che con un vertice acuto sul Segen della linea Selection vi allieterà con i suoi profumi fruttati con complessi aromi di liquirizia, cuoio, ciliegie e cioccolato amaro, appoggiati su bocca ben strutturata, tannini con morbido ed elegante retrogusto persistente.

 

Presentazione Vinibuoni d’Italia a Treviso

Alla presenza di un folto pubblico accorso, nonostante la pioggia, a Treviso per la presentazione territoriale di Vinibuoni d’Italia, il Presidente del Consorzio del Prosecco, Stefano Zanette, dopo avere ringraziato il curatore nazionale Mario Busso, ha voluto giovarsi dell’appuntamento per presentare alla numerosa stampa presente l’impegno del Consorzio verso i valori della sostenibilità ambientale. Nell’evidenziare l’impegno che la guida Vinibuoni d’Italia pone nei confronti del tema, ha sottolienato come da tempo il dibatto sulla sostenibilità nelle sue diverse accezioni è divenuto tema imprescindibile per l’agricoltura a tutti i livelli, da quello locale a quello internazionale, dal mondo della produzione a quello dei consumatori.

• “Contiamo di giungere – ha affermato il Presidente Stefano Zanette - nel più breve tempo possibile ad una certificazione che attesti dapprima la sostenibilità del prodotto, quindi dell’intera denominazione Prosecco. Ciò avverrà mediante un sistema di gestione che non si limiti alle buone pratiche agricole, ma includa anche le buone pratiche socio-economiche. Si tratta di un modello capace di favorire il confronto con le comunità locali, al fine di promuovere e far meglio comprendere l’importanza delle operazioni di sostenibilità. Sulla base di questo presupposto, consapevole dello sforzo che il sistema produttivo del Prosecco sarà chiamato ad affrontare, comunico che con la pubblicazione del nuovo “Vademecum viticolo 2017” andremo ad eliminare le principali molecole che sono oggi oggetto di dibattito: Glifosate, Folpet e Mancozeb. Queste molecole, sebbene ammesse dalla normativa vigente, sembrano essere diventate fonte di preoccupazione sia per le popolazioni residenti che per i consumatori. Mi impegno affinché il divieto all’utilizzo di questi principi attivi risulti obbligatorio per tutti i produttori della nostra Denominazione”.

• Mario Busso ha sottolineato come le buone pratiche e le iniziative volte al miglioramento della qualità della vita dei produttori e alla tutela del territorio rappresentino una garanzia imprescindibile anche per il consumatore. Ma ha altresì sottolineato che Vinibuoni d’Italia, prima in Italia a valorizzare le aziende impegnate sui valori della sostenibilità, è oggi anche la prima, forse l’unica guida, ad avere dato indicazioni precise ai consumatori, promuovendo le migliori etichette del Prosecco Doc degustate nell’ambito del focus specifico dedicato al territorio di produzione. Da questi presupposti è nato il premio che nell’occasione della presentazione della guida è stato consegnato alle aziende della Doc che si sono particolarmente distinte. Il diploma ha messo in evidenza le migliori produzioni nelle tre declinazioni del Prosecco: il Brut, l’Extra Dry e il Dry.

• L’appuntamento si è sviluppato con l’assegnazione del diploma di merito alle aziende venete che hanno ottenuto la menzione della Corona, della Golden Star e della “Corona” attribuita ai vini finalisti da parte dei consumatori finali. Molte le aziende presenti che hanno voluto esprimere apprezzamento per l’iniziativa e soprattutto per l’idea di coinvolgere nelle valutazioni anche il giudizio dei consumatori finali, ovvero dei fruitori dei vini a cui le aziende dedicano tutto il loro impegno.
A consegnare il diploma, insieme al curatore Mario Busso, sono intervenuti Massimiliano Perbellini e Lorenzo Magnabosco che operano le selezioni regionali dei vini.

• I Prosecco Doc premiati, alla fine della conferenza stampa, hanno avuto il loro momento di esaltanzione abbinati al “Salame gentile” del Salumificio Levoni: un metro e mezzo di pregiata, dolce e fragrante bontà esaltata dalle bollicine.

