Merano Wine Festival 2022 L’incanto dei vini georgiani

Tornare al Merano wine Festival dopo due anni di pandemia, è stata sicuramente un emozione.
Il Merano Wine Festival, è da sempre è sicuramente un o delle migliori manifestazioni enoiche del nostro paese sia per l’organizzazione sempre perfetta che rende fruibile la degustazione, sia per la ricchezza e la varietà dei vini in assaggio.
Per chi come noi è sempre pronto alle novità, ed è dominato da una grande curiosità il Merano rappresenta il parco giochi ideale in cui degustare.
Superando super visitate, (anche troppo visitate) sale dedicate ai vini piemontesi e ai super Tuscan, risalendo le scale si arriva a una sala più tranquilla e appartata, che ospita i vini provenienti dalla culla del vino: la Georgia.
Non dilungherò sulle bellezze culturali e artistiche del Paese, che vale davvero la pena di essere visitato, ma per chi è appassionato di viticoltura e ed enologia, un viaggio in Georgia è davvero d’obbligo.
La possibilità di degustare e di farsi aracconatare i vini dai produttori prensenti è stato appassionati.
Sono vini ricchi di storia, come il Khikhwi da uve a bacca bianca, vinificate con il metodo “Qvevri” ovvero pigiate con i piedi e lasciate a riposare in anfore interrate in presenza di bucce e raspi.
Fanatastiche le diverse versioni di RKATSITELI, sempre a bacca bacca assaggiato in più versioni, da quella più tradizionale (sempre in anfora) a quelle più contemporaee con permanga di 6 anni sulle fecce. E infine la certezza del Saperavi.

Asta dei grandi vini della Contea di Gorizia a fine ottobre

Un’asta dei grandi vini della Contea di Gorizia a favore del Monastero di Castagnevizza (Nova Gorica), dove è sepolto l’ultimo re di Francia, Carlo X, con figli e nipoti. Questa è l’originale e audace idea che è venuta a Charles-Louis de Noüe, giovane visconte francese che vive a Roma e la cui famiglia possiede il rinomato Domaine Leflaive, nel Puligny Montrachet. Un paio di anni fa si è innamorato della Goriška Brda (la parte del Collio in Slovenia, a cui anche la nostra guida dedica una sezione) e si è messo a produrre vini con Alis Marinič a Vedrijan. Così ha scoperto che i vigneti del Brda e della Vipavska Dolina (la valle del Vipacco) erano stati classificati “in riguardo alla loro bontà” già nel lontano 1787, assieme alle altre località vinicole dell’allora vasta Contea di Gorizia e Gradisca. Molto prima della famosa classificazione dei vini di Bordeaux, datata 1855. «Così ho pensato di portare qui l’esperienza de “La Vente des Hospices de Beaune” che ha permesso ai produttori della Borgogna di essere al centro di un evento mondiale - spiega de Noüe - che attira i più grandi amanti del vino, i collezionisti, gli importatori, i giornalisti». L’Asta si terrà la mattina di sabato 29 ottobre alla Castagnevizza, a cura dalla prestigiosa casa internazionale Artcurial, con battitore il maître Stephane Aubert. A presiederla saranno Fra' Niko Žvokelj, padre superiore del Monastero, e Riccardo Illy, console onorario di Francia a Trieste. «Un’occasione che può diventare la borsa mondiale dei vini di quest’area vitivinicola transfrontaliera – continua Charles-Louis de Noüe –, ma anche una vetrina privilegiata, come venerdì 28 ottobre alla cena di gala a Palazzo Lantieri a Gorizia, quando i vini dell’asta saranno abbinati ai piatti preparati da due chef stellati: Tomaž Kavčič e Uroš Fakuč» Il pranzo di sabato sarà invece preparato a Vila Vipolze da Massimo De Belli, ospite anni fa del programma di Alessandro Borghese. Ad oggi hanno aderito sia aziende slovene che italiane, anche del Collio, Colli Orientali e Aquileia, le altre che volessero sposare il progetto possono farlo entro i primi di ottobre. I vignaioli iscritti alla neonata “Associazione dei Cavalieri dei Cru dell’Imperatrice Maria Teresa” avranno l’opportunità di far scoprire ai propri agenti e alla stampa internazionale il territorio, sia italiano che sloveno, già giovedì 27, per poi poterli ospitare nelle loro cantine il pomeriggio del 29 ottobre. «Una manifestazione imperdibile per Vinibuoni d'Italia, che già nel 2013 aveva dato spazio ai vini sloveni della regione Primorska e che dall'anno scorso offre nuovamente l'opportunità di scoprire questi interessanti prodotti d'oltre confine ai suoi appassionati lettori», spiega il cordinatore regionale Stefano Cosma.

 A Fontanafredda la Giornata mondiale del Serralunga Day

Si è svolto il 9 settembre, nella splendida cornice del Villaggio Narrate di Fontanafredda, il “Serralunga Day” la prima giornata mondiale dedicata al Barolo del Comune di Serralunga d’Alba. A 30 anni dalla nascita della menzione comunale, i produttori hanno istituito un appuntamento annuale, il secondo venerdì di settembre.

Il “Serralunga Day” nasce dal desiderio di tutti i produttori della denominazione di dare vita a un momento di confronto sulle diverse interpretazioni del territorio, concretizzandolo con una presentazione ad amici, critici e stampa l’anteprima straordinaria dell’annata 2019, rigorosamente alla cieca, con l’unico scopo di delinearne un ritratto comune. 

I “Serralunga writers”, pool di giornalisti, critici e amici, al termine della degustazione, hanno elaborato un manifesto descrittivo dell’annata, intitolato Barolo Serralunga d’Alba 2019, la grammatica del tannino”:

Come i periodi letterari di Seneca erano diretti e incisivi, così i tannini del Barolo Serralunga d’Alba 2019 risultano rigorosi nello stile e simili alla leggiadria dei versi del grande poeta. Una vendemmia classica, ma mai polverosa che esprime grande dinamismo e profondità. Qui, c’è contemporaneità espressa in una leggerezza impalpabile e un’eleganza senza tempo. La distintività dell’origine è testimoniata da una grande nettezza, balsamicità e freschezza. È evidente il superamento del mero abbinamento gastronomico, indice di grande versatilità e attualità. Un’ottima annata, godibile e golosa sin da subito e al contempo rispettosa, rigorosa ed evocativa. Con la 2019 Serralunga si conferma un terroir che, da sempre, dà valore al tempo restituendo a sua volta valore al vino. Un racconto unanime che traduce nel calice un territorio unico e fortemente identitario che parla il verbo del presente con uno sguardo verso il futuro come una promessa. Ci piace pensare che oggi Seneca avrebbe condiviso con noi un Barolo Serralunga d’Alba 2019!”.

La giornata è terminata con la grande cena di gala al Garden del Lago, con i piatti dello chef stellato Ugo Alciati di Guidoristorante, accompagnati da tutti i Barolo 2018 dei produttori della menzione comunale di Serralunga d’Alba.

L’intero ricavato della cena è stato devoluto da parte di tutti i produttori di Serralunga ad una associazione territoriale che propone un progetto dedicato alle famiglie con bambini malati di cancro che hanno ultimato le terapie e iniziato il loro percorso di recupero: LA COLLINA DEGLI ELFI di Govone.
Presenti al “Serralunga Day” i 25 produttori della denominazione del Barolo del Comune di Serralunga d’Alba. Eccoli in ordine alfabetico: Alessandro Rivetto, Angelo Negro, Boasso Franco, Ca’ Rome’, Cantina del Nebbiolo, Cascina Adelaide, Domenico Clerico, Enrico Serafino, Ettore Germano, Famiglia Anselma, Fontanafredda, Garesio, Giovanni Rosso, Luigi Baudana, Luigi Vico, Palladino, Paolo Manzone, Pico Maccario, Pira, Podere Gagliassi, Principiano Ferdinando, Rivetto, Schiavenza, Tenuta Rocca, Villadoria.

