Tre le aziende partner del Premio "Michele D'Innella"

Durante la presentazione della guida alla stampa e contemporaneamente alla premiazione dei vini della Corona, verranno premiati tre importanti firme del giornalismo di settore italiano. Riceveranno il Premio Michele D’Innella i giornalisti Davide Rampello, Fabio Piccoli, Alberto Lupini e Alessandro Regoli. Partner del premio le aziende La Viarte, Tenuta Carretta, Montalbera e il Consorzio di Tutela del Soave.

L’Azienda Agricola La Viarte è situata a Prepotto (UD) nella zona DOC Colli Orientali del Friuli. E' possibile visitare la cantina e degustare i vini prodotti.

La Viarte, in friulano "primavera", è una delle più prestigiose realtà vitivinicole dei Colli Orientali del Friuli. Il vigneto di 27 ettari, gestito con grande passione e cura, rappresenta il fiore all'occhiello della cantina che si contraddistingue da sempre per il grande impegno nella valorizzazione dei vitigni autoctoni. Ben 8 infatti sono le varietà friulane coltivate tra cui il prezioso Schioppettino, il Friulano, la Ribolla Gialla, il Pignolo, il Refosco dal peduncolo rosso, il Tazzelenghe, il Verduzzo ,ed il Picolit. Assieme a questi , altri importanti vini internazionali come il Pinot Bianco,Pinot Grigio, sauvignon, Cabernet,e Merlot testimoniano la filosofia aziendale che si esprime in prodotti dall'eleganza senza tempo e dalla primaria attenzione alle caratteristiche varietali. La cantina ha iniziato la commercializzazione dei propri vini ben oltre 10 anni dalla sua nascita nel 1973. Tanto è il tempo che è stato necessario per terrazzare i vigneti e portarli ad un giusto equilibrio per produrre vini di grande importanza. L'obiettivo primario dell'azienda è sempre stato quello di distinguersi per vini che potessero emozionare e solo attraverso un'oculata e mirata conduzione dei vigneti ciò ha potuto realizzarsi fin dall'inizio. La parte non vitata dell'azienda è stata volutamente mantenuta a bosco, per preservare il paesaggio ed il naturale equilibrio microclimatico. Lo stile aziendale è fedele a se stesso negli anni: fondamentale è la riconoscibilità del vitigno e del terroir in ogni vino con un'impronta sempre elegante. Riconoscibilità e coerenza anche nel brand aziendale caratterizzato da bottiglia ed etichetta scura uguale per tutti i vini e sostanzialmente immutato negli anni.

La cantina dista 30 km dall'aeroporto di Ronchi dei Legionari e 12 km dalla stazione ferroviaria di Cividale del Friuli.

Dati cantina
Proprietà: Alberto Piovan
Enologo: Gianni Menotti
Superfici: 26 ettari
Produzione: 100.000 bottiglie annue

Vini bianchi: Friulano, Ribolla Gialla, Sauvignon, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Liende
Vini rossi: Tazzelenghe, Pignolo, Cabernet, Merlot, Ròi, Refosco dal peduncolo rosso, Schioppettino di Prepotto
Vini dolci: Verduzzo Friulano, Siùm (passito)

Visita alla cantina su prenotazione (tel. 0039 0432 759458 oppure laviarte@laviarte.it)
25 persone max sedute, fino a 60 in piedi
Aperto tutto l'anno dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. Sabato e domenica previo contatto telefonico.
Vendita diretta
Lingue parlate: inglese e tedesco
Parking per 30 auto e 3 pullman
Sala degustazione con 25 posti a sedere
Prezzo Degustazione: 10 Euro (solo degustazione), 15 Euro (con visita)

CONTATTI
Via Novacuzzo, 51
33040 PREPOTTO (UD)
Tel 0039 0432 759458
Fax 0039 0432 753354
laviarte@laviarte.it
www.laviarte.it

L’Azienda vitivinicola Tenuta Carretta è situata a Piobesi d’Alba (CN), nel Roero, ed è la più ricca di storia di tutto il territorio di Langhe e Roero. La cantina è parte integrante di un sistema che comprende un ottimo ristorante, un wine shop e un elegante Boutique Hotel con 10 camere di charme. Fa parte delle proprietà anche la Locanda in Cannubi, ristorante con 3 camere posto in una delle posizioni più panoramiche della celebre collina di Barolo.
Tenuta Carretta è la più antica delle aziende piemontesi: il 28 novembre 1467, con atto pubblico, Andrea Damiano consignore di Piobesi dà e concede a coltivare a mezzadria le sue vigne “in loco dicto ad Carretam”.
I vigneti che fanno parte della Tenuta sono parte del distretto viticolo Langhe-Roero e Monferrato, un territorio riconosciuto nel 2014 dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, e si estendono oggi su 65 ettari.
La parte più rilevante, 35 ettari, è rappresentata da un unico appezzamento che si estende ad anfiteatro tutto intorno alla cantina. Ma la proprietà comprende anche un appezzamento di 2,6 ettari a Barolo, nella collina di Cannubi: da qui trae origine l’uva nebbiolo destinata alla produzione dei Barolo Cannubi e Barolo Cannubi Riserva. Poi altri vigneti a Treiso (per il Barbaresco) e ad Alba (per Nebbiolo d’Alba e Dolcetto d’Alba).
Tenuta Carretta è una delle poche aziende a poter vantare vigneti di nebbiolo in tutte le principali aree di espressione di questo vitigno, dal Nebbiolo d’Alba al Roero, dal Barbaresco al Barolo, fino al Langhe Nebbiolo.
L’attuale filosofia di coltivazione del vigneto si fonda sui temi della sostenibilità ambientale che, uniti alle tecniche di viticoltura integrata, costituiscono la premessa per la valorizzazione dei territori di origine delle uve. Il risultato: vini di personalità, espressione fedele del territorio d’origine.
Tenuta Caretta è aperta per le visite tutti i giorni della settimana ed è anche dotata di un eliporto. Dista 10 km da Alba in direzione Torino ed è accessibile attraverso la A33 Asti-Cuneo.