Feijoada moderna, riso Basmati e sfere dorate di Grana Padano

INGREDIENTI
Per la feijoada:
100 g di riso Basmati;
500 g di fagioli neri ammollati; 50 g di pancetta di maiale affumicata; 150 g di filetto di maiale fresco;10 g di burro;1 cipolla bianca; 1 spicchio d’aglio; 1 peperoncino;1 dl di olio EVO; 1 rametto di rosmarino; 1 litro d’acqua; sale; pepe;
Per le sfere:
100 g di Grana Padano Riserva grattugiato; 50 g di albume d’uovo; 1/2 l di olio di semi.

Sbollentare i fagioli in acqua bollente salata per 5-10 minuti e ottenere una buona consistenza. Scolare e conservare l’acqua di cottura; raffreddare i fagioli e dividerli in due parti uguali. Portare l’acqua di cottura dei fagioli a 65 °C, immergere il filetto di maiale intero e cuocere per 20 minuti. In seguito toglierlo e tagliarlo a dadini; conservare il brodo e riporre la carne in luogo freddo.

Soffriggere in metà olio la cipolla a julienne con il peperoncino e l’aglio tritato; aggiungere la metà dei fagioli, sale e pepe. Rosolare per qualche istante, unire l’acqua di cottura del filetto e cuocere per 15 minuti. Frullare il tutto emulsionando con il resto dell’olio.

Lavare il riso e cuocere in acqua bollente salata per 12 minuti; scolare e raffreddare. Tagliare la pancetta a dadini, rosolarla con burro e un rametto di rosmarino; toglierla croccante dal fuoco separandola dal grasso di cottura, che va conservato. Miscelare il Grana Padano con l’albume d’uovo, formare delle piccole sfere e friggerle in olio di semi.

Saltare il filetto a dadini nel grasso di cottura della pancetta per pochi istanti. Stendere a velo su 4 piatti piani caldi la crema di fagioli emulsionata, aggiungere i fagioli interi, i dadini di pancetta e di filetto. Distribuire il riso sopra il tutto e aggiungere 4-5 sfere di Grana Padano.

Vino consigliato: Aglianico del Vulture Doc
Al naso è vino complesso, caratterizzato da profumi di piccoli frutti a bacca nera in confettura, liquirizia e carrube su fondo speziato. Al gusto è potente e armonioso, caratterizzato da tannini vellutati e da un finale lungo e piacevolmente balsamico.

 

Vinibuoni d’Italia a Treviso per premiare i produttori Veneti

Dopo Firenze, Bari, Udine, Saluzzo, Torino, Varese e Modena, sarà Treviso ad accogliere la settima tappa del Tour di Vinibuoni d’Italia, Venerdì 24 Febbraio alle ore 17,30. La presentazione della guida in Veneto, presso la sede del Consorzio del Prosecco Doc, sarà l’occasione per consegnare i diplomi alle aziende che hanno raggiunto la Corona, la Golden Star e la Corona che il pubblico ha attribuito durante le finali di Vinibuoni d’Italia con l’evento “Oggi le corone le decido io”.

L’evento prevede anche un momento specifico dedicato ai produttori del Prosecco Doc che si sono particolarmente distinti e che pertanto riceveranno il diploma loro attribuito da Vinibuioni d’Italia.

Vinibuoni non poteva esimersi infatti dal considerare più a fondo la realtà legata al mondo Prosecco, pertanto nell’edizione 2017 ha dedicato un focus informativo sulla denominazione, intesa come territorio e produzione, la cui area si estende su 20.250 ettari di vigneto plasmato su nove province di due meravigliose regioni del nord-est: Treviso, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno per il Veneto; Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia per il Friuli Venezia Giulia. I vigneti di Glera, il vitigno da cui si produce il Prosecco, regalano al mondo un bicchiere giovane, un bere spensierato e piacevole che porta allegria.

Nell’ambito della produzione del Prosecco Doc, Vinibuoni d’Italia ha ritenuto importante dare un’indicazione ai suoi lettori per orientarli a cogliere i migliori prodotti in base alle modalità di degustazione e di valutazione propri della guida.

Sono stati valutati alla prova d’assaggio una settantina di vini pervenuti da aziende storiche, grandi realtà industriali e piccole aziende.