L giornata si è aperta in mattinata con il Barolo Renaissance 2019 di Fontanafredda, introdotto da Andrea Farinetti e spiegato nell’etimologia del termine da Oscar.

Segnare una Renaissance, un Rinascimento con ovvio riferimento al Rinascimento storico significa Fiducia, ovvero rapporto reciproco di comprensione che nelle intenzioni dovrebbe mettere fine ai conflitti, alle gelosie, all’invidia. Non c’è nulla come il mondo del vino – nel quale agiscono intelligenze, competenze, sfide, sogni – che possa evocare grandi categorie di pensiero e speranza. A questa sintesi è consacrato il Barolo Fontanafredda Renaissance 2019, che abbiamo apprezzato in mattinata per l’immediata piacevolezza, non disgiunta dalla complessità, da tannini educati e - come vuole Serralunga - da percorso progressivo dinamico pervaso di spezie, balsami e freschezza.

L’incantesimo del Brunello di Montalcino

Il Brunello di Montalcino è senza dubbio il vino toscano più famoso al mondo ottenuto da uve Sangiovese Grosso in purezza.
La zona in cui viene prodotto è relativamente piccola, poco più di 2100 ettari vitati, con una produzione media annua di circa 9 milioni di bottiglie, il 70% delle quali esportate in tutto il mondo. I terreni di Montalcino sono molto complessi, a sud caldi ed umidi, composti da marne e calcare, a ovest sono fatti da argille e sabbia. Secondo il disciplinare del Brunello la resa massima dell’uva per ettaro è di 80 quintali, anche se molte aziende scendono volontariamente ai 60 quintali, per elevare la qualità di produzione. Il Brunello viene affinato in botti di rovere per almeno due anni e messo in commercio cinque anni dopo la vendemmia, mentre la versione Brunello Riserva deve riposare almeno sei anni.
La patria del Brunello di Montalcino è anche un delizioso borgo medievale appollaiato su una collina, da cui si ammira uno splendido panorama aperto sulla Val d'Orcia. Ogni anno Montalcino accoglie oltre 1 milione di turisti che in 7 casi su 10 sono stranieri provenienti da più di 60 Paesi.
Una meta epicentro del turismo del vino, dove le cantine aperte alle visite lavorano direttamente in sinergia con le strutture di accoglienza: una ogni 35 abitanti, tra alberghi, agriturismi, wine relais, ristoranti, locali con attività di somministrazione, pronti ad accogliere una domanda che sta diventando anche orientata verso lo Stivale e dunque non solo straniera.
Lasciatevi tentare dalle proposte che suggerisco qui sotto. Proposte di altissimo livello che inserite nella guida Vinibuoni d’Italia 2022 con il riconoscimento massimo della corona, dopo un anno svelano tutta la loro seduzione.

Brunello di Montalcino Docg 2016 - Pietroso
Grande carattere e personalità con profilo olfattivo dominato dalla frutta matura – ciliegia e amarena - e dalle spezie - pepe nero e vaniglia - con note di sottobosco. La struttura è importante e solida, ampio e rotondo il sorso dotato di una buona trama tannica e di un finale di lunga persistenza.

Brunello di Montalcino Docg 2016 - Fuligni
Elegante e complesso, vigoroso e persistente al sorso, si fa precedere all’olfatto da un ventaglio di note di sottobosco, erbe aromatiche, ciliegia matura e sfumature balsamiche. Il percorso è sinuoso, armonico e la trama tannica viva ma ben integrata.

Brunello di Montalcino Docg 2016 - Giodo
Grande interpretazione, con naso che regala un bouquet fine e ricco intarsiato da belle note di frutti di bosco, melograno, spezie dolci, erbe officinali. Il sorso è pieno, elegante, raffinato e succoso con tannini morbidi e finale lungo e pulito.

Brunello di Montalcino Docg Montosoli 2016 Altesino
Il naso si esprime su fragranti note di viole e richiami al sottobosco uniti a sensazioni fresche e balsamiche. Il sorso è opulento e condivide un elegante velluto su tutto il percorso volto a raggiungere una trama tannica presente ma ben integrata.

Brunello di Montalcino Docg Vigna del Suolo 2016 Argiano
Uno stile che amo e che si riconferma seducente nel bouquet articolato sulla ciliegia matura e i piccoli frutti, che lasciano spazio in successione a note più complesse di tabacco per poi sfociare sulle spezie e sulla scorza dell’arancia. Il sorso ha polpa e succo, ricamato di freschezza, eleganza e progressione dinamica.

Brunello di Montalcino Docg Vigna Marrucheto 2016 Banfi
La complessità olfattiva esplode con belle sensazioni di frutti maturi: prugne e marasca. Il sorso è pieno, vibrante e teso, con percorso fresco e tannini morbidi che anticipano un finale bilanciato che persiste al palato.

 

Brunello di Montalcino Docg Tenuta Greppo 2015 Biondi e Santi
Al naso risulta ampio e complesso, marcate le sensazioni di piccoli frutti rossi, le note di rosa appassita, le erbe balsamiche, i tocchi di vaniglia, i cenni tostati, e i richiami di sottobosco che sono conturbante premessa al sorso ricco di una personalità elegante e articolata incentrata sull’armonia e sull’equilibrio

Brunello di Montalcino Docg Riserva Tenuta Greppo 2013 Biondi e Santi
Si conferma uno dei più significativi e ineguagliabili vini italiani e, al di là della descrizione organolettica, l’assaggio vive di forti ed evocative emozioni. Vino aristocratico ha insuperabile eleganza, ammantato all’olfatto da fiori secchi, arancia candita, piccoli frutti rossi, strali di tabacco; sensazioni che si ripresentano precise nella ricca chiosa finale, dopo avere apprezzato anche la preziosa trama tannica.

Brunello di Montalcino Docg La Casaccia 2016 Canalicchio di Sopra
Il profilo olfattivo rimanda ad un connubio di frutta scura, viola e liquirizia. In bocca, il sorso ha un ingresso piacevolmente caldo, ampio e armonico, caratteristiche che distinguono un percorso teso e dinamico fino alla trama tannica distesa, con lunga persistenza.

Brunello di Montalcino Docg Vigna La casa 2016 Caparzo
Al naso sfoggia un bouquet penetrante, complesso e variegato, con richiami di frutti di bosco, spezie e accenni di vaniglia. Al palato è secco, caldo, avvolgente ben equilibrato nella sua austerità, con chiosa molto persistente.

 

Brunello di Montalcino Docg Cerretalto 2015 Casanova di Neri
Continua la sua vita straordinaria sia all’olfatto che in bocca con netti sentori di frutta rossa, spezie e una vena minerale decisamente avvertita. Il sorso viaggia su importante lunghezza gustativa e profondità; eleganza, solidità, finezza, piacevolezza suonano una melodia lunghissima, destinata ad essere apprezzata ancora nel tempo.

Brunello di Montalcino Docg Riserva 2015 Corte dei Venti
Morbido, elegante ed equilibrato, si affaccia al naso con note di frutta rossa matura, spezie dolci e innesti balsamici. In bocca il sorso è straordinariamente complesso e raffinato, caratterizzato da tannini finissimi e da una lunghezza sorprendente.

Brunello di Montalcino Docg Riserva 2015 Costanti
I profumi che si avvertono al naso sono un crescendo e vanno dal fruttato verso aromi più speziati e mentolati. In bocca ha corpo ricco e solido con vestito austero. Il sorso è appagante con un sorso caldo e avvolgente che appaga la beva anche nella chiusura contraddistinta da una notevole persistenza.

Brunello di Montalcino Docg 2016 Il Colle
Note di frutta di sottobosco a bacca rossa e nera: fragola, lampone, ribes, mirtillo e mora. Le note floreali si intrecciano con note speziate di cannella, pepe, tabacco e cacao. L’assaggio è caldo, avvolgente, armonico e giustamente tannico. Lunga la persistenza.