Dati cantina
Proprietà: Famiglia Miroglio
Enologo: Roberto Giacone
Superfici: 65 ettari
Produzione: 400.000 bottiglie annue

Vini bianchi: Roero Arneis, Langhe Favorita, Gavi
Vini rossi: Dolcetto d’Alba, Nebbiolo d’Alba, Barbera d’Alba, Barbera d’Alba superiore, Langhe Nebbiolo, Barbaresco, Roero, Barolo, Barolo Riserva
Vini dolci: Moscato d’Asti, Barolo chinato

CONTATTI
Loc. Carretta, 2 - 12040 PIOBESI D’ALBA (CN)
ENOTECA WINE SHOP, VISITE ALLA CANTINA E DEGUSTAZIONI
Tel +39.0173.619119 - Fax +39.0173.619931 - shop@tenutacarretta.it
Prezzo degustazione: 10 € (solo degustazione), 15 € (con visita). Per le visite è richiesta la prenotazione.
Il negozio aziendale oltre ai vini offre anche una selezione di specialità alimentari del territorio.
Orari di apertura: 9/13 – 14,30/18,30, giorni feriali; continuato 10/19, prefestivi e festivi .
RISTORANTE TENUTA CARRETTA
Tel +39.0173.619261 - Fax +39.0173.619160 - www.tenutacarretta.it - ristorante@tenutacarretta.it
Chiuso il lunedì e il martedì a pranzo
RISTORANTE LOCANDA IN CANNUBI
Via Crosia, 14 - 12060 Barolo (CN); Tel +39.0173.56294 - www.locandaincannubi.it - info@locandaincannubi.it - Chiuso il mercoledì
BOUTIQUE HOTEL TENUTA CARRETTA
Località Carretta, 4 - 12040 Piobesi d’Alba (CN) - Tel +39.0173.619261 - Fax +39.0173.619160 - ristorante@tenutacarretta.it

L’azienda Agricola Montalbera nasce all’inizio del ventesimo secolo in un territorio compreso fra i comuni di Grana, Castagnole Monferrato e Montemagno. Verso la metà degli anni ottanta, la famiglia Morando, adotta una politica di espansione non ancora ultimata, con l’acquisizione di terreni confinanti e l’impianto diretto di nuovi vigneti. Oggi l’azienda, con una produzione incentrata principalmente su Ruchè e Barbera, è circondata da vigneti di proprietà disposti in forma circolare, a corpo unico, in posizione interamente collinare, con esposizioni diverse e suoli che vanno dall’argilloso al calcareo. Da generazioni la famiglia Morando crede e investe nella viticoltura piemontese e grazie a questo impegno costante, oggi Montalbera si pone di diritto tra le grandi realtà vinicole del Piemonte. Le fondamenta di questo successo risiedono in valori solidi e riconoscibili che si traducono con grande chiarezza nei vini prodotti dall’azienda. Rigore e progettualità. Interpretazione e terroir. Queste sono le basi della filosofia produttiva Montalbera. Un pensiero che mette al centro di tutto il vino frutto, esaltando le grandi peculiarità dei vigneti, interpretandone le caratteristiche e declinandole in modi diversi, dall’acciaio al legno, dalla sovra-maturazione all’appassimento, così da valorizzare al meglio la sfaccettata personalità di ciascun vitigno.
Montalbera crede da sempre nel Ruchè e nella sua unicità e ha fatto di questo autoctono la sua icona. Per questo l’azienda ha scelto di investire in una ricerca in grado di tracciare la patente genetica di un vitigno dalla origini incerte e spesso collocato accanto ad altre varietà in realtà molto distanti per terroir ed espressione. Obiettivo del lavoro (svolto dal laboratorio Bioaesis di Ancona) è stato quello di utilizzare il DNA come un invisibile barcode per determinare la tracciabilità genetica del vitigno. Tutte le analisi effettuate hanno confermato che il Ruchè possiede un suo assetto genetico caratteristico e diverso dalle altre varietà di vite presenti nei database. L’identità del Ruchè è stata dunque tracciata e analizzata, collocando il vitigno nel panorama dei varietali autoctoni che fanno grande la viticoltura italiana.
Un’altra delle particolarità di Montalbera è quella di essere una realtà a cavallo tra le due grandi zone vinicole del Piemonte: il Monferrato e le Langhe. La radici della famiglia Morando sono a Castiglione Tinella, luogo di origine del capostipite Enrico Riccardo Morando. E proprio a Castiglione Tinella si trovano i circa 15 ettari di vigneti impiantati a Moscato d’Asti di proprietà della famiglia. Ed è da questi vigneti che Montalbera produce il Moscato d’Asti DOCG San Carlo che prende il nome dall’antica chiesetta di San Carlo che si trova a pochi metri dalla casa natale del capostipite.
Il trend di crescita positivo e costante che ha caratterizzato l’azienda negli ultimi anni, ha portato la Famiglia Morando ad investire, in occasione del decennale del brand Montalbera, in un importante ampliamento della cantina di Castagnole Monferrato. L’intervento ha interessato gli spazi sotterranei dedicati allo stoccaggio e all’affinamento, la barricaia e l’area dedicata all’accoglienza in una suggestiva struttura dalla quale è possibile ammirare gli oltre 140 ettari di vigneto accorpati in un solo appezzamento. Al corpo originario si sono aggiunti in totale 800 mq che comprendono anche una sala degustazione e un wine shop, due spazi pensati per accogliere winelovers ed enoturisti da tutto il mondo.

