L’unicità e la diversità di Vinibuoni d’Italia

In attesa di Enoteca Italia, l’evento che la guida porta ad Ein Prosit, Merano Winefestival, Vinitaly e Winearound, ecco la filiera che dalla degustazione di circa 26000 campioni di vini si giunge alle selezioni e alle finali per arrivare al massimo riconoscimento della Corona e della Golden Star.

• Cosa rende Vinibuoni d’Italia una guida diversa
Tutti ormai riconoscono alla guida Vinibuoni d’Italia una sua particolare identità che la rende non paragonabile con nessun’altra guida dei vini.
In primo luogo perché analizza solo i vini da vitigni autoctoni che sono espressione della storia e della diversità italiana rispetto al resto della produzione mondiale. Infatti sono oltre 350 i vitigni utilizzati nel nostro Paese per la produzione di vini che raccontano storie ed espressioni culturali del territorio italiano che non ha paragoni con il resto del mondo.
In secondo  luogo la trasparenza di tutte le operazioni della filiera che parte dall’invio dei campioni da parte dei produttori fino alla valutazione e alle selezioni che si concludono con le finali aperte al pubblico, ai produttori e ai media.
Inoltre la classificazione dei produttori, in base all’originale impostazione grafica studiata, in un colpo d’occhio offre al lettore l’espressione qualitativa immediata dei vini selezionati.

• Come avvengono le valutazioni e la selezione dei produttori
A ciascuna regione, ogni anno in quanto curatore nazionale, assegno, in accordo con i coordinatori regionali, un numero prestabilito di aziende da inserire in guida. Detto numero ha delle flessibilità annuali, necessarie per recepire anno per anno alcune esigenze specifiche delle regioni esaminate per fare una lettura attenta delle annate e rivolgere un occhio vigile al progressivo incremento qualitativo della produzione dei territori esaminati. Tuttavia il totale delle aziende da inserire, a conclusione dei lavori, non deve superare il tetto nazionale prestabilito dalla Redazione e dall’Editore che è di circa 1400 aziende, oltre ad un consiglio che viene riassunto nella sezione “Vini da non perdere”, che quest’anno annovera 269 bottiglie top. Il rigore selettivo, per rispettare le tabelle prestabilite, è dunque severissimo ed entrano in guida quelle aziende che hanno ottenuto, con punteggio assoluto espresso in stelle, le valutazioni complessive migliori.

• Come vengono degustati i vini
Oltre a essere valutati in forma anonima i vini vengono valutati in base ai seguenti parametri:

-     Qualità espressa in centesimi secondo le tabelle di degustazione internazionali.
-     Corrispondenza vino-vitigno-territorio per cogliere il meglio dell’espressività di un vino che deriva da vitigno autoctono. Questo parametro incide in misura determinante.
-    Bevibilità, ovvero la gradevolezza e la piacevolezza dimostrate dal vino al momento dell’assaggio.
-    Vino in bottiglia, ovvero un vino pronto per la commercializzazione e il consumo, infatti i
produttori possono inviare il vino quando è degno di affrontare il giudizio da offrire al     consumatore finale .

• Cosa significano le stelle e come avviene l’inserimento delle aziende in guida
In base alla limitazione del numero delle aziende che vengono inserite in guida e in base alle premesse di cui sopra, per effetto delle graduatorie stilate secondo i criteri indicati, ci sono aziende escluse con un margine di scarto veramente piccolo. Le stesse aziende è possibile siano recensite da altre guide essendo i criteri di valutazione diversi da quelli di Vinibuoni d’Italia. Questo non significa che i vini inviati non siano buoni, bensì appena al di sotto alla media dei punteggi ottenuti dalle aziende inserite.
I punteggi dei vini sono espressi in stelle che esprimono l’immediata traduzione del giudizio di un vino che rispecchia, come dicevo sopra, le tabelle internazionali espresse in centesimi.
Il numero delle stelle è stato studiato per andare incontro al crescente interesse da parte del consumatore di avere l’immediata percezione della qualità del vino. Si tratta quindi di un punteggio che facilita in modo istantaneo la comprensione.
Solo i vini che raggiungono un punteggio minimo di 76 centesimi vengono pubblicati nella guida, perciò non appaiono i vini con un punteggio inferiore. Il primo livello è espresso da una stella, per arrivare alle 4 stelle che raccontano un vino che arriva dagli 88 ai 90 centesimi.
Oltre i novanta centesimi i vini vengono portati a finale e concorrono al massimo riconoscimento della Corona.