Brunello di Montalcino Docg Giobi 2016 La Fortuna
Marasca, sensazioni mentolate, viola mammola, liquirizia e prugna in un bouquet intenso, che prelude al sorso che regala corrispondenza con la piacevolezza olfattiva. Vino dotato di spessore, sfodera freschezza con tannino preciso e vellutato. Lunga persistenza che riprende le note aromatiche avvertite al naso.

 

Brunello di Montalcino Docg Ugolaia 2015 Lisini
All’olfatto si annuncia con profumi di marasca e frutti rossi maturi che condividono sentori balsamici di erbe mediterranee e note di spezie. L’assaggio sfodera eleganza e profondità, la chiusa è esaltata da tannini serici e da un lunga persistenza.

 

Brunello di Montalcino Docg Vigna Loreto 2016 Mastroianni
Affascinante gioco di frutti di bosco di ciliegie ed erbe aromatiche con spezie, liquirizia, tabacco, pepe fanno da apertura ad un calice dal corpo importante, potente ed elegante, deciso, equilibrato, ampio e con un tannino setoso.

 

Brunello di Montalcino Docg Vigna delle Raunate 2015 Mocali
L’intensità floreale è molto intensa con note di rosa canina, mentuccia, liquirizia, pepe nero ed eucalipto. Carattere temprato e autorevole nel sorso che seduce per equilibrio, conducendo il percorso integro e progressivo ad un finale di incredibilmente lungo.

Brunello di Montalcino Docg Donna Rebecca 2016 Ridolfi
Il profilo aromatico è ben scandito dai piccoli frutti rossi, rimandi floreali e ricchi cenni speziati. In bocca l’impatto è vibrante esprimendo freschezza e succosa scorrevolezza. Solidità e progressione dinamica lasciano a poco a poco scoprire un finale retto da bella tessitura tannica con richiami retrolfattivi ai frutti e alle spezie.

 

Brunello di Montalcino Docg 2016 Salvioni-La Cerbaiola
Un calice eccelso che comunica eccellenza capace di coniugare potenza e raffinatezza, solidità, equilibrio e armonia, portamento aristocratico ed elegante in un magistrale equilibrio annunciato all’olfatto da note di viola, ciliegia, eucalipto e un tocco minerale di pietra focaia. Lungo, eterno, infinito.

 

Brunello di Montalcino Docg Riserva Phenomena 2015
Intenso e avvolgente al naso, annovera un potpourri di frutti rossi, fiori di campo e spezie. La sua bocca è ricca e avvolgente con chiari e freschi accenni minerali e sapidi. Generoso ed ampio, chiude su tannini educati e ben integrati.

 

Brunello di Montalcino Docg Vignavecchie 2016 Siro Pacenti
Continuo ad apprezzare lo stile del produttore. Tuttora più maturi e intensi i sentori di frutta e spezie mentre in bocca il vino è strutturato, elegante e complesso, ma al contempo è un mito enologico che nel sorso trascina con sé esperienza ancorata alla tradizione.

Brunello di Montalcino Docg Riserva PS 2015 Siro Pacenti
Grande vino dalla perfetta maturità olfattiva, con note complesse di viole, di spezie dolci e di erbe aromatiche. Il frutto spazia dalla mora all’amarena fino ai richiami di buccia d'arancia. C’è seduzione nel sorso; potenza e finezza vestono un corpo solido la cui beva è caratterizzata da profondità e lunghezza. Tannini finissimi.

Brunello di Montalcino Docg Riserva Pian di Conte 2015 Talenti
Bouquet articolato con profumi di frutta rossa e marasca. Il gusto è morbido, polposo ed elegante. Corpo e struttura non sviliscono la raffinatezza, ma guidano un percorso armonico che svela tannini setosi e proiezioni longeve.

 

Brunello di Montalcino Docg Colombaio2016 Tassi
Un bouquet complesso decisamente fruttato richiama sentori di mora in confettura, affiancati da una speziatura che riporta ai chiodi di garofano ed a note tostate di caffè. La bocca è piacevole e raffinata, fresca, con un tannino ben integrato, profeta di un buon potenziale di invecchiamento.

 

 

Brunello di Montalcino Docg Fior di Meliloto 2016 Tenuta Corte Pavone
Articolato all’olfatto, ruota su sensazioni di frutta candida, prugna ed erbe officinali. Bocca molto corrispondente con progressione equilibrata; solida struttura al contempo fine ed elegante con chiusura tannica piacevole.

 

Brunello di Montalcino Docg 2016 Tenuta di Sesta
Profumi floreali con richiami ad erbe officinali e marasca, che sono precursori di un sorso
di piacevole beva dal finale intrigante, essendo il suo percorso gustativo suadente, fresco molto dinamico, con tannini ben avvertiti e lungimiranti.

 

Brunello di Montalcino Docg 2016 Tenuta Le Potazzine
Viole e sottobosco si uniscono a sentori di frutta a bacca rossa e preludono alla gioia compiaciuta di un sorso elegante, solido e fresco. La trama tannica si allinea ad una piacevole componente di morbidezza e si avvertono sensazioni speziate in chiusura.

Brunello di Montalcino Docg Vigna Spuntali 2016 Val di Suga
Prestante conferma per questo calice dal sorso fresco, dinamico, vitale ed elegante nel suo percorso. La trama tannica è delicata e non prevarica le sensazioni avvertite all’olfatto giocate sulla violetta e sull’amarena.

Mario Busso

 

I Teroldego coronati del Trentino

Il Teroldego è stato il primo a ricevere in Trentino, nel 1971, la DOC ed è diventato il vino principe dell’intero settore vitivinicolo del territorio. L’area di produzione, estesa su circa 1300 ettari, si concentra nei comuni del cosiddetto “Campo Rotaliano”, situato tra i paesi di Grumo San Michele all’Adige, Mezzocorona e Mezzolombardo, estendendosi a nord fino a Roveré della Luna in vigneti posti mediamente attorno ai 250 metri di altitudine. Si tratta di una varietà autoctona trentina e la sua coltivazione è documentata fin dal 1300.  La tradizione racconta, infatti, che la vite "Terodol" sia giunta anticamente in Trentino assieme al gelso (pianta usata per secoli come sostegno della vite), portata da popolazioni migranti, attirate dal flusso delle acque dell'Adige e dalla fertilità delle terre del fondovalle. Qui, in condizioni climatiche miti e favorevoli, il vitigno ha trovato l'ambiente propizio per la sua diffusione per acquisire fama internazionale fin dal XVI secolo, grazie al Concilio di Trento. Oggi il Teroldego è un vitigno in forte espansione, per il notevole interesse che desta nel consumatore attento, ed è il vino rosso più rappresentativo della provincia.
Il consiglio è quello di provare le etichette che propongo sotto. Si tratta di vini che hanno raggiunto la corona nell’edizione 2022 della guida Vinibuoni d’Italia e che ridegustati recentemente hanno suscitato viva emozione.
Da non dimenticar il vino di Mozart, ovvero il Marzemino, le cui note gustative riporto.

Vigneti delle Dolomiti Igt Teroldego 2019  - Foradori
Lo spettro olfattivo è molto integro con profumi intensi di piccoli frutti a bacca rossa e richiami minerali. Al palato conferma equilibrio, disteso su corpo solido con rievocazioni circolari che riprendono le sensazioni olfattive; ricca la sapidità finale.

Teroldego Rotaliano Castel Firmian 2019  - Mezzacorona
Continua un percorso ispirato a grande piacevolezza di beva; frutti di bosco, mirtilli, more, cenni erbacei e speziati, ma anche cenni di cacao e vaniglia compongono il bouquet. Il sorso è equilibrato, morbido, fresco, con trama tannica ben integrata e piacevole persistenza

Teroldego Rotaliano Doc Leabere 2019  - Zeni Roberto
Molto fresco, mantiene intatti i richiami fruttati, in particolare quelli della mora. Molto scorrevole e piacevole il sorso con corpo pieno ed avvolgente. Delicatamente tannico, esprime sul finale freschezza e sapidità.