Nei giorni feriali il wine shop e lo spazio accoglienza sono aperti dalle ore 9.00 alle ore 17.00 e nei giorni festivi dalle ore 9.00 all ore 18.00. La cantina è visitabile su prenotazione e con diverse formule di visita disponibili sul sito montalbera.it.

Dati cantina
Proprietà: Famiglia Morando
Enologi: Luca Caramellino, Andrea Paglietti
Superficie: 175 ettari
Produzione: 650.000 bottiglie annue

CONTATTI
Per prenotare la vostra visita in cantina e per maggiori informazioni:
visite@montalbera.it
tel: +39.011.9433311
www.montalbera.it

Vinibuoni a Cheese nell'Enoteca del Sigaro Toscano

Torna quest'anno a Bra (CN) Cheese, la manifestazione dedicata al mondo dei formaggi organizzata da Slow Food Italia e dalla Città di Bra.

Dal 18 al 21 settembre saranno protagonisti le centinaia di stand del Mercato dei Formaggi assieme agli affinatori da tutto il mondo.

La guida Vinibuoni d'Italia, che da sempre si occupa di autoctoni provenienti da tutta Italia, sarà presente all'interno dello Stand del Sigaro Toscano.
Anche in questo caso porterà una piccola rappresentanza di eccellenze vinicole inconsuete, delle vere e proprie chicche da degustare nello spazio del Club Amici del Toscano, che per tutti i giorni della manifestazione proporrà un'enoteca, riservata ai soli maggiorenni fumatori e gratuita per i soci vecchi e nuovi del Club (con possibilità di fare l’iscrizione sul posto), dove abbinare la selezione di vini, birra e distillati al sigaro Toscano.

Ecco le proposte di passiti e spumanti a cura della guida:

PASSITI

Bera
Neviglie (CN) - Piemonte
Piemonte Doc Moscato passito "Nuovo messaggio" - 100% Moscato

Cantine del Notaio
Rionero in Vulture (Pz) - Basilicata
Basilicata Igt Bianco L'Autentica 2013 - Moscato (70%) e Malvasia (30%)
Premiato con la corona sull'edizione 2016 della guida Vinibuoni d'Italia

La Masera
Piverone (TO) - Piemonte
Erbaluce Passito di Caluso D.O.C.G. Venanzia - Erbaluce (100%)

La Roncaia
Cergneu di Nimis (UD) - Friuli Venezia Giulia
Colli Orientali del Friuli Picolit Docg 2011 - Picolit (100%)
Premiato con la corona sull'edizione 2016 della guida Vinibuoni d'Italia

La Viarte
Prepotto (Ud) - Friuli Venezia Giulia
Friuli Colli Orientali Doc Siùm - Picolit (50%) e Verduzzo friulano (50%)

Tenute Tomasella
Mansuè (TV) - Veneto
Chinomoro - Merlot (100%) chinato, ottenuto in maniera naturale da infusione di oltre 50 ingredienti, fra aloe, artemisia, colombo, coriandolo, rabarbaro, china, arancia e sambuco.

Zenato
Peschiera del Garda (VR) - Veneto
Veneto IGT Bianco Passito Rigoletto - Trebbiano (100%)

SPUMANTI

Endrizzi
S. Michele all'Adige (TN) - Trentino
Trento DOC Riserva Piancastello brut 2010 - Chardonnay 60%. Pinot Nero 40%
Premiato con la corona sull'edizione 2016 della guida Vinibuoni d'Italia

Ruggeri
Valdobbiadene (TV) - Veneto
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Spumante Brut Vecchie Viti 2014 - Glera 90%, Verdiso 6%, Bianchetta 2% e Perera 2%
Premiato con la corona sull'edizione 2016 della guida Vinibuoni d'Italia

Enrico Serafino
Canale (CN) - Piemonte
Alta Langa DOCG Spumante Zero 2009 - Pinot Nero (85%) e Chardonnay (15%)
Premiato con la corona sull'edizione 2016 della guida Vinibuoni d'Italia

Tenute Tomasella
Mansuè (TV) - Veneto
Spumante Rosato demi-sec Osè 2014 - Refosco e Verduzzo

Zenato
Peschiera del Garda (VR) - Veneto
Lugana Metodo Classico Brut DOC 2013 - Trebbiano (100%).

Per ulteriori informazioni sullo Stand del Sigaro Toscano e sui suoi laboratori (è necessario registrarsi sul sito per accedere):
http://club.amicideltoscano.it/html/cheese2015/index.php

Per ulteriori informazioni si Cheese:
http://cheese.slowfood.com/it/

Successo di pubblico per A Sparkling Night

Complice il bel tempo il fuori salone della XXXVIII Mostra Nazionale dell’Antiquariato ha attirato un gran numero di persone, con un pubblico eterogeneo: giovani , famiglie, appassionati di vino e neofiti, per un totale di circa 800 partecipanti.

L’offerta di 248 spumanti da tutta Italia, un’ideale prosecuzione ed ampliamento del percorso proposto in occasione dell’inaugurazione della Mostra, ha dato la possibilità ai presenti di avvicinarsi a realtà meno conosciute ma non per questo di minor valore, un obiettivo che da sempre la guida ViniBuoni d’Italia edita dal Touring Club si propone negli eventi a cui è presente.

