25 NOVEMBRE AGIVI ELEGGE A MILANO IL NUOVO DIRETTIVO

Nel libro pubblicato di recente da Skirà “Storia moderna del vino italiano” a firma di Walter Filiputti, c’è un capitolo a cui ho collaborato dedicato alla situazione dell’enologia italiana di questi ultimi anni. In particolare ho analizzato il passaggio di consegne che sta avvenendo nelle imprese vitivinicole italiane tra la generazione passata e quella che

Nel libro pubblicato di recente da Skirà “Storia moderna del vino italiano” a firma di Walter Filiputti, c’è un capitolo a cui ho collaborato dedicato alla situazione dell’enologia italiana di questi ultimi anni. In particolare ho analizzato il passaggio di consegne che sta avvenendo nelle imprese vitivinicole italiane tra la generazione passata e quella che rappresenta il futuro del vino italiano.

La mia analisi si è basata sui risultati della ricerca condotta da Nomisma Wine Monitor e Agia-Cia (Associazione giovani imprenditori della Confederazione italiana agricoltori) presentata il 6 agosto 2015 a Roma; risultati che illustrano un quadro estremamente articolato della situazione e uno scenario interessante nelle sue prospettive future. I dati della ricerca contano in Italia 24.000 giovani produttori di vino e le aziende di questi giovani crescono proporzionalmente il doppio delle aziende “senior” con la metà del credito, perché usano la rete e i social media per promuovere le loro bottiglie dentro e fuori i confini nazionali e studiano marketing.

Questi nuovi produttori di vino stanno favorendo un ricambio generazionale che, nonostante i dati di cui sopra, nel nostro Paese stenta a decollare, ma segna il passo anche in Europa dove solo il 7,5% dei produttori ha meno di 35 anni. Quindi, nonostante oggi l’Italia vanti primati da record nel comparto e conti circa 385.000 aziende agricole con vigneti e 63.000 aziende vinificatrici, solo il 3-4% dei titolari d’impresa ha un’età inferiore ai 40 anni.

L’identikit dei giovani produttori di vino?

Hanno tra i 25 e i 36 anni e posseggono un’istruzione medio-alta (75% diplomati e 15% laureati); parlano inglese e oltre il 90% ha un’ottima conoscenza del web; in otto casi su dieci si connettono quotidianamente a Internet, mentre in cinque casi su dieci usano la rete per promuovere i propri prodotti, raggiungendo più facilmente i consumatori e ampliando la propria clientela. Ma non solo: soprattutto con i social possono condurre indagini di mercato per comprendere e anticipare i gusti e le esigenze dei compratori, orientando la propria offerta. Il 60% ha rilevato l’impresa di famiglia e più della metà svolge attività multifunzionali.

Molti di questi giovani imprenditori fanno parte di Agivi (Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani) che il 25 Novembre a Milano si riunirà presso l’Hotel Magna Pars per eleggere il nuovo direttivo.

L’Assemblea di quest’anno vede il rinnovo del Consiglio e della Presidenza, dopo gli ultimi sei anni di mandato di Carlotta Pasqua. Al termine dell’Assemblea elettiva riservata ai Soci, è stata organizzata una parte dedicata esclusivamente agli invitati Agivi dove ci sarà un incontro-talkshow che avrà inizio alle 16.00.  Grazie alle testimonianze di Giorgia Martone, Direttore Marketing ICRCosmetics e di Barbara Tamburini, Enologo e Consulente, gli invitati conosceranno da vicino l’arte della creazione dei profumi e cercheremo di trovare analogie tra questi due affascinanti mondi, i profumi e il vino. A moderare il tutto sarà il direttore di Civiltà del Bere, Alessandro Torcoli. A coronamento della giornata un goloso appuntamento conviviale al Ristorante del Magna Pars "Da Noi In" con la cucina dello Chef stellato Fulvio Siccardi.

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