Vigneti delle Dolomiti Igt Teroldego Mille968 2018  - Zanini Luigi
Interpretazione classica del vitigno, il calice continua a proporre la sua piacevolezza; gioca nel bouquet su toni decisamente fruttati, offrendosi al palato in modo progressivo e circolare. Molto gradevole la nota sapida finale e l’innesto tannico delicato.

Teroldego Rotaliano Doc Vigilius 2018  - De Vescovi Ulzbach
Il bouquet balsamico e speziato, con precisi richiami alla frutta rossa anche sotto spirito, introduce un sorso che si conferma decisamente elegante, strutturato con ritorni balsamici freschi che accompagnano il percorso di beva verso una trama tannica tuttora fitta, ma levigata che apre a promesse lungimiranti.

Teroldego Rotaliano Doc Riserva Diedri 2018  - Dorigati
L’ulteriore affinamento di un anno regala prodighe sensazioni olfattive ispirate a frutta matura, alla mora, al mirtillo non disgiunte dalla freschezza delle note floreali di viola e dagli accenni di china e liquirizia. Al palato è pieno e appagante, di ottimo corpo e buona tannicità.

Teroldego Rotaliano Doc 7 pergole 2017  - Villa Corniole
Mantiene intatta la sua intensità al naso, con netti richiami fruttati vivacizzati dalla freschezza dei sentori di lamponi e ribes allineati con note speziate. Il gusto è secco, deciso, di piacevole sapidità abbinata a sensazioni balsamiche e tessuto tannico delicato.

Friuli Venezia Giulia...non solo terra di bianchi, ma anchdi rossi inattesi

Il Friuli Venezia Giulia negli ultimi anni si sta caratterizzando come regione atta a regalare anche vini rossi molto importanti, derivanti da vitigni autoctoni. La regione notoriamente è conosciuta per i suoi grandi bianchi, ma chi ha voglia di sorprese non esiti a farsi incuriosire, perché unitamente al più “rustico” Refosco dal Peduncolo rosso, non mancheranno di stupirvi lo Schioppettino, il Terrano del Carso e il nobilissimo Pignolo.

Il Refosco dal peduncolo rosso deve il suo nome alla particolare colorazione rossa del peduncolo. Il vitigno appartiene alla più vasta famiglia dei Refoschi, che comprende, oltre al conterraneo Refosco di Faedis, anche vitigni come il Terrano o la Cagnina di Romagna , tutti accomunati da un origine comune con la stessa famiglia di viti selvatiche. Come le altre uve Refosco, anche le origini del Refosco dal Peduncolo Rosso non sono completamente note, ma l’uva era già conosciuta in epoca romana ed è stata elogiata dallo scrittore Plinio il Vecchio.

Lo Schioppettino nelle sue terre d’origine, situate a est di Udine e immediatamente a sud dei Colli del Friuli orientale, praticamente a due passi dal confine sloveno, veniva comunemente chiamato fino a non molti decenni fa Ribolla Nera o Poçalza. Il nome attuale deriverebbe dallo scoppiettio che si ottiene schiacciando un acino di questo vitigno tra le dita. Il vino prodotto da queste uve viene citato per la prima volta in un documento scritto del 1282 che ne attestava la presenza sulle tavole dell’aristocrazia udinese.
Il Pignolo il vino storico di Rosazzo, comune in provincia di Udine dove ha sede l’antica omonima abbazia. Qui l’amico giornalista Walter Filiputti ha riscoperto il vitigno e ha proposto per primo il vino facendolo diventare in breve tempo un vero e proprio tesoro nascosto dell’enologia italiana. I vini ottenuti dal vitigno Pignolo sono eleganti, fini, leggiadri, ma al contempo dotati di ottima struttura e con un lungo affinamento in legno riescono a sviluppare un fascino terziario e speziato incredibile.

A seguire, i vini che propongo all’attenzione dei consumatori sono vere e proprie chicche. Raggiunto il massimo riconoscimento della corona nell’edizione 2022 della guida Vinibuoni d’Italia, queste etichette svelano tutta la loro qualità anche ora, a distanza di un anno.

Venezia Giulia Igt Refosco dal Peduncolo Rosso Murellis 2018 Murva- Renata Pizzulin
Conferma integrità e netta corrispondenza al vitigno con richiami fruttati alla prugna e alle ciliegie mature. L’assaggio è circolare al naso e si rivela morbido, di buon corpo, levigato nella trama tannica e di buona persistenza.

Friuli Colli orientali Doc Refosco dal Peduncolo Rosso Riserva 2016  - Aquila del Torre
Vino intenso, ampio e speziato che stuzzica il naso con sentori di frutta rossa matura, spezie e messaggi di cacao e caffè. Il sorso continua a svelare morbidezza con chiosa avvolgente sui tannini avvertiti e setosi. F

Friuli Colli Orientali Refosco dal Peduncolo Rosso Doc 2013 - La Viarte
Il quadro olfattivo è avvolto da profumi vinosi avvolgenti, alternati a sentori di frutti di bosco e spezie. Il calice è ricco, strutturato, concentrato, con una vena di freschezza che si avverte continua e dà piacevolezza alla beva. Chiude con un finale persistente.

Trevenezie Igt Schioppettino 2018 -  Bertolusso Cav. Emiro
Bella conferma a distanza di un anno: l’apprezzamento va a un vino morbido e saporito, equilibrato e succoso piacevolissimo alla beva, con sentori quasi salini e di frutta matura.

Friuli Colli Orisentali Doc Schioppettino 2015 -  Venica&Venica
E’un racconto che sfiora il mito perché nel bicchiere c’è proprio tutto: mora selvatica, lampone, mirtillo che giocano con il pepe nero e i richiami balsamici senza dimenticare il tabacco e il cacao. In bocca ha sviluppo sinfonico con percorso complesso, vellutato e trama tannica levigata.

Friuli Isonzo Doc Pignolo Arbis Ròs 2016 - Borgo San Daniele
Ecco la rinnovata piacevolezza olfattiva di piccola frutta rossa (ciliegie, lampone e ribes nero) accompagnate da inserti speziati speziato. Un anticipo affinato che sorregge un sorso di buona struttura, ampiezza che chiudono con un finale dai tannini intriganti e setosi

Friuli Colli Orientali Rosso Oltre 2018  - Specogna
Intenso olfattivamente con rinnovati richiami di frutta rossa e spezie giostrate in perfetta sintonia. Il sorso ha muscoli e struttura senza perdere in equilibrio filando molto progressivo verso un finale di lunga persistenza. (Refosco-Schioppettino-Pignolo)

Friuli Colli Orientali Doc Rosso Riserva Nero Magis 2015  - Nero Magis
E’ un vino che sa sfidare il tempo e racconta nuovamente la sua personalità ammantata di ciliegia e frutti rossi in confettura, viola e chiodo di garofano. Un sottofondo di spezie e liquirizia anticipa un sorso aristocratico, vigoroso, supportato da un tannino vivido con magistrale finale di spezie e balsami.

…oltre confine

Teran Zasticena Oznaka Izvornusti Hrvatska Istra 2017  - Benvenuti
Alla piccola frutta rossa subentrano richiami di sottobosco e rimandi leggeri alle spezie. Ampio e avvolgente al palato grazie a un sorso rotondo con beva incisiva e tipicità tannica avvertita ma non invadente.