Oltre a Franciacorta, Trento, Alta Langa e Cartizze, i primi ad essere esauriti vista la grande richiesta, un ottimo riscontro hanno avuto anche gli spumanti del territorio e quelli da vitigni autoctoni italiani: dai Nebbiolo, Cortese, Erbaluce, Lugana, Durella del Nord Italia, ai Lambrusco, Verdicchio, Sangiovese, Trebbiano del Centro Italia, per finire con Bombino Bianco, Aglianico, Negramaro, Fiano, Montepulciano dal Sud Italia, Vermentino e Torbato dalla Sardegna e Frappato dalla Sicilia.

Nell’arco della serata sono state servite circa 2000 degustazioni e più di 500 piatti, accompagnati dalle eleganti note del Caligola Dj set.

I partecipanti hanno avuto inoltre la possibilità di visitare la Mostra di Antiquariato a prezzo ridotto, durante la serata aperta straordinariamente fino alle 21 e anche nel weekend.

A Sparkling Night è stata anche una piccola anteprima di WineAround – vini de dintorni, evento che FoodAround in collaborazione con ViniBuoni d’Italia e Slow Food Condotta del Marchesato riproporrà a fine novembre per la seconda edizione.

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Le Sparkling Star votate dal pubblico

Ha riscosso anche quest’anno un grandissimo successo il concorso “Vota la tua Sparkling Star” .
Durante il Vinitaly di Verona agli operati del settore, ai ristoratori e a tutti i winelovers italiani e stranieri che si sono accreditati al nostro stand è stato chiesto di dare un voto a tutti gli spumanti degustati.
Gli spumanti, suddivisi in sette categorie ( Metodo Classico, Franciacorta, Oltrepò Pavese, Trento, Metodo Charmat, Prosecco, Spumanti Dolci), sono stati votati con meticolosa attenzione, i degustatori spesso si consultavano tra loro dando luogo a vere e proprie discussioni e riflessioni prima di pronunciarsi sul risultato.
Tante sono state le conferme rispetto alle passate edizioni e altrettante sono state le sorprese.
Ottimo il risultato degli spumanti da uve autoctone che si sono aggiudicati il podio nella sezione Metodo Classico.

METODO CLASSICO

1° POSTO: La Scolca - Soldati La Scolca D'Antan Rosé Brut 2003
2° POSTO: Cantina Delsignore - Spumante Metodo Classico Rosé Dosaggio Zero
3° POSTO: La Scolca - Soldati La Scolca D'Antan Brut 2003

FRANCIACORTA

1° POSTO: Barone Pizzini - Franciacorta Docg Riserva Non Dosato Bagnadore 2008
2° POSTO: Ricci Curbastro - Franciacorta Docg Satén Brut 2010
3° POSTO: Fratelli Berlucchi - Franciacorta Docg Riserva Zero Casa delle Colonne 2007

OLTREPÒ PAVESE

1° POSTO: Travaglino - Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Brut Gran Cuvée Noir 2008
2° POSTO: Giorgi - Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Rosé Cruasé
3° POSTO: Il Montù - Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Il Millesimato 2007

TRENTO

1° POSTO: Moser - Trento Doc Brut Moser 51,151
2° POSTO: Endrizzi - Trento Doc Riserva Brut Endrizzi Pian Castello 2010
3° POSTO: Gaierhof - Trento Doc Brut Siris

METODO CHARMAT

1° POSTO: Tenuta del Buonamico - Spumante Rosé Brut Particolare Grand Cuvée
2° POSTO: Tenuta del Buonamico - Spumante Brut Particolare Inedito Première Cuvée
3° POSTO: Tenute Tomasella - Spumante Rosato Demi Sec Osé

PROSECCO

1° POSTO: Bortolomiol - Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg Dry Millesimato 2014
2° POSTO: Col Vetoraz Spumanti - Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg 2014
3° POSTO: Tenute Tomasella - Prosecco Doc Treviso Spumante Extra Dry Prò

SPUMANTI DOLCI

1° POSTO: Cantina Gallura - Moscato di Sardegna Doc Moscato di Tempio
2° POSTO: Viticoltori Riuniti Colli Euganei - Colli Euganei Fior d'Arancio Docg Spumante
3° POSTO: Cantine del Notaio - Moscato Spumante Dolce La Postilla

Archiviato Vinitaly, Vinibuoni protagonista con le sue stelle

Ci è piaciuto, questo Vinitaly 2015 per le tante persone che ci sono venute a trovare: le conferme di tanti operatori, specialmente stranieri, che si sono fermati allo stand a degustare le selezioni operate da Vinibuoni d’Italia, amici di tutti gli anni che ci commuovono per la loro fedeltà, ma soprattutto tante persone nuove che hanno iniziato ad apprezzare le scelte operate dalla guida. Persone e operatori che sono arrivati allo stand con il catalogo dei vini scaricato dal sito della guida o perché il passa parola di trovare in un unico spazio oltre 600 etichette diverse tra vini e spumanti rappresentava un buon motivo per un’anteprima di degustazione propedeutico alla successiva visita alle aziende selezionate in guida e presenti a Vinitaly.

Travolgente il successo di pubblico alla postazione degli spumanti, dove si è svolto il concorso “Vota la tua sparkling star” realizzato in collaborazione con Verallia Vetri.