• Cosa significano la Corona e la Golden Star
I vini che arrivano a finale sono di qualità eccellente e il loro fascino, al di là della positiva espressione organolettica,  li rende unici e inimitabili.
I vini che giungono a finale sono valutati da commissioni composte da 9 membri scelti tra i coordinatori regionali della guida. In dette commissioni non è ovviamente presente il commissario che ha portato i vini della propria regione a Finale.
Le degustazioni avvengono alla cieca sapendo solo la tipologia e la zona da cui arrivano i vini per poter considerarne anche la tipicità.
A Corona vanno i vini migliori della loro categoria che hanno ottenuto almeno 5 voti su 9 da parte delle commissioni. Si tratta di vini che hanno assoluta piacevolezza e complessità unite a carattere definito e preciso; vini di forte emozione, in grado di esaltare i sensi di ogni appassionato winelover.
I vini che alle finali non raggiungono la Corona, vengono insigniti della Golden Star e sono vini dalla precisa personalità espressiva che meritano l’attenzione del consumatore. Vini che hanno carattere, stile e tipicità.

• Suggerimenti al consumatore  
Ogni vino riceve un suggerimento sul suo miglior periodo per il consumo. Questa indicazione corrisponde al posizionamento dell’icona di una bottiglia che può apparire in verticale, piegata o distesa. Tale posizionamento dà un’indicazione della possibile longevità del vino da consumare sul breve, medio e lungo periodo.
Queste indicazioni rappresentano una stima di prospettiva, anche perché lo sviluppo positivo o negativo dipende da molte variabili, tra cui  le condizioni e le modalità di conservazione.

• Quali le novità in Vinibuoni 2017
Oltre a segnalare le aziende impegnate sulla sostenibilità ambientale, sulle pratiche virtuose, sull’impegno nelle coltivazioni biologiche e biodinamiche, Vinibuoni nell’edizione 2017 segnala con un’apposito simbolo la presenza centenaria di molte aziende che hanno raccontato la storia enologica italiana ad iniziare dal 1500 ad oggi. Inoltre è stata inserita un’apposita sezione dedicata all’ospitalità, intitolata “Vinibuoni Charming Club”, che evidenzia quelle strutture che fanno dell’accoglienza enoturistica e della promozione diretta dei loro vini nei punti di vendita aziendali un elemento di forza della loro attività.

Master Part time Food&Wine del Sole 24ore

Completando l’offerta formativa nel settore Food&Wine la Business School del Sole24ORE organizza a Milano il Master Part time Food&Wine: strategie di marketing e comunicazione, a partire dal 25 novembre, per 7 weekend non consecutivi.

Il Food & Wine rappresenta uno dei settori economici di grande sviluppo grazie al connubio vincente tra le ricchezze ambientali e turistiche del nostro Paese e la varietà della tradizione enogastronomica che da sempre contraddistingue le nostre regioni.

In questo ricco contesto sono nate e si sono sviluppate Piccole e Medie Imprese del settore Food&Wine che hanno creato un vero e proprio filone per la produzione, promozione e commercializzazione dei loro prodotti.

In questo scenario si rivela di fondamentale importanza sviluppare strategie di marketing e comunicazione mirate e focalizzate a rispondere alle nuove sfide del mercato.