 

L'Alto Adige e le sue corone... un anno dopo

Il Lagrein è il vitigno a bacca rossa più caratteristico e pregiato dell'Alto Adige e si divide la corona di re con la Schiava. E proprio come la Schiava un tempo era principalmente prodotto nella versione rosato, ossia il Lagrein Kretzer.
Questo vitigno autoctono a bacca rossa è concentrato soprattutto lungo la conca valliva di Bolzano con maggiore concentrazione nella zona di Gries. Qui le temperature non di rado sfiorano i 40°C, condizioni climatiche eccellenti per produrre vini rossi aromatici di una pienezza straordinaria con eleganti note speziate Dopo essere quasi scomparso negli anni Settanta, il Lagrein ha iniziato ad ottenere sempre più consenso da parte dei consumatori.
Ecco alcune etichette giunte a corona che ho ridegustato e apprezzato nuovamente. Con il Lagrein alcune chicche da non perdere.

Alto Adige Doc Lagrein Vom Boden 2020  - Pfannenstielhof
Gratificanti sensazioni olfattive di piccoli frutti rossi affiancate da una traccia di violetta. Al palato è vino solido, morbido e sericamente avvolgente. Intatta la freschezza e delicata la trama tannica assolutamente non invasiva.

Alto Adige Doc Santa Maddalena Classico Nobilis 2019  - Obermoser
Ritornano intense le bacche rosse e la violetta all'olfatto; il sorso si esprime elegante, strutturato e persistente ammantato da tannini eleganti e ben inseriti con richiamo finale che lascia apparire tannini fini e vibranti.

Alto Adige Lago di. Caldaro Doc Classico Superiore Vigna Arzenhof Kalkofen 2019 -  Baron de Paoli
Conferma finezza ed eleganza olfattiva e palatale con profumi freschi e minerali di frutta in cui primeggia la mora. Il sorso riprende preciso il naso ed ha progressione sicura e raffinata, chiudendo su una trama di tannini morbidi, con finale lungo e sapido.

Alto Adige Doc Lagrein Riserva Prestige 2019  - Cantina Bolzano
Sentore fruttato di ciliegia matura, speziatura con richiami di cacao e vaniglia. Il sapore è intenso e persistente giocato su buona armonia. La chiosa verte su tannini eleganti e morbidi

Alto Adige Doc Lagrein Riserva Mirell 2018  - Ansitz Waldgries
Spettacolare potpourri dove more, mirtilli, spezie contendono spazio al cioccolato e alla china. Al sorso è decisamente fresco ce attenua in bilancia la fitta trama tannica che si innesta su corpo intenso e strutturato.

Alto Adige Doc Lagrein Riserva Segen 2018 - Cantina Merano
Ribadiamo la maiuscola interpretazione che conferma un vino complesso nel bouquet, dove si succedono aromi di ciliegie, di liquirizia e cioccolato. Il gusto si presenta con tannini ben strutturati e con un percorso decisamente morbido ed elegante; molto generosa la persistenza con proiezioni longeve.

Alto Adige Doc Lagrein Riserva Linticlarus 2018 - Tiefenbrunner
il suo profumo è intonato alla viola mammola e ai frutti di bosco. Al palato è vino pieno, morbido e molto avvolgente; caratterizzato ancora da freschezza, offre una trama tannica per nulla invasiva e chiude lungo, elegante ed asciutto.

Alto Adige Doc Lagrein Riserva Gries 2018  - Cantina Terlano
Il bouquet integra piacevoli note minerali che approdano al naso con aromi fruttati di amarena, di confettura di prugne, di spezie e di cioccolato. Il bicchiere ha pienezza, equilibrio avendo mitigato la leggera irruenza giovanile per avviarsi ad una più complessa maturità.

Alto Adige Doc Lagrein Riserva Vigna Castel Ringberg 2018 - Elena Walch
Il quadro aromatico è tuttora dettato da note di spezie e bacche rosse con accenni di cacao, mentre il sorso è definito da una struttura elegante e morbida che sfocia in un finale ricco nella trama tannica e nella lunghissima persistenza.

Alto Adige Doc Lagrein Riserva Abtei Muri 2018 - Muri Gries
Un vino che apprezzo da sempre per la sua estrema piacevolezza di beva basata su note fruttate, sentori erbacei di prato di montagna, eucalipto, spezie che ritrovo ora all’assaggio, quando la bocca percepisce equilibrio, freschezza ed eleganza.

Vigneti delle Dolomiti Igt Rosso Mos Maiorum 2017 - Messnerhof Tenuta
Definito in guida “vino monumentale”, si riconferma campione tentacolare di suggestioni portando al naso profumi di ciliegie, more e frutta matura non disgiunte da spezie e accenni terziari di the e cacao. Avvolgente e strutturato ha morbidezza e conclusione sapida ampiamente persistente.

Alto Adige Doc Santa Maddalena Classico 2015  - Der Pfannenstielhof
Stupefacente freschezza con naso fruttato e floreale di fragoline di bosco, ciliegia e accenni di violetta. In bocca ritorna piacevole la frutta, con sorso fresco, minerale e decisamente bilanciato. Piacevole e persistente, ha tannini eleganti. Veramente ottima la bevibilità.

89MA FIERA REGIONALE DEI VINI DI BUTTRIO

La manifestazione regina dei vini autoctoni in Friuli Venezia Giulia torna con il suo programma completo, dopo i due anni segnati dall'emergenza sanitaria: dal 10 al 12 giugno si terrà l'89ma Fiera Regionale dei Vini di Buttrio, tra le più antiche rassegne enoiche d'Italia. Sede, come da tradizione, la magnifica Villa di Toppo - Florio e il suo parco storico. Oltre 170 i vini di 113 cantine che saranno proposti nell'enoteca e nelle degustazioni guidate della Guida ViniBuoni d'Italia - con cui prosegue la fortunata collaborazione - da abbinare a una ventina di piatti tra chiosco Le Fucine e laboratori Despar e partecipando a 40 eventi per tutte le età.

"Dopo due edizioni, una annullata e una vissuta in forma ridotta a causa della pandemia - dichiara il presidente della Pro Loco Buri APS Emilio Bardus - questa Fiera 2022 si ricollega a quella che, nel 2019, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di Sagra di Qualità da parte dall'Unpli nazionale. Ancora una volta la Villa di Toppo-Florio sarà una "cittadella" per degustare i migliori vini autoctoni e quest'anno ci sarà anche l'inserimento nel programma nazionale di Duino Aurisina - Devin Nabrežina Città Italiana del Vino 2022. Grazie a tutti i volontari per l'impegno, agli enti e partner per il sostegno che hanno reso possibile questo ricco programma. Auguro a coloro che parteciperanno alla nostra Fiera di trascorrervi, soddisfatti, piacevoli momenti".

"Per Buttrio la Fiera Regionale dei Vini - aggiunge il sindaco di Buttrio Eliano Bassi - non è una semplice festa, ma significa ricordare e manifestare quelle che sono la sua origine e la sua storia. In questo Comune convivono due anime solo apparentemente contrapposte: quella agricola e quella industriale. Entrambe hanno in comune l’altissima qualità, la continua ricerca, l’innovazione e la tutela dell’ambiente. Ma c’è un ulteriore settore che non ha ancora espresso in modo compiuto tutte le sue potenzialità ed è quello turistico, inteso come turismo lento e meditativo, capace di cogliere la bellezza dei luoghi e l’altissima qualità dei prodotti, in particolare quelli derivanti dall’attività vitivinicola delle nostre aziende. E la Fiera mette in mostra queste qualità".

"In Friuli Venezia Giulia - sottolinea Sergio Emidio Bini assessore regionale del Friuli Venezia Giulia alle attività produttive e turismo - vino non significa soltanto eccellenza enogastronomica, ma sta diventando sempre più un volano per il turismo. La pandemia ha fatto riscoprire a tante persone le virtù del turismo lento e in quest’ambito la nostra Regione può vantare un’offerta imbattibile. Ne è un chiaro esempio la Fiera Regionale dei Vini di Buttrio: nel fine settimana dal 10 al 12 giugno non si potrà soltanto degustare 170 specialità diverse, ma anche godere di buona musica, approfondire i temi del cibo e dell’agricoltura biologica, giocare con eventi dedicati ai più piccoli e godere di splendide escursioni in bicicletta. Insomma, il vino è una ricchezza, sotto ogni punto di vista. E il Friuli Venezia Giulia ne è a pieno diritto ambasciatore, a maggior ragione perché quest’anno la Città italiana del Vino è Duino Aurisina. Dopo due anni segnati dalle restrizioni, torna finalmente alla normalità anche la Fiera Vini: a Villa di Toppo - Florio si prepara una grande festa, che mette in mostra quanto di meglio la nostra Regione ha da offrire, per questo un sentito ringraziamento va fatto agli organizzatori".