Forte motivo di soddisfazione arriva dal pubblico giovanile a conferma delle ricerche in atto: consumatori attenti all’enocultura e alla sostenibilità, non solo movida ma atteggiamento conoscitivo ispirato alla ricerca della qualità, moderazione e responsabilità.

Molta attenzione ai laboratori di degustazione con protagonisti i salumi Levoni in giusto abbinamento ai vini negli educational tenuti dalla coordinatrice della guida, Liliana Savioli.

Altro protagonista di successo Grana Padano nelle tre stagionature classiche proposte in assaggio allo stand in abbinamento ai vini e apprezzate in particolar modo dagli operatori stranieri.

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Aria di Friuli Venezia Giulia, enogastronomia, cultura e territorio

E' stata presentata al Vinitaly, presso lo stand del Friuli Venezia Giulia, “Aria di Friuli Venezia Giulia”, l’appuntamento enogastronomico e culturale che si terrà dal 26 al 29 giugno 2015, e avrà in San Daniele del Friuli il suo centro.

Il 27 giugno sarà Bob Dylan, celebre cantautore statunitense, a salire sul palco scegliendo San Daniele come prima data del tour italiano, grazie alla collaborazione con il festival Collisioni che si tiene ogni anno a Barolo in provincia di Cuneo.

Aria di Friuli Venezia Giulia si inserisce all'interno del progetto "Expo e territori", in occasione di Expo2015, per valorizzare le risorse del territorio e la cultura delle comunità locali di un’area, meno nota dal punto di vista turistico, che include la fascia tra le montagne e il mare, composta da quei comuni affini e accumunati da forti peculiarità enogastronomiche e culturali, tutte ancora da far apprezzare.

Aria di Friuli Venezia Giulia nasce da Aria di Festa, storica festa del prosciutto di San Daniele che si svolge da oltre trent’anni e di grande richiamo per il pubblico (più di 150mila presenze nel 2014): una quattro giorni di sapori, musica, eventi e spettacoli per vivere la cittadina e il suo Prosciutto DOP, acquistando un respiro ancora più internazionale, capace di attrarre turismo anche dall’estero in un anno cruciale come quello di Expo.
Il concerto di Bob Dylan rappresenta la prima concretizzazione di questo intento.

Nel comune di San Daniele manterrà la stessa formula di successo di Aria di Festa, trasformando il centro storico cittadino in una grande sala di degustazione, con un’enoteca dei migliori vini regionali, e aprendo ai visitatori le porte dei prosciuttifici per accompagnarli in visite guidate che consentano loro di entrare in contatto diretto con gli unici luoghi dove avviene la produzione di questa eccellenza italiana, assaporandone le peculiarità con tutti i sensi.

Inoltre vedrà la partecipazione di numerosi artisti in concerto nei diversi luoghi della cittadina, ma anche un ampio parterre di scrittori, giornalisti, uomini di spettacolo di rilievo nel nuovo padiglione che verrà dedicato agli incontri col pubblico, oltre al potenziamento del cartellone degli esperti per le degustazioni di Prosciutto di San Daniele, dei grandi bianchi friulani e degli altri prodotti agricoli ed enogastronomici di maggior rilievo nella regione.
Attorno al comune di San Daniele del Friuli ruoteranno le attività di altri 12 comuni come Gemona del Friuli, Ragogna, Fagagna, Udine, Spilimbergo, Codroipo, San Giorgio della Richinvelda, Valvasone-Arzene, Maniago, Cividale del Friuli, Corno di Rosazzo e Aquileia.

Moscato d'Asti, la Dolce Vita...

Terra Tradizioni Territorio
Gioiello fulgido della vitivinicoltura piemontese, il Moscato d’Asti nasce in un territorio vitivinicolo ad altissima vocazione, caratterizzato da un paesaggio in cui il vigneto domina incontrastato.
La sua culla inizia dalle irte colline della Langa Cuneese, per distendersi sugli ameni declivi del Monferrato Astigiano e terminare sui primi contrafforti della pianura Alessandrina.
Delimitata fin dal 1932, la zona di produzione comprende oggi 52 Comuni che si trovano nel territorio di tre province del Sud Piemonte: Alessandria, Asti e Cuneo e la superficie totale del vigneto è di circa 10.000 ettari.
Circa 4.000 famiglie dedicano al Moscato tutta la loro passione, svolgendo un lavoro poliedrico e prezioso, spesso difficile e faticoso, che occupa tutte le stagioni dell’anno.
Sulle colline del Moscato il connubio viticoltore-vigneto evidenzia in maniera univoca lo stretto rapporto “Terra, Tradizioni, Territorio”.

La Produttori Moscato d'Asti Associati
Per tutelare i vignaioli, la filiera produttiva e per promuovere il Moscato d’Asti è sorta la Produttori Moscato d'Asti Associati, una società cooperativa agricola che raggruppa circa 2.000 aziende vitivinicole produttrici di uva Moscato d'Asti Docg, di cui circa 850 associate in sei cooperative di trasformazione. La base associativa della "Produttori Moscato d’Asti", estesa nelle tre province del territorio d'origine del Moscato d'Asti Docg, Alessandria, Asti e Cuneo, rappresenta circa il 40% delle ditte iscritte all'Albo vigneti del Moscato d’Asti Docg ed il 60% del vigneto di Moscato d’Asti, una larga rappresentatività quindi che consente alla "Produttori Moscato d’Asti" una consapevole capacità di affrontare le sfide che attendono la componente agricola del Moscato.