Il Master Food & Wine: strategie di marketing e comunicazione rappresenta, quindi, un percorso

necessario per chi opera nell'enogastronomia e vuole implementare nuove strategie per la promozione dei propri prodotti.

Per ulteriori informazioni consultare il sito http://24o.it/lJjOHI

oppure scrivere a: roberta.lazzara@ilsole24ore.com (telefono 02/3022.3106).

Una raffinata signora in rosso rubino

Una raffinata signora in rosso rubino, dal profumo avvolgente, attira come una calamita gli sguardi e l’attenzione degli  invitati riuniti a Palazzo Barolo per festeggiare i settanta anni di storia del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato. Il suo nome è Barbera ed è lei  la protagonista della serata Barbera 70 e delle due degustazioni, la prima condotta da Joe Roberts, fondatore di 1WineDude.com, uno dei più influenti e popolari blog sul vino negli USA riservata d un selezionato pubblico di produttori e giornalisti; la seconda con la partecipazione di Adua Villa, sommelier Master Class per gli appassionati, circa 400 persone, che hanno affollato le sale di Palazzo Barolo.
Joe Roberts ha evidenziato i diversi volti della Barbera compiendo un percorso tra le peculiarità delle Barbera prodotte all’estero e quelle del vino che si produce in Italia nel suo territorio di elezione soffermandosi sulla versatilità del vitigno e sui diversi territori. Tre batterie di vini, la prima che Joe Roberts definisce “varietale” con Barbera d’Asti docg 2015, Bodega Norton 2012 Mendoza Argentina, Sveti Martin Kakavostno ZGP 2013 nella Valle del Vipacco in Slovenia, Quattrocchi barbera 2013 Mendoza Argentina. Il vitigno in Argentina, soprattutto nelle regioni di Mendoza e San Juan ai piedi delle Ande, è stato portato dagli emigranti italiani e ci sono produttori consolidati come Norton. I due vini esprimono pienamente le qualità organolettiche identificative del vitigno, ma il clima caldo della regione e l’affinamento in legno riservano delle sorprese, con aromi estremamente complessi e balsamici seguiti anche da accenni di pepe. Interessante l’interpretazione della  barbera della valle del Vipacco in prossimità con il confine con l’Italia, a pochi chilometri da Gorizia, una valle dedicata alla coltivazione della vite, soprattutto vitigni a bacca bianca,  fin dal tempo dei romani.
Seconda batteria dedicata ai vini premium, un termine molto  usato negli Stati Uniti per descrivere una classificazione di qualità superiore del vino. Nizza docg 2014 Italia, Montevina barbera 2013 USA, barbera d’Asti docg superiore 2013 Italia. Notevole struttura ed eccellente equilibrio per le due barbere di casa ed una piacevole sorpresa per la barbera Montevina della California, nella zona vinicola Amador situata ai piedi della Sierra Nevada nella parte nord della California dove ogni anno si svolge anche un Barbera Festival (la date per il 2017: 16 settembre) dove circa 80 aziende viticole provenienti da ogni parte della California portano in degustazioni le loro interpretazioni del vitigno.
Terza batteria, vini dalla personalità molto marcata, quasi eccessiva. Boeger Winery 2013 Usa e Vi- Vin Saksida Barbera Selekctija 2011 Slovenia. Per il primo vino ci troviamo di nuovo in California nella regione El Dorado, un tempo celebre per l'oro, una zona montuosa con clima fresco. Una Barbera carica di colore con aromi di tabacco fresco, frutta matura, liquirizia; piena al palato. Per l’ultimo siamo sempre nella Valle del Vipacco, una esplosione di profumi, amarene, ribes e frutta di bosco. Spezie, vaniglia, alcol: una super barbera che non credo abbia convinto molti.
Lei, la signora in rosso, continua a sorprenderci:  di classe, elegante, versatile, può sedersi alla tavola di tutti i giorni come a quella delle grandi occasioni confrontandosi senza timore con i grandi vini del mondo.