La Fiera Regionale dei Vini di Buttrio è stata presentata oggi 8 giugno nella sede della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: sono intervenuti oltre a Bassi, Bardus e Bini anche Il presidente Comitato regionale del Friuli Venezia Giulia dell'Unione nazionale tra le Pro Loco d’Italia Valter Pezzarini, per ViniBuoni d’Italia Cristina Burcheri e Ada Regina Freire, Gianpietro Colecchia per Duino Aurisina - Devin Nabrežina Città Italiana del Vino 2022, , Carlo Toppazzini consigliere Associazione Italiana Agricoltura Biologica - AIAB FVG, Silvia Moras e Cristina Battaglini del Cinemambulante, Eva Seminara della Giunta della Camera di Commercio di Pordenone Udine, Tiziana Pituelli responsabile marketing e ufficio stampa Despar Friuli Venezia Giulia, Mauro Cedermas di Several Broker, Tiziano Venturini assessore al turismo del Comune di Buttrio e coordinatore regionale delle Città del Vino FVG.

ORGANIZZATORI E PARTNER

La Fiera Regionale dei Vini di Buttrio è organizzata da Pro Loco Buri A.P.S. e Comune di Buttrio, con il patrocinio di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, PromoturismoFVG, Io sono Friuli Venezia Giulia, Strada del Vino e dei Sapori del Friuli Venezia Giulia, Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, Associazione Nazionale Città del Vino.

In collaborazione con Vinibuoni d’Italia, Comitato regionale del Friuli Venezia Giulia dell'Unione nazionale tra le Pro Loco d'Italia, Consorzio Pro Loco Torre Natisone - Tor Nadisôn - Ter Nediža, Servizio civile universale, Le Fucine.

Con il sostegno di Fondazione Friuli.

Partner CiviBank, Despar, Vitis Rauscedo, Idrotermica Buttrio, Camera di Commercio di Pordenone-Udine, Several Broker, Duino Aurisina - Devin Nabrežina Città Italiana del Vino 2022.

La Fiera Regionale dei Vini di Buttrio gode del marchio Sagra di Qualità dell'Unpli. Media partner Il Friuli, Telefriuli.

INAUGURAZIONE

L'89ma Fiera Regionale dei Vini di Buttrio sarà inaugurata venerdì 10 giugno alle 18.30 nella Sala polifunzionale al secondo piano di Villa di Toppo-Florio. A seguire ci sarà la consegna del Premio “Ecofriendly” della Guida ViniBuoni d’Italia 2022 alle aziende del Friuli Venezia Giulia distintesi per l'attenzione all'ambiente e alla sostenibilità. Infine il brindisi inaugurale.

VETRINA NAZIONALE

Quest'anno c'è una novità tricolore: la manifestazione fa parte del programma di Duino Aurisina - Devin Nabrežina Città Italiana del Vino 2022. Il borgo giuliano sarà la "capitale" dell'associazione nazionale Città del Vino fino a dicembre e ha coinvolto Buttrio, come altri centri del Friuli Venezia Giulia, nel suo calendario diffuso sul territorio.

I VINI

Durante la Fiera Regionale dei Vini di Buttrio sarà attiva l'Enoteca a Villa di Toppo-Florio, con banchi mescita in cui saranno presenti vini autoctoni del Friuli-Venezia Giulia e di altre regioni d'Italia. Presente anche una selezione di vini del Carso, in onore di Duino Aurisina - Devin Nabrežina Città Italiana del Vino 2022. Durante la Fiera sarà anche possibile acquistare un braccialetto giornaliero che permetterà di assaggiare un numero illimitato di vini.

I LABORATORI DI VINIBUONI D'ITALIA

Due gli appuntamenti con la Guida ViniBuoni d'Italia del Touring Club diretta da Mario Busso, che attraverso i suoi laboratori guiderà i partecipanti alla scoperta di alcuni dei migliori vini regionali e d'Italia. Iscrizioni su www.buri.it.

Sabato 11 giugno alle 17.30 "I vini del Carso: Duino Aurisina Città italiana del Vino 2022". Un itinerario interessante nelle terre carsiche attraverso le differenti sfaccettature dei vini che hanno reso unica questa terra, in omaggio della Città del Vino di Duino Aurisina - Devin Nabrežina Città Italiana del Vino 2022. A cura di Mario Busso, Cristina Burcheri e Ada Regina Freire

Domenica 12 giugno alle 11 "Bollicine d'Italia: un grande classico". Un viaggio alla scoperta della bollicine italiane da vitigno autoctono. A cura di Mario Busso, Cristina Burcheri e Ada Regina Freire. Tra i vini proposti anche uno della selezione di spumanti regionali Filari di Bolle della Pro Casarsa della Delizia. .

FOCUS AGRICOLTURA BIOLOGICA

Sabato 11 giugno a Villa di Toppo-Florio a Buttrio, all'interno della Fiera Regionale dei Vini, dalle ore 10.30 si terrà "Il biologico fa comunità", focus di approfondimento insieme all'Associazione Italiana Agricoltura Biologica - AIAB FVG. L’incontro si prefigge lo scambio di opinioni ed esperienze, senza la pretesa di individuare le soluzioni perfette, ma con la concreta speranza di facilitare l’ampliamento del buon uso di quel prezioso, attuale a poliedrico attrezzo chiamato agricoltura biologica.

L’agricoltura biologica verrà così presentata come base delle comunità del cibo che sottendono i Gruppi Organizzati di Domanda e Offerta (GODO) che AIAB FVG gestisce; come valore aggiunto nel ritornare a fare agricoltura in montagna, con Claudio Coradazzi, sindaco di Forni di Sotto ma anche allevatore e coltivatore; come enzima per fare della ristorazione scolastica il volano dell’agricoltura locale e della salute pubblica, con Antonio Ciappi direttore generale di Qualità e Servizi, società che gestisce la ristorazione scolastica di diversi comuni toscani, con alcune insegnanti delle scuole primarie della Regione che hanno partecipato all’attività didattica con AIAB FVG e con Cecilia Bartolucci, presidente della Fondazione Comitans;  come filo rosso che collega i Beni Comuni al pane, con Massimo Moretuzzo, DES Friul di Miec; come metodo di ricerca sui temi delle comunità e loro trasformazioni, con Lucia Piani, UNIUD; come veicolo di inclusione sociale e benessere di comunità, con don Lorenzo Piola, di Fruts di bosc; come aggregante dei viticoltori nel Biodistretto del Chianti Classico, con Monica Coletta e come strumento di miglioramento tecnico con Angelo Divittini della Cooperativa Vitis di Rauscedo; come base per le comunità energetiche rurali, con Emilio Gottardo di Legambiente. Moderazione di Cristina Micheloni, presidente di AIAB FVG e conclusioni di Angelo Radica, sindaco di Tollo e presidente nazionale delle Città del Vino. Al termine aperitivo bio.

 

I Baroli 2017 coronati da Vinibuoni 2022 regalano affascinanti conferme

Da Cannubi in Barolo a Bussia, Ginestra, Perno e Ravera in Monforte.

Ho risentito in questa prima ridegustazione dell’annata 2017, i Barolo che hanno raggiunto la Corona nell’edizione 2022 di Vinibuoni d’Italia, provenienti dai cru Cannubi in Barolo; Bussia, Ginestra, Perno e Ravera in Monforte.
Il Barolo, è quasi scontato, solitamente non esprime al massimo le proprie doti nel momento in cui è posto in commercio, perché come altri nobili rossi è una creatura che sa affrontare in continua trasformazione tutte le fasi della sua esistenza: dalla giovinezza, alla maturità, e perché no!, alla vecchiaia. Questo è il suo grande fascino, perché la sua personalità manifesta caratteristiche attraenti sempre diverse con il passare degli anni.

Barolo Docg Cannubi 2017 Borgogno Fratelli Serio &Battista
Il bouquet ampio e aromatico viene confermato, ma risultano più marcati i cenni balsamici e accordi leggermente affumicati. Il sorso svela più complessità mantenendo integra la freschezza. La trama tannica viva e ben presente, trova maggiore equilibrio e si integra con una piacevole vivacità acida che porta la bocca ad avvertire lunga la progressione in cui riemerge il frutto iniziale.

Barolo Docg Cannubi 2017 Francesco Rinaldi e Figli
I sentori floreali e le sensazioni balsamiche avvertite nella precedente degustazione si avvicendano ora a ciliegia e fragole mature, non disgiunte da sentori di cuoio e liquirizia. La beva ha raggiunto un felice equilibrio e la raffinatezza che il cru regala quando è ben interpretato in cantina. Ottimamente integrata la fase tannica e la persistenza lascia trasparire sentori minerali e piacevole freschezza.

Barolo Docg Cannubi 2017 Marchesi di Barolo
Si confermano le sensazioni olfattive di rose fresche, le spezie orientali e la liquirizia unite in un bouquet veramente molto articolato. Si avvertono iniziali note evolutive che conducono ad iniziali fasi di terziarizzazione. Il percorso è elegante, austero e armonioso e porta verso tannini presenti, ma ben levigati già distesi su velluto. Il finale molto persistente riprende le iniziali sensazioni olfattive.

Barolo Docg Bussia 2017 Fratelli Giacosa
Tutte le sensazioni avvertite durante la prima degustazione trovano conferma esaltate tuttavia dalla complessità armonica e dall’equilibrio che l’affinamento in bottiglia ha regalato. I sentori di ciliegia, i frutti del sottobosco e le erbe aromatiche anticipano un sorso fresco e agile, continuo e privo di cedimenti nella sua progressione verso tannini delicati ed un finale lungo su ricordi di balsami e liquirizia.

Barolo Docg Bussia Vigneto Bofani 2017 Batasiolo
Unitamente alla confettura di piccoli frutti rossi e alle spezie avvertite precedentemente nel bouquet, il bicchiere si arricchisce di strali balsamici e accenni al tabacco dolce, cacao e cuoio. La bocca sviluppa un percorso articolato, profondo e complesso; il calore è supportato ed equilibrato dall’acidità finale dove la trama tannica solida si integra con la succosità del frutto e apre ad una persuasiva lunghezza.

Barolo Docg Bussia 2017 Poderi Luigi Einaudi
Nella guida 2022 lo abbiamo descritto sorprendentemente ricco di una grande forza aromatica, riconducibile a note floreali e fruttate. Avevamo trovato setoso il percorso, solida e ampia la struttura. Un anno di bottiglia ha permesso di comporre in delicata ed emozionante sinfonia quello che era avvertito, seppure ben espresso, in una prima fase potenziale. Ora la complessità, l’eleganza e la raffinatezza sono tuttuno con una meravigliosa chiusura tannica.

Barolo Docg Bussia 2017 Prunotto
Tessitura densa e perfetto equilibrio confermano un vino che a distanza di un anno si manifesta con tipiche note varietali, che vanno dalla frutta matura e dai fiori appassiti indirizzandosi in successione verso note balsamiche. In bocca è intenso e avvolgente, con insistenti note speziate appoggiate su ottimo corpo ben strutturato e vestito di aristocrazia e suadente chiusura tannica. Un’iconica interpretazione del grande cru.

Barolo Docg Bussia 2017 Giacomo Fenocchio
Lo avevamo descritto serico, elegante e avvolgente; all’olfatto ricco di spezie, di fiori passiti, di rosa, di liquirizia… Oggi si conferma nel bicchiere con una finezza straordinaria e sono sicuro che il vino preluda a nuove emozioni con il passare del tempo: caldo, armonico e persistente; elegante, dotato di un'ottima struttura tannica è un sorso che mette in luce gli aspetti più caratterizzanti di questo cru.

Barolo Docg Ravera di Monforte 2017 Piero Benevelli
Il bicchiere non smentisce le promesse avanzate nella degustazione di un anno fa. La sua personalità è ampiamente espressa e si ripropone con un quadro olfattivo molto articolato con frutta rossa e scura, rosa e fiori e un ventaglio speziato veramente gradevole. Le sensazioni voluminose percepite allora, trovano garbato equilibrio con la freschezza e la trama tannica veramente educata che invoglia la beva, per farci apprezzare nella sua lunga persistenza finale i frutti, i fiori, le spezie…

Barolo Docg Ginestra Pajana 2017 Domenico Clerico
Avevamo scritto in guida che il tempo avrebbe ulteriormente esaltato tutte le sue qualità. Oggi il naso si apre su note speziate di caffè e cacao, per ricomporsi sui frutti di bosco e su richiami di fiori appassiti. Il sorso è maestoso, forte e vigoroso e avvolge la beva con tensione fortemente aristocratica. Grande impronta tannica finale a ricordarci strabilianti promesse future, come del resto predispongono i terreni di questo grandissimo cru e la consueta abilità di interpretazione della cantina.

Barolo Docg Ginestra 2017 Paolo Conterno
L’assaggio rivela complessità in coerenza con il naso; un vino potente e caldo, impostato su un’energica trama tannica ben inserita e suadente, perché ben bilanciata. Il percorso è dinamico e lungo nella persistenza e affiorano magistralmente i sentori olfattivi giostrati su fiori, spezie e balsami. Vino di grande seduzione che avanza ulteriori sorprendenti promesse verso mete che andranno ulteriormente esplorate nel tempo.

Barolo Docg 2017 Bricco San Pietro Poderi Ruggeri Corsini
Eegante e intenso, si rivela nuovamente all’olfatto con profumi di ribes rosso, marasca, lampone, sfumature floreali, cenni di erbe officinali e spezie. Il sorso svela strutturato e austerità, con tessitura tannica fitta e importante che non mortifica il frutto maturo e la complessa sfaccettatura aromatica. Il finale è lungo e armonioso, con una chiusura persistente.

Barolo Docg 2017 Seghesio
Le uve sono vendemmiate nel cru Castelletto Il vino conferma autorevole personalità e divisa austera, con profumi di roselline, ma anche di confettura e fiori essiccati, a cui seguono sentori di sottobosco e spezie. In bocca rivela intensità ed equilibrio, stupefaciente la superba progressione che su toni di forte equilibrio conduce la beva verso un finale di eccezionale persistenza. Complesso e sontuoso, conferma tutto il grande potenziale del territorio.

Da La Morra a Serralunga
Uno straordinario aiuto per avere maggiore consapevolezza della ubicazione e della valenza dei vigneti della Docg del Barolo viene dagli studi fatti da Alessandro Masnaghetti. La sua Enciclopedia delle Grandi Vigne aiuta a capire l’ineguagliabile legame che c’è tra prodotto e territorio.

Barolo Docg 2017 Serra dei Turchi Gianni Gagliardo
E’ un crescendo di strabilianti sensazioni olfattive e gustative che, avvertite lo scorso anno in degustazione, si dispiegano all’olfatto e al sorso ampliate dall’affinamento in bottiglia. Un vino da apprezzare ora, ma che si propone come affascinante interprete di future emozionanti esperienze. Ora è l’eleganza, la ricchezza, la raffinatezza, la profondità e la ricca trama aromatica a condurvi sul rigo sinfonico dell’eccellenza.

Barolo Docg Roncaglie 2017 Chionetti
Lo abbiamo raccontato in guida come campione di nobiltà e immediata raffinatezza. Oggi armonizza ulteriormente il suo carattere e la sua intensità sia al naso che in bocca, dove i sentori fruttati, le note floreali di rosa e i cenni di spezie e liquirizia conducono ad un sorso articolato, complesso e superbo con tannini vibranti, ben armonizzati e ben integrati e una succulenta persistenza che rende il bicchiere immensamente piacevole.

Barolo Docg Brunate 2017 Rinaldi
Un’icona della storia del Barolo che si rinnova in questo vino che avevamo descritto essere di immensa statura. Ci convince ancora di più ora a distanza di un anno. Il bicchiere trasmette austera eleganza e intensità in un susseguirsi di emozionanti evocazioni aromatiche di viola, erbe officinali, tabacco dolce e fiori secchi confermati al sorso su un percorso inarrestabile di piacevolezza accarezzata sul finale dal velluto dei tannini.

Barolo Docg Annunziata Vigna Plicotti 2017 Silvio Grasso
Degustato dopo un anno consolida il giudizio espresso in guida. Oggi si conferma un campione eccezionale che lascia intuire la voglia di raggiungere importanti traguardi futuri, perché si presagisce che potrà ancora affinare splendidamente in bottiglia per alcuni anni. I profumi sono un tourbillon di sensazioni che spaziano dalla mora alle spezie, per presentarsi in bocca opulento e fresco ben misurato su trama di velluto.

Barolo Docg Rocche dell’Annunziata 2017 Rocche Costamagna
Lo stile della casa mi è sempre piaciuto e in questo bicchiere trova la sua sintesi; vino dinamico, di portamento elegante e raffinato, al contempo godibile per la sua immediatezza. Il profumo è amplissimo e complesso con richiami ammalianti di prugna, viola e liquirizia.Ha progressione continua e grande piacevolezza di beva perché equilibrio ed armonia guidano verso la serica trama di tannini dolcissimi.

Barolo Docg Conca 2017 Ratti
Il profilo olfattivo floreale e balsamico con richiami di liquirizia e menta, essenze di eucalipto; il gusto pieno, solido, elegantissimo e serico nella chiusa tannica, anticipano l’impressionante lunghezza del finale, in cui riprendi tutte le sensazioni olfattive che hanno guidato l’incipit. Davvero straordinario per piacevolezza immediata e tuttavia è vino che invita anche ad aspettarlo nel tempo senza essere impazienti.

Barolo Docg Marcenasco 2017 Ratti
Altra icona della guida. Si conferma a distanza un bicchiere di emozione, intenso, generoso, ammaliante, solido nei tannini integrati nel rigo musicale di una coinvolgente sinfonia che unisce profumi e sapori. Vino che è sì frutto della generosità di questo splendido cru, ma soprattutto della capacità del produttore di interpretarlo trasformando le sue potenzialità in vini di eccellenza.

Barolo Docg del Comune di La Morra 2017 Agostino Bosco
Alle fresche note floreali percepite, si assommano ora sentori di sottobosco, cuoio, fiori secchi, cannella e chiodi di garofano che giocano olfattivamente intensi riprendendo anche i sentori fruttati della prugna e della ciliegia. Il sorso ha acquisito maggiore morbidezza pur mantenendo austerità e il tannino risulta molto ben integrato confortato nel finale da una lunga suadente persistenza.

Barolo Docg 2017 Voerzio/Martini
Avevamo annotato in guida richiami freschi di fragola e more che tornano prepotenti anche ora nell’assaggio, infatti il naso si esprime tuttora con sentori di frutti rossi, note erbacee e cenni balsamici. Al palato è decisamente ricco, intenso, rotondo e di ottima persistenza e regala un sorso elegante, in cui i sentori fruttati si allineano perfettamente nel finale dove la trama tannica gioca presente e educata in equilibrio con la freschezza.

Barolo Docg Vigna Santa Caterina 2017 Guido Porro
Lo abbiamo definito un fuoriclasse. Proveniente da una singola vigna posizionata nel prestigioso cru di Lazzarito a Serralunga D’Alba, questo Barolo colpisce per la fine eleganza e la potente struttura. Progressiva la crescita dopo un anno di affinamento, avendo ulteriormente migliorato in eleganza ed armonia. Non dico di dimenticarlo in cantina, ma se si riuscisse ad attendere tra quattro anni, le sorprese potrebbero essere strabilianti. Ora è già entusiasmante, strutturato caratterizzato da tannini importanti e solidi.

 

Mario Busso
Curatore nazionale Vinibuoni d’Italia

 

 

Turismo enogastronomico, vino e olio trainano l’Italia

• Dal “Rapporto sul Turismo Enogastronomico” 2022, curato dalla professoressa Roberta Garibaldi, alla guida dell’Enit - Agenzia Nazionale del Turismo, emerge come il comparto, nel 2021, sia tornato a crescere, superando, non senza qualche difficoltà, la crisi del 2020. Merito, appunto, di un sistema capace di far convivere le eccellenze agroalimentari (vino e olio su tutte), la ristorazione, l’accoglienza, che passa per gli agriturismi e per i bed&breakfast, i musei dedicati al vino, all’olio e ai formaggi, le esperienze in cantina, passando per i corsi di cucina, che spopolano tra i turisti di tutto il mondo e che riportano al centro, attraverso post e recensioni, il tema enogastronomico nei discorsi online, con voti eccellenti.

• Il patrimonio agroalimentare e vitivinicolo italiano, infatti, si fa portavoce del Made in Italy nel mondo, veicola quella ricchezza di culture e tradizioni che caratterizza il nostro Paese nell’immaginario collettivo, anche turistico. Una ricchezza testimoniata dalla sua capillarità, con tutte le regioni italiane che possono vantare almeno una produzione certificata. L’Emilia-Romagna ha il maggior numero di prodotti agroalimentari certificati - 47 tra DOP, IGP e STG - seguita dalla Sicilia e dal Veneto (a pari merito con 39), mentre il Piemonte è in cima alla classifica nazionale per numero di vini IG (59), prima della Toscana (con 58) e del Veneto (53).

• Anche la ristorazione è annoverabile tra i capisaldi dell’offerta enogastronomica italiana: dà visibilità alle produzioni e alla specialità culinarie locali.

• La rete agrituristica italiana ha mostrato solidità di fronte all’emergenza sanitaria e a contenere gli impatti negativi della pandemia ha certamente contribuito l’elevata diversificazione dell’offerta. È la Toscana ad avere la maggiore concentrazione di aziende agrituristiche: sono 5.406 al 2020, pari al 22% del totale nazionale. A seguire il Trentino-Alto Adige. Da evidenziare l’exploit della Campania, che pur non essendo tra le regioni con la più alta concentrazione dell’offerta, ha visto il numero di agriturismi crescere del +13,2% tra il 2019 e il 2020.

• Nel 2019 l’enoturismo contava almeno 15 milioni di presenze tra turisti ed escursionisti, e generava un fatturato complessivo di 2,65 miliardi di euro (dati Città del Vino, 2021).

• L’orientamento al biologico e, più in generale, alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica dimostrata dalle aziende del settore rappresenta un valore aggiunto in ottica turistica. I viaggiatori mostrano una crescente attenzione alla salubrità del cibo ed al consumo responsabile anche in vacanza, tanto da considerarli tra i possibili driver di scelta. Il Rapporto mostra chiaramente come i differenti aspetti e declinazioni della sostenibilità - dall’approccio green alle produzioni biologiche, passando per l’attenzione verso il sociale - possono essere da stimolo alla visita di aziende di produzione.

Fra gli altri attrattori turistici dal punto di vista enogastronomico figurano anche i musei del gusto e le Strade del Vino e dei Sapori. Nel Belpaese sono presenti 129 musei del gusto al 2021, un patrimonio culturale consistente, diffuso su tutto il territorio.