Sorsi di cultura e di dolcezza allo stand di Vinibuoni d’Italia
Aromatico, dolce ma non stucchevole, il Moscato d'Asti è un vino che sa stupire e farsi amare. Eccezionalmente facile per essere amato dai palati meno avvezzi alla degustazione, adeguatamente gioioso da poter essere goduto dagli estimatori, si distingue dagli altri vini per via della fermentazione parziale degli zuccheri che gli conferisce la leggerezza e il carattere frizzante. Il Moscato d'Asti, oltre a essere un vino pieno di sorprese, rappresenta anche un territorio, ricco di natura, prodotti tipici, cultura e storia. Potrete godere del suo fascino abbinato ad alcuni pasticcini della tradizione dolciaria piemontese al Padiglione 12 stand C2 di Vinibuoni d’Italia.

Wine & Vine, la fiera di Buttrio diventa nazionale

Regione, Ersa, Comune di Buttrio e Consorzio delle Doc
Sarà il Friuli Venezia Giulia ad ospitare la prima Fiera nazionale dei vini da vitigni autoctoni. Il titolo già in sè riassume il significato di questo importante progetto promosso dalla guida Vinibuoni d’Italia del Touring. Vino e vitigno (Wine&Vine) riassume l’impegno della guida che in questi primi 12 anni di attività, unica in Italia si è dedicata a promuovere la cultura vitivinicola della Penisola in stretto rapporto con la storia e le vocazioni tipiche del territorio. Nel progetto ci hanno creduto la Regione Friuli Venezia, Ersa (l’Agenzia di promozione regionale per lo sviluppo rurale), il Comune di Buttrio e il Consorzio delle Doc.
La Fiera Regionale dei Vini che si terrà dal 6 al 14 giugno, sarà il momento cruciale dell' affermazione di Buttrio come capitale italiana dei vini autoctoni.

Perché il Friuli ?
Proprio nella Regione, grazie alle intuizioni della famiglia Nonino, nacque quel grande movimento di opinione che portò in seguito alla riscoperta e alla rivalutazione del patrimonio nazionale dei vini da vitigni autoctoni.
E perché proprio Buttrio?

Perchè Buttrio?
Perché a Buttrio, all’inizio degli anni ’30 del Novecento, alcune persone, tra le quali spicca il conte Cino Florio, si impegnarono per creare le condizioni per dare maggior rilievo possibile al “fare vino” in maniera valida e efficace e per creare uno spazio di confronto e dibattito tra produttori per arrivare a qualificare sempre di più il vino prodotto, determinandone l’affermazione sul mercato.
Sempre a Buttrio e negli stessi anni era presente un vigneto ampelografico sperimentale, creato e voluto per gli stessi motivi: studiare le varietà di vitigni presenti, catalogare e sperimentare.
Durante la manifestazione di giugno, Vinibuoni d’Italia si impegnerà per creare i presupposti necessari per dare avvio al progetto di Buttrio capitale italiana degli autoctoni.

Vinibuoni prima ed unica guida dedicata agli autoctoni
Vinibuoni d’Italia, l’unica guida italiana dedicata esclusivamente ai vini prodotti da vitigni autoctoni, per prima ha saputo cogliere il legame inscindibile e indiscusso tra i vini autoctoni ed il territorio che li produce. Un legame che permette ai vini di essere ambasciatori speciali del territorio e al territorio di diventare vetrina per la promozione delle sue attrazioni turistiche e culturali.
Vinibuoni d’Italia ha scelto Buttrio, già da alcuni anni, per lo svolgimento delle selezioni regionali del Friuli Venezia Giulia per i vini che andranno inseriti nella guida del Touring Editore. E da tre anni Buttrio e Villa Di Toppo Florio sono sede anche delle selezioni a livello nazionale per l’assegnazione delle Corone e delle Golden Star ai migliori autoctoni, decretate dalle Commissioni della guida e dalle commissioni esterne di giornalisti, sommelier, consumatori raccolti nell’evento “Oggi le Corone le decido”.

Una rassegna unica in Italia
Durante la Fiera di giugno a Buttrio saranno presenti tutti i vini regionali selezionati, in un’eccezionale rassegna in cui saranno presenti i migliori prodotti enologici autoctoni presentati dalle aziende e selezionati dalle commissioni.
Vinibuoni d’Italia proporrà per la Fiera 2015, l’allestimento di un banco degustazione nazionale con la presenza dei vini selezionati per la guida edizione 2015 e la presentazione delle nuove annate provenienti da tutta Italia. A Buttrio, capitale degli autoctoni d’Italia, saranno presenti quindi i vini di tutta la Penisola, a disposizione del pubblico, tecnici, esperti e curiosi, ma anche occasione di incoming e luogo di incontro con i buyer.

Lessini Durello, un vulcano di bollicine

LA ZONA-ORIGINI
Passaggio dalla pianura alle Prealpi Venete, i Monti Lessini sono il risultato dell’attività d’antichi vulcani che sollevarono il fondo del mare decine di milioni d’anni fa, portarono alla superficie materiali basaltici e depositarono considerevoli quantità di tufo; si vennero a creare in tal modo terreni ideali per l’agricoltura, soprattutto per la coltivazione della vite, poiché la conformazione dei suoli ha la capacità di trattenere in buona misura il calore del giorno per renderlo durante la notte, e la porosità fa sì che si accumulino le acque piovane, che sono rilasciate all’occorrenza.
Un ambiente siffatto non può che essere ideale per ottenere frutti di qualità che portano al loro interno l’impronta della terra d’origine, siano essi ciliegie o uva: troveremo così una certa salinità ed un gusto di fondo unici, assai gradevoli e di gran soddisfazione. Inoltre, la conformazione chimica dei suoli costituisce una certa barriera al proliferare di molte specie d’insetti dannosi alle coltivazioni, limitando in tal modo l’impiego d’antiparassitari e favorendo l’uso di rimedi naturali, non invasivi e rispettosi dell’ambiente. I vigneti convivono con altre colture e con i boschi, costituendo un ecosistema unico, ulteriormente valorizzato dal Parco Naturale dei Monti Lessini.