 

NASCE IL CODICE DEL PROSECCO

Il Prosecco diventa grande: la Commissione Europea ha creato un apposito codice di Nomenclatura Combinata a 8 cifre specifico per il Prosecco spumante: 2204 1015, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2017. Fino ad oggi, in Europa, solo Champagne ed Asti potevano vantare un codice proprio, per tutti gli altri spumanti, tra cui il Prosecco, rimaneva un generico “altri vini spumanti Dop”. Era quindi impossibile conoscere i reali flussi commerciali, ed era ancora più complesso cercare di prevenire le frodi e contraffazioni che colpiscono questo nostro vino di eccellenza.
Una vittoria conseguita grazie alla sinergia di Unindustria Treviso e dei tre Consorzi di tutela: Prosecco DOC, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, Asolo Prosecco DOCG, che hanno unito le forze e la capacità di influenza in sede europea. 
L’iter non è stato semplice: raccolta dei dati a supporto, grazie al contributo del CIRVE - Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Padova - e dell’Istat; preparazione della proposta e di tutta la documentazione a corredo sotto la supervisione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, e sua successiva presentazione al Comitato Codice Doganale – sezione nomenclatura tariffaria e statistica (settore NC) della Commissione Europea, grazie al prezioso supporto delle Federazioni nazionali ed europee di categoria: Federdoc, Federvini, Unione Italiana Vini, EFOW e Comité Européen des Enterprises Vins.
“ E’ stata fondamentale – spiega Ivo Nardi, Presidente del Gruppo Vinicolo di Unindustria Treviso – la forte relazione che la nostra Associazione ha stabilito con l’Agenzia delle Dogane di Roma che partecipa al Comitato Codice Doganale, con la quale abbiamo lavorato in sinergia per oltre due anni per il raggiungimento di questo traguardo. È un esempio virtuoso dei vantaggi di una relazione proficua tra imprese e Pubblica Amministrazione, che è al centro dell’impegno di Unindustria Treviso per raggiungere obiettivi di interesse per il territorio e il Paese”.    
Quali i vantaggi più tangibili del nuovo codice del Prosecco? Innanzitutto, la tracciabilità dei flussi e quindi dei volumi di Prosecco che circolano in Europa e nel mondo. Utile ai fini statistici e per le politiche commerciali delle aziende, ma anche strumento importante di tutela contro i falsi ‘prosecco’ che utilizzano questo nome in modo fraudolento. All’interno della proposta sono state riportate, per le nove province di Veneto e Friuli Venezia Giulia in cui il Prosecco viene prodotto, anche le superfici coltivate e le produzioni ottenibili. La tracciabilità data dal nuovo codice di Nomenclatura Combinata consentirà quindi di individuare facilmente eventuali quantità anomale o in eccesso, e di andare a colpire i sempre più frequenti fenomeni di contraffazione

Vinibuoni a Terra Madre Salone del Gusto

Torna quest’anno a Torino Terra Madre - Salone del Gusto, con un'importante novità; la storica manifestazione organizzata da Slow Food abbandona il Lingotto e si trasferisce nelle vie del centro cittadino.

Dal 22 al 26 settembre saranno protagonisti centinaia di stand del Mercato della Terra assieme ai produttori da tutto il mondo.

La guida Vinibuoni d’Italia, che da sempre si occupa di autoctoni provenienti da tutta Italia, sarà presente all’interno dello Stand del Sigaro Toscano.
Anche in questo caso porterà una piccola rappresentanza di eccellenze vinicole italiane, delle vere e proprie chicche da degustare nello spazio del Club Amici del Toscano, che per tutti i giorni della manifestazione proporrà un’enoteca, riservata ai soli maggiorenni fumatori e gratuita per i soci vecchi e nuovi del Club (con possibilità di fare l’iscrizione sul posto), dove abbinare la selezione di vini, birra e distillati al Sigaro Toscano.