.I migliori tra i vini degustati hanno pertanto ottenuto il premio “Prosecco Doc Award”, che Vinibuoni d’Italia ha assegnato alle seguenti aziende.

Gli eventi di presentazione regionale rappresentano un punto di orgoglio della guida Vinibuoni d’Italia non solo per la promozione dei vini da vitigni autoctoni della Penisola e dei produttori che si sono distinti nel produrre vini di eccellenza, ma anche per conoscere più da vicino la realtà territoriale e raccogliere giudizi, riflessioni e consigli che i produttori propongono per meglio essere rappresentati dalla guida.

A seguire un goloso buffet con degustazione dei Prosecco Doc inseriti in guida, in abbinamento ai Salumi Levoni.

Vinibuoni a Varese

L’evento è stato organizzato da The Wine Time, collaudata organizzazione guidata da Rita Fabris, che promuove la conoscenza del vino verso un pubblico italio-svizzero. Ad accogliere l’evento, l’8 febbraio scorso, il lussuoso Salone Estense del Palazzo Comunale di Varese.
Mario Busso, curatore nazionale della guida, ha illustrato al pubblico intervenuto la filosofia della guida, unica nel settore a valorizzare in esclusiva il patrimonio vitivinicolo italiano che nasce dai vitigni storici, che identificano i luoghi in cui sono radicati e raccontano il patrimonio di cultura dei vignaioli che attraverso questi vitigni hanno creato il mito del vino italiano.
Riccardo Modesti, coordinatore della Lombardia, ha messo in evidenza la crescita qualitativa del comparto, quindi si è soffermato sulle specificità produttive dei singoli territori. Egidio Fusco, grande conoscitore del mondo delle bollicine, ha tracciato un quadro delle due grandi aree produttive: in primis l’Oltrepò Pavese che rappresenta il grande bacino italiano del Pinot Nero, il secondo in Europa dopo la Borgogna; poi la Franciacorta che rappresenta un modello affermato che portato all’unisono l’identificazione territoriale e gli stili produttivi.
L’evento è stato un momento di incontro anche con alcune aziende vitivinicole lombarde accorse per ritirare l’ambito diploma della Corona, della Golden Star e l'ambita Corona del pubblico.
Una selezione di vini Lombardi presenti in guida e premiati ha rallegrato il palato dei molti ospiti che hanno potuto spaziare dalla briosa e fresca effervescenza delle bollicine, alla raffinata complessità dei vini della Valtellina.

Vinibuoni d’Italia al giro d’Italia delle eccellenze

Lunedì 21 febbraio prende avvio il “Giro d’Italia 2017 – In corsa tra le eccellenze culinarie”, organizzato dall’Associazione Professionale Cuochi Italiani. La prima tappa è Rimini presso l’Hotel Holiday Inn.

L’Associazione Professionale Cuochi Italiani  (APCI) promuove la formazione di una squadra delle aziende leader per il proprio comparto merceologico, che abbiano un canale Ho.Re.Ca., per organizzare 8 tappe di un Tour itinerante in otto diverse regioni.

L’obiettivo è quello di offrire un momento formativo dedicato agli chef che:

Con l’APCI, Vinibuoni d’Italia ha stretto un rapporto di collaborazione che permetterà ai 5000 chef dell’associazione di conoscere i vini selezionati nella guida, ma anche di creare con gli stessi incontri B2B.

A Rimini abbinati al menu predisposto saranno di scena cinque vini di aziende vitivinicole dell’Emilia Romagna selezionate e premiate dalla guida Vinibuoni d’Italia.

Il “Sangiovese Primo Segno” 2013 di Villa Venti, presentato da Mauro Giardini, verrà abbinato sul piatto “Giochi di consistenze”; il Pignoletto Ancestrale di Franco Bellei&C. Tenuta Forcirola su “Carnaroli a tutto tondo”; Leclisse 2015- Lambrusco di Sorbara della Cantina Paltrinieri presentato da Gianluca Diozzi sarà servito sul Nido Mediterraneo, mentre sulla “Padellata di  mare” il “Fiaba 2015” sarà presentato da Maria Galassi; dulcis in fundo, il “Vendemmia tardiva Albana Tregenda 2015” di Villa Papiano introdotto da Mauro Giardini sul “Dolce enigma”.