LA STORIA
Ritrovamenti di fossili preistorici in alta Valle d’Alpone testimoniano la presenza di antenati dell’attuale vitis vinifera e confermano l’antica e consolidata vocazione enologica dei Monti Lessini. I Romani conoscevano e coltivavano qui dell’ottima uva da vino dalla caratteristica buccia molto resistente chiamata “duràcinus”, nome modificato in “Durasena” in epoca medioevale ed in seguito nell’odierno “Durella”.
Più di mille vendemmie la fanno rientrare nella categoria dei vitigni autoctoni, dei quali l’Italia custodisce il maggior numero al mondo. La Repubblica di Venezia favorì la coltivazione della Durella e la produzione di questo vino, arrivando a prescrivere d’imbarcarne una certa quantità sulle proprie navi mercantili a fini curativi e corroboranti, vista la spiccata acidità che lo contraddistingueva, caratteristica che troviamo anche oggi.

IL VITIGNO E I VINI
La Durella è un vitigno generoso con grappoli compatti formati da bacche dal bel colore giallo oro, dalla buccia spessa e resistente, ricche di tannini nobili e con buona dose di sostanze acide, che, pur non essendo facili da domare, forniscono ottimi spunti per la produzione di vini, sia fermi sia spumantizzati. I terreni d’origine vulcanica forniscono alla pianta non solo ottimo nutrimento, ma soprattutto sali minerali e microelementi che donano interessanti doti di sapidità al vino, trasformandolo da tendenzialmente rustico in un prodotto delicato e beverino. L’evoluzione del gusto e delle ricerche applicate all’agricoltura ed alla vinificazione hanno modificato i caratteri del Durello, senza tuttavia snaturarne lo spirito: grazie alla caparbietà di agricoltori illuminati la tradizione è stata mantenuta; leggere modifiche sono state sperimentate con successo ed applicate su vasta scala. Un’oculata opera di comunicazione ha fatto sì che i vini dei Monti Lessini non perdessero la propria identità, ma ne acquisissero una al passo coi tempi per ritagliarsi uno spazio ben definito ed un’univoca identità.
Il Consorzio di Tutela Vini Lessini Durello ha svolto opera meritoria nell’accompagnare i vignaioli in una sorta d’esplorazione delle potenzialità di quest’uva squisitamente territoriale, affinché si riuscisse ad esprimere in modo compiuto quello che si definisce terroir: un termine che non comprende solo le caratteristiche del terreno e del clima dell’area, ma che soprattutto racchiude l’insieme delle conoscenze e delle tradizioni che si sono stratificate nel tempo, che perciò non possono che essere uniche. La Doc Monti Lessini Durello, che risale al 1988 e che individua comuni in provincia di Verona e di Vicenza, prevede differenti tipologie, sia di vini fermi sia spumanti. 
È da questi ultimi che stanno giungendo le maggiori soddisfazioni, poiché si stanno sfruttando le doti innate dell’uva, valorizzandole al punto che oggi esiste la Doc Lessini Durello, che comprende vini prodotti secondo il Metodo Martinotti-Charmat ed il Metodo Classico; due strade che portano a destinazioni differenti ma con elementi in comune, rappresentati dalla piacevole freschezza e dalle inconfondibili note minerali accompagnate da netti ricordi di mela renetta

Vermouth, il vino speciale tornato a fare tendenza

Il Vermouth, ignorato per molto tempo dalle mode, oggi è tornato in auge ed è protagonista di una vera e propria tendenza che coinvolge non solo l’ora dell’aperitivo, ma, declinato nei vari cocktail, momenti diversi della giornata e della notte. La Guida Vinibuoni d’Italia registra questo interessante fenomeno, proponendo il Vermouth all’attenzione dei suoi lettori proprio perché, diversamente da altre bevande, la sua produzione e la sua storia sono direttamente collegate al vino. Inoltre, nell’ambito di un’attenta promozione e valorizzazione delle glorie enologiche nazionali, essendo il Vermouth inserito nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali disposto dal Ministero delle Politiche Agricole, si colloca a diritto come una delle eccellenze del paniere enologico del Belpaese.

Un’invenzione tutta torinese
Durante il XVIII secolo a Torino e in altre località del Piemonte si sviluppò una vera e propria aristocrazia di vermuttieri. A Carpano, a cui dobbiamo anche l’invenzione del Punt e Mes, seguirono Cora, Cinzano, Martini & Rossi, Gancia, Gamondi, Anselmo, Ballor, Calissano e Chazalettes che fecero conoscere questo prodotto anche all’estero.
Oggi molte di queste aziende non sono più sul mercato, altre hanno rinunciato all’utilizzo del nome Vermouth puntando, a causa delle accise, a valorizzare il brand aziendale a discapito dell’indicazione storica. Tra tutte in forte espansione nel successo del Vermouth, soprattutto sui mercati stranieri, si è affermata l’azienda Toso di Cossano Belbo.

Vino, erbe aromatiche e spezie
Il Vermouth è prodotto con vino bianco. In origine il vino base era il Moscato Bianco di Canelli, addizionato con un infuso di erbe aromatiche e spezie realizzato secondo ricette gelosamente custodite dai singoli fabbricanti, reso amabile con l’aggiunta di zucchero, ma senza impiego di coloranti.
Oggi fra i vini impiegati per la produzione del Vermouth troviamo vini bianchi e secchi, sia di origine piemontese che di altre regioni italiane, che presentino una alcolicità moderata e un’acidità contenuta. Fra i maggiori produttori di vini destinati all’elaborazione di Vermouth troviamo le regioni vocate di Sicilia, Emilia-Romagna e Puglia. Oltre al vino vengono impiegati, in misura decrescente, altri ingredienti come zucchero (o saccarosio, caramello, zucchero bruciato), alcool etilico (a 95-96°), erbe aromatiche, spezie ed eventuali altri aromi.
Le componenti aromatiche giocano un importantissimo ruolo nella caratterizzazione finale del Vermouth; l’ingrediente base è rappresentato dall’artemisia maggiore o assenzio. Le spezie utilizzate sono oltre una trentina, secondo modalità e quantità che rimangono spesso un segreto del produttore. Tuttavia le erbe e le spezie maggiormente impiegate sono le foglie di artemisia maggiore, la melissa, la maggiorana, il timo, la salvia, la camomilla, il sambuco, l’anice stellato, il coriandolo, la noce moscata, lo zafferano, lo zenzero, la genziana, la china, la cannella, il cardamomo e molte altre ancora.

Le tipologie
Si distinguono varie tipologie di Vermouth: il Bianco, molto delicato, dolce e aromatico. Il Rosso, che presenta un aroma più intenso e un retrogusto amarognolo. Il Rosé, dal sapore piacevole, fruttato e un leggero retrogusto amaro. Infine il Dry, dall’aroma simile ai vini invecchiati, meno dolce degli altri e maggiormente alcolico.
Il Vermouth va conservato come fosse un vino pregiato, ma attenzione a non lasciarlo in cantina troppo a lungo, perché le spezie presenti potrebbero perdere la loro fragranza ed intensità.

Un utilizzo versatile
Il Vermouth viene spesso servito come aperitivo, ma anche come digestivo. Se liscio, deve essere ghiacciato o servito con ghiaccio; tradizionalmente, quello Bianco con una fetta di limone e quello Rosso con una fetta di arancia. Il Vermouth è alla base di una miriade di cocktail di fama internazionale. La Guida si è cimentata nell’offrire ai suoi lettori 40 ricette.
Ma il Vermouth è anche protagonista in cucina, dove viene usato per smorzare o insaporire ripieni, farciture, salse e marinate. Si abbina bene sia con il pesce sia con la carne bianca, in particolare pollo e maiale. Può anche essere usato come alternativa al vino bianco quando una ricetta lo richieda.

Il disciplinare
Il Vermouth “Classico”, per legge, deve essere caratterizzato da un titolo alcolometrico compreso fra 14,5° e 22°; il contenuto di zuccheri complessivi non deve essere inferiore a 14 grammi per 100 millilitri. Per quanto riguarda le versioni secche “Dry” ed extra secche “Extra Dry”, il contenuto alcolico minimo è di 18° mentre la quantità di zuccheri non deve essere superiore ai 14 grammi per 100 millilitri.

Toso protagonista della nuova epopea
Il legame Toso-Vermouth ha radici profonde e ribadisce il carattere di piemontesità che contraddistingue l’azienda che, conseguiti grandi successi in Italia, raccoglie consensi sempre più crescenti nei vari Paesi europei, in particolare in Francia, Svizzera e Germania, dove il bere miscelato ha una tradizione forte e consolidata.

La storia
Sono passati più di cento anni dal 1910, quando Vincenzo Toso, bisnonno degli attuali titolari, trasferiva l’azienda da Asti a Cossano Belbo. La cantina Toso passava, così, da un mondo di colline dove dominava il vitigno Barbera, a un altro territorio collinare dove prevaleva il Moscato. E qui avrebbe messo radici durature, seguendo fino a oggi un percorso esclusivamente familiare. Tre sono le figure che oggi guidano la Toso: i due fratelli Pietro e Gianfranco e il cugino Massimo.
Dopo un secolo di attività, la Toso S.p.A. è una tra le più moderne realtà industriali del settore enologico italiano, con una produzione di 21 milioni di bottiglie (11 milioni di Vermouth e 10 milioni di vino) e un fatturato per l’anno 2013 di 35 milioni di euro. L'estrema cura dedicata ai processi di filiera, dalla vigna alla cantina, concorre a rinsaldare nei vini di ogni vendemmia tradizione e innovazione all’insegna 
della qualità. Professionalità e spiccata intraprendenza imprenditoriale hanno consentito all’azienda di affermarsi nei principali mercati internazionali grazie ad un’articolata produzione di qualità che annovera vini, spumanti, Vermouth e il famoso Toccasana Negro.

L’impegno sostenibile
Una forte sottolineatura merita l’impegno della Toso nella riduzione dell’impatto ambientale causato dalle attività produttive. L’obiettivo della piena ecosostenibilità si focalizza, da un lato, sulla produzione di energia da fonti rinnovabili per le necessità produttive e dall’altro sul totale trattamento dei residui di lavorazione che vengono immessi nell’ambiente. L’impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica consente di evitare ogni anno l’emissione di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera, il depuratore aziendale permette la completa bonifica degli scarichi reflui, la caldaia a biomasse produce calore con combustibili vegetali, il sistema di riciclaggio recupera l’aria e l’acqua calda prodotte dai macchinari in funzione.