I VINI PROPOSTI NELLO STAND DEL SIGARO TOSCANO

Le novità di Vinibuoni d’Italia 2017

Non esiste nazione dotata di ricchezze storiche, ambientali e artistiche come l’Italia, un paese capace di suscitare innamoramenti negli artisti e nei letterati di ogni epoca. La medesima considerazione si può fare per i vini, perché gli avvenimenti storici, i costumi, il clima hanno fatto sì che ogni regione si configurasse con una propria identità vitivinicola.
Dietro questo lungo cammino ci sono tanti attori, ci sono cantine secolari in cui il tempo ha fermato e confermato valori; in cui l’azione dell’uomo ha saputo coniugare la tradizione all’innovazione; filosofie di produzione e di vita; devozione al lavoro e continuità nella ricerca qualitativa; impegno nel vigneto e nella valorizzazione dei vitigni autoctoni del territorio. Queste cantine mostrano l’orgoglio dell’esperienza e il risultato è nei vini di etichette gloriose che hanno fatto la storia enologica dell’Italia.
Castelli, ville, abbazie, borghi medioevali, spazi moderni in cui tuttavia ritroviamo storie enologiche antiche, raccontano il “saper fare” dei vitivinicoltori italiani  in 100 e più anni di storia.
In guida le aziende sono contrassegnate con l’apposita icona. Questa icona compare nella scheda delle aziende selezionate di chi ha indicato l’anno di nascita e che ha superato i 100 anni di attività. La mappatura delle aziende continuerà per arrivare a definire un quadro completo della realtà imprenditoriale che contraddistingue la storia enologica  italiana.

Vinibuoni d’Italia 2017

• La Redazione ha consegnato in questi giorni a Touring Club Italiano gli elaborati dell’edizione 2017 della guida Vinibuoni d’Italia pronti per la stampa.
La guida sarà in libreria verso fine Ottobre, ma a Ein Prosit che si svolgerà a Tarvisio-Malborghetto dal 20 al 23/10, chi sarà presente potrà visionare in anteprima la selezione dei vini operata dai coordinatori regionali di Vinibuoni d’Italia. Molti di questi vini saranno in degutazione presso 'Enoteca Italia', che anche quest’anno verrà allestita non solo in occasione della prestigiosa manifestazione tarvisiana, ma, in sequenza, al Merano WineFestival, al WineAround di Saluzzo e a Vinitaly 2017.

• Enoteca Italia è un evento molto importante ideato dalla guida per promuovere in modo diretto - al pubblico e gli operatori di settore - i vini che sono stati selezionati dalle 27 commissioni che hanno degustato quest’anno oltre 26 mila vini. Enoteca Italia è dunque un appuntamento di promozione imperdibile soprattutto per le aziende, ma anche per i consumatori che in tal modo hanno l’opportunità - unica in Italia - di vedere raggruppato in un solo spazio, il meglio della produzione in fatto di vini tipici e storici della Penisola. Questi vini sono stati inviati ad Enoteca Italia dalle aziende che si sono distinte in guida sia per l’impegno profuso per ottenere l’eccellenza espressa dai vitigni autoctoni, sia nell’esprimere il meglio in fatto di bollicine la cui selezione è inserita nell’apposita sezione dedicata agli spumanti Metodo Classico.

• Le aziende selezionate in guida hanno dunque usufruito di questa opportunità offerta da Vinibuoni d’Italia, aderendo al progetto proposto dalla Redazione di partecipare, con il vino simbolo, ai quattro eventi di Ein Prosit, Merano WineFestival, WineAround e Vinitaly 2017.

• La presentazione ufficiale della guida avverrà anche quest’anno a Merano WineFestival sabato 5 novembre presso il Teatro Puccini. Nell’occasione le aziende che hanno ottenuto la Corona, riceveranno il diploma che attesta l’eccellenza del vino premiato con il massimo riconoscimento della guida.

• Per chi non ci avesse seguiti all’indomani delle Finali, ritengo importante riproporre i dati ufficiali di Vinibuoni d’Italia 2017:
5000 vini selezionati in Guida
491 i vini che hanno ottenuto la Corona: massimo riconoscimento per i vini top dell’eccellenza, scelti con voto palese di maggioranza nella sessione finale di degustazione a commissioni riunite su scala nazionale. La premiazione e presentazione della guida alla stampa si terrà  nel Teatro Puccini di Merano.
209 i vini che hanno ottenuto la Golden Star: secondo massimo riconoscimento per i vini che hanno espresso eleganza, finezza, equilibrio, qualità e precisa espressione del varietale e del territorio.
338 le corone attribuite dai winelovers ovvero dal pubblico che ha assistito alle finali di Vinibuoni d’Italia e che ha votato parallelamente ai coordinatori della guida. Un pubblico, per la maggior parte costituito da sommelier, giornalisti e operatori di settore.
269 i vini da non perdere: vini di particolare pregio che le commissioni regionali hanno voluto mettere in risalto, dedicando loro un’apposita sezione della guida.

• Vinibuoni d’Italia sta predisponendo anche il programma delle presentazioni regionali della guida che saranno non solo motivo di incontro territoriale con i produttori, ma anche presupposto per premiare le aziende che avendo ottenuto la Corona non saranno presenti a Merano. Le presentazioni regionali della guida sono anche l’occasione per insignire del diploma di merito i produttori che hanno ottenuto con i loro vini la Golden Star.

• Volgendo lo sguardo al lavoro svolto esprimo tutta la mia gratitudine alla Redazione che operando in modo instancabile e senza porsi problemi di orario anche quest’anno ha rispettato la data di consegna dei lavori. Il febbrile, faticoso e inesauribile lavoro di  Redazione, in tre mesi, ha permesso di elaborare tutti i dati e le schede inviate dai coordinatori regionali e comporre graficamente la guida controllando ogni dato fornito ed ogni etichetta al fine di ridurre pressoché a zero il margine di errore. Un lavoro che è seguito a quello dei 27 coordinatori regionali che con le loro commissioni hanno messo in moto e orchestrato l’immensa macchina delle degustazioni.

• Un ringraziamento particolare va ai partner che da anni credono in Vinibuoni d’Italia. A Grana Padano, Salumificio Levoni, Verallia ed Ersa, si sono aggiunti quest’anno Amorim e Sacmi. A quest’ultima azienda dedichiamo in questa news letter un particolare approfondimento, dedicando alle altre un’analisi specifica nelle successive comunicazione.

• Last but not least, il mio ringraziamento va ai Produttori. Sono loro i veri artefici di questa guida che, attraverso il lavoro della Redazione e dei Coordinatori, altro non ha fatto che monitorare un percorso di elevamento qualitativo dei vini e di grande intraprendenza imprenditoriale. Lo dimostra l’innegabile successo dell’export che cresce in volume e in valore e offre maggiori prospettive future al settore. Anche su questo versante la guida sarà maggiormente vicina ai produttori, mettendo a loro disposizione  la versione App della guida in lingua italiana e inglese, ma vagliando l’opportunità di essere presente con i produttori anche in manifestazioni internazionali.

Sacmi scommette sul settore vino e crea la Divisione Wine&Spirits

Intervista a Vezio Bernardi, General Manager Sacmi Beverage a cura di Mario Busso

Proporsi come interlocutore a 360° nella gestione di tutto il processo di lavorazione nel settore, dal vigneto alla bottiglia, dal packaging alla logistica”. È questo l’obiettivo del Gruppo Sacmi che, all’indomani dell’acquisizione di Defranceschi – uno dei marchi storici nella progettazione e nella commercializzazione di soluzioni per la lavorazione delle uve – annuncia la costituzione di una vera e propria Divisione Wine&Spirits, che completa e mette a sistema la già ampia offerta del Gruppo per il settore, dal bag-in-box al riempimento, dall’etichettaggio al fine linea. Vezio Bernardi, General Manager Sacmi Beverage, spiega le ragioni di questa scelta strategica e, insieme, i nuovi orizzonti del Gruppo Sacmi quale partner globale della filiera enologica.

Quali gli obiettivi che Sacmi si propone con la creazione della Divisione Wine&Spirits?

La Divisione Sacmi Wine&Spirits avrà al proprio interno marchi quali Defranceschi (presse per uva, deraspatrici, serbatoi, attrezzature per il controllo qualità), Sacmi Verona (etichettatrici KUBE), Sacmi Packaging (soluzioni BAG IN BOX, fine linea, ecc) oltre a tutto il know how del Gruppo in termini di ingegneria, architettura e automazione degli impianti frutto di anni di esperienza in ambito internazionale. Tale ambiziosa operazione completa e mette a valore un percorso che affonda le proprie radici nella storia del Gruppo, fondato nel 1919 e già nel dopoguerra interlocutore primario nella progettazione di macchine per la produzione di tappi a corona, un settore nel quale, ancora oggi, Sacmi è leader mondiale”.

• L’avere individuato nel settore enologico un obiettivo importante da perseguire consolida l’impegno, la ricerca e l’esperienza che il Gruppo ha maturato in quasi cento anni nel beverage?

Certamente. Poiché Sacmi non è solo leader mondiale nei tappi corona. L’esperienza acquisita nello sviluppo di altri tipi di capsule (alluminium caps, plastic caps) e nella progettazione di impianti completi per imbottigliamento di acqua e CSD in bottiglie PET e, più in generale, la costante attività di ricerca e lo sviluppo di soluzioni per il filling, sia dei soft drink sia della birra in vetro, hanno consentito a Sacmi di sviluppare macchinari competitivi facilmente adattabili al mondo del vino. Inoltre, Sacmi è entrata da alcuni anni nel settore food con l’acquisizione di C&M Holding (lavorazione e packaging del cioccolato) e ha sviluppato una Divisione Automation con la progettazione di sistemi ottici completi per il controllo qualità sia in linea sia per analisi ambientali (sistemi Near-Infra-Read per analisi in campo, non distruttive di tutti i prodotti organici quali frutta, ortaggi, ecc), soluzioni potenzialmente di grande interesse per questo settore e che ora abbiamo l’opportunità di valorizzare in funzione dei nuovi obiettivi della Divisione”.

• Alcuni nomi importanti dell’enologia italiana, come Masi Agricola, Ca’ dei Frati, Zenato, Santa Margherita, la Cantina Produttori di Valdobbiadene annoverano soluzioni tecniche e robotizzate Sacmi di ultima generazione, sistemi di automazione che favoriscono una gestione più efficiente e razionale della cantina. Il Gruppo è dunque già presente con i propri servizi sul mercato italiano?

Sacmi è già presente in Italia con proposte molto innovative. La possibilità di offrire soluzioni di grande successo per il settore enologico – come l’ultima nata in casa Sacmi Verona, l’etichettatrice modulare KUBE dalle ampie e riconosciute doti di flessibilità ed efficienza – accanto alle sinergie sviluppate sul fine linea con la Divisione Sacmi Packaging, hanno gettato le basi per l’ingresso a tutto tondo nel settore anche in Italia. A rafforzare l’ambizione è l’ultima acquisizione mirata da parte del Gruppo, quella di Defranceschi che – oltre al pluridecennale know how nel settore – porta in Sacmi un valore aggiunto notevole anche dal punto di vista del brand. Defranceschi è una delle poche aziende al mondo le cui soluzioni sono certificate dal CIVC, associazione interprofessionale francese che raggruppa i produttori e i commercianti di Champagne. Ma non è tutto: a coadiuvare la nuova Divisione Wine&Spirits sarà anche la grande esperienza acquisita da Sacmi sulla sensoristica – dai sistemi di ispezione per il controllo qualità direttamente in linea del processo di riempimento ed etichettaggio agli avanzati sistemi di controllo olfattivo in campo ed in laboratorio sviluppati dalla Divisione NIR – consentendo al Gruppo Sacmi di proporsi come interlocutore a 360° nella gestione di tutto il processo di lavorazione, dal vigneto alla bottiglia, dall’etichetta al packaging, alla pallettizzazione e alla spedizione”.

• Lo scenario mondiale del mercato del vino è estremamente dinamico. Come intende muoversi Sacmi in questo contesto?

La produzione mondiale di vino, avviata verso i 250 milioni di ettolitri entro il 2019, vede buone prospettive di crescita in particolare su mercati emergenti quali Cina e Sudafrica, ma anche un primario mercato di sbocco negli States. Sacmi Wine&Spirits individua nella ‘cantina chiavi in mano’ il fulcro per un efficace posizionamento nel settore. La cantina, insomma, non solo come luogo di produzione e lavorazione del vino – ambiti presidiati da Sacmi anche grazie a un recente accordo di collaborazione con un primario laboratorio internazionale di enologia – ma anche come luogo esperienziale dove il cliente viene a contatto con una filosofia produttiva, dal design della linea all’esperienza sensoriale complessa legata al mondo della lavorazione e fermentazione delle uve. Per questo la Divisione avrà come focus principale, accanto alla produzione di macchine per il processo e il riempimento, la realizzazione di cantine complete, luoghi di eccellenza tecnologica ed enologica e status symbol al tempo stesso, che ambiscono a rappresentare un’altra pietra miliare nel percorso di sviluppo e crescita del Gruppo Sacmi nel mondo del beverage”.

Sacmi

La Carta d’identità

Protagonista globale dell’impiantistica industriale nei settori ceramics, packaging, plastics, automation & food processing, Sacmi consolida oltre 1,4 miliardi di euro di fatturato, con 80 società attive in 30 Paesi del mondo e più di 4mila collaboratori, 1.000 dei quali impiegati nella casa madre di Imola. La capillarità del network commerciale e gli avanzati servizi di assistenza post vendita garantiti da sedi e filiali dislocate in tutto il mondo consentono al Gruppo di proporsi come interlocutore privilegiato per un’offerta impiantistica integrata e chiavi in mano, personalizzata sulla base delle specifiche esigenze del committente e del mercato. Il laboratorio R&S Sacmi, certificato dai top player internazionali del beverage, è punto di riferimento per tutte le aziende del Gruppo e accompagna il cliente sin dalla fase progettuale, quindi per tutta la vita utile della macchina e dell’impianto.

 

SWIMRUN CHEERS

SWIMRUN CHEERS è un percorso che unisce sport, intrattenimento, birra artigianale e cibo di qualità con le eccellenze del territorio, che saranno i protagonisti dell’ultimo weekend di agosto, sabato 27 e domenica 28.
La kermesse di Pallanza apre alle ore 7 con la partenza della gara di Swimrun dal lungolago di Pallanza per poi toccare tra frazioni di nuoto e corsa le Isole Borromee, Stresa, Baveno, Feriolo, il Lago di Mergozzo, Fondotoce, tornando a Pallanza per le ultime bracciate intorno all’Isolino di san Giovanni e concludere i 39km della versione Iron o i 27 di quella short. Ai nastri di partenza i 20 migliori atleti italiani, francesi e svizzeri di questa disciplina, con in testa il locale Diego Novella. Orari di arrivo previsto a Pallanza tra le 15 e le 16.
La parte birraria e gastronomica apre le porte sul lungolago Pallanza alle 12 di sabato 27 agosto, con OLTRE 50 BIRRE ARTIGIANALI da Piemonte, Lombardia, Liguria e Friuli Venezia Giulia: Baladin, Antagonisti Gipsy Brewers, Birrificio Balabiòtt, Birrificio della Ghironda, Birra Gjