Enoteca Italia e Sparkling Star a Vinitaly 2015

ENOTECA ITALIA A VINITALY 2015
Vinibuoni d’Italia in prima fila nella promozione dei vini tipici

Con la realizzazione di Enoteca Italia la guida del Touring promuove a Vinitaly l’eccellenza dei vini da vitigni autoctoni portando in degustazione oltre 370 vini - Padiglione 12 – Stand C2

La guida Vinibuoni d’Italia, in continuità con le iniziative promozionali già intraprese negli scorsi anni, intensifica il suo impegno di valorizzazione dei vini da vitigni autoctoni italiani, organizzando a Vinitaly un grande banco degustazione in cui si potranno apprezzare oltre 300 vini provenienti da tutte le regioni italiane.

Giunta all’undicesima edizione la guida promuove il Made in Italy del vino proponendo e premiando anche le tipologie meno conosciute, ma degne di essere apprezzate per l’eccellente qualità dimostrata.

“Enoteca Italia” porta in scena una degustazione di vini italiani del tutto eccezionale, poiché in un solo spazio sarà possibile apprezzare un numero elevato di vini rappresentativi del prezioso ed unico mosaico vitivinicolo che il mondo intero ci invidia, selezionati dalla guida per la loro piacevolezza, per la loro bevibilità e per la corrispondenza netta che esprimono con il vitigno e il territorio di appartenenza.

Per la degustazione dei vini occorre accreditarsi presso lo stand Vinibuoni d’Italia, quindi richiedere i vini indicando il numero di codice contrassegnato sul catalogo. I vini saranno serviti e spiegati dai coordinatori regionali della guida.

A VINITALY 2015 VOTA LA TUA SPARKLING STAR
Con Vinibuoni d’Italia diventi protagonista votando il migliore spumante made in Italy in collaborazione con Verallia

L’Italia, anche quest’anno, si propone come primo esportatore e primo produttore mondiale di vini e gli spumanti si confermano al top all’interno del settore vinicolo, con le esportazioni in continuo aumento, con percentuali di crescita impressionanti anche nei mercati emergenti.

Vinibuoni d’Italia intende seguire questo trend caratterizzato anche da un’evoluzione dei prodotti in forte espansione qualitativa. Pertanto la Guida del Touring a Vinitaly 2015 propone a Vinitaly in degustazione “bollicine” provenienti da tutte le regioni italiane.

Accanto alle tipologie più conosciute, saranno presenti alcune piccole produzioni nate, in molti casi, dalla sperimentazione dei produttori.

Anche quest’anno legato alla degustazione degli spumanti, Vinibuoni d’Italia propone il concorso “Vota la tua Sparkling Star”.

Il concorso si articola in 7 sezioni per la nomination del migliore spumante eletto dagli operatori e dai visitatori che degusteranno i vini presso lo stand di Vinibuoni d’Italia a Vinitaly.

Lo spumante maggiormente votato, per ogni categoria, in collaborazione con Verallia, sarà premiato a Merano WineFestival nel prestigioso evento della presentazione della Guida Vinibuoni d’Italia 2016, in cui verranno anche segnalati gli spumanti che vinceranno nelle singole sezioni.

Zuppa di Fagioli Zolfini con farro e mazzancolle al lardo di Colonnata

Ingredienti

In una casseruola fare rosolare a fuoco lento una cipolla e il rosmarino in olio extravergine di oliva. Versare i fagioli, coprire con il brodo vegetale e aggiustare di sale e pepe.Continuare la cottura per circa 40 minuti, poi frullare e passare al setaccio. Cuocere per 15 minuti circa il farro in una casseruola con acqua, una presa di sale, una carota, una costa di sedano, una cipolla e cinque chicchi di pepe in grani. Arrotolare le mazzancolle con il lardo di Colonnata, poi passarle in una padella a fuoco dolce per due minuti per lato, affinché si presentino ben dorate. Mantecare il farro ben sgocciolato con un po’ di crema di fagioli. Posare con cura su ogni piatto ben caldo delle formine circolari senza fondo del diametro di 6 cm, riempire con il farro mantecato, comprimendo con un cucchiaio. Versare la zuppa, leggermente montata in frullatore con il Grana Padano e con olio . Sopra ogni piatto adagiare tre mazzancolle.

Gli autoctoni vincono la sfida della globalizzazione

Il biologo Edward O. Wilson in “La diversità della vita”, sostiene che “Ogni nazione ha tre patrimoni diversi: quello materiale, quello culturale e quello biologico... Insieme alla ricchezza materiale e alla ricchezza culturale, la diversità biologica è una delle forme in cui si manifesta la ricchezza del nostro pianeta.”

L’Italia nel suo piccolo vanta il più ricco mosaico planetario di uve con circa 1.500 varietà conosciute, 350 delle quali iscritte nel registro delle varietà utilizzate nella produzione del vino. Vino che interpreta il territorio con una valenza di unicità, di diversità e di rarità che oggi i mercati internazionali stanno privilegiando, attribuendo all’Italia un primato assoluto per qualità e per indice di gradimento dei vini esportati. Infatti i mercati, soprattutto quelli internazionali, mostrano una crescente attenzione per i vini che presentano personalità e caratteristiche uniche, che sono appunto le prerogative che permettono ai vini autoctoni italiani di emergere da un panorama piuttosto piatto, in cui i prodotti tendono ad assomigliarsi l’uno all’altro, pur provenendo da paesi diversi.

Il successo riservato ai vini autoctoni italiani non sta solo nella capacità dimostrata in questi anni dai vignaioli italiani nell’elevare qualitativamente le loro produzioni, ma nell’aver valorizzato quegli aspetti immateriali del vino che con esso tuttavia interagiscono e possono essere propedeutici, se fanno sistema, nella promozione di un territorio.

Molto è stato fatto in questo senso, ma non ancora in modo sufficiente. Infatti se al territorio si unisce l’utilizzo di varietà che sono nate e si sono evolute insieme agli uomini che lì le hanno coltivate per secoli; se alla tecnica si unisce la storia e alla storia si affianca un marketing capace di valorizzarla, il risultato non potrà che essere ancor più lusighiero. Proprio per questo le tecniche di promozione e di vendita non possono prescindere dal vincolo che il vino, soprattutto quello italiano, ha con il territorio e la sua storia. La possibilità di associare il vino ad un territorio, alla cultura gastronomica, alla bellezza dei paesaggi e dei reperti archeologici e architettonici, alla gente che nel territorio ci lavora è un elemento che arricchisce la qualità percepita del vino stesso. Questo succede in Italia e succede in Istria.Se dunque il vino è un veicolo importante per diffondere la cultura dei luoghi, di riflesso l’azione promozionale ispirata a dare sistematicità sinergica ai vari elementi di cui si compone la cultura di un dato territorio aumenta il grado di preferenza e di fedeltà dei consumatori verso il vino stesso. Infatti è confermato da molte recenti indagini che, se al momento dell’assaggio la mente recupera conoscenze o emozioni che il paesaggio ha saputo suscitare, sicuramente quel vino avrà un grado di preferenza maggiore di quello di cui non sono note le origini.

Claude Levi Strauss amava dire “... a buon pensare, buon mangiare...”, alludendo alla migliore predisposizione ad esprimere un giudizio positivo, quando il consumatore ha in mente i luoghi da cui trae origine un prodotto e, nel caso specifico, il vino che è nel bicchiere. Vinibuoni d’Italia da oltre dieci anni promuove quest’idea e da questa pagina lancia un appello anche alla ristorazione che dichiara di identificarsi con la cultura gastronomica della tradizione e del territorio.         Se da un lato le aziende vinicole hanno fatto passi da gigante, molto è ancora da fare nella ristorazione che si ispira al territorio, parola che non deve essere abusata o usata in modo improprio. “I ristoratori hanno la responsabilità di creare una continuità tra cucina e territorio in cui operano;  una continuità di saperi che non significa inibire creatività e innovazione, bensì operare in stretto rapporto con gli artigiani locali del gusto, con chi presidia e valorizza le risorse locali, tra cui, in primo luogo i vini. E’ questo il modo cocreto e non di facciata per  implementare  il legame ristoratore-produttore portandolo in modo chiaro e costruttivo sulla tavola al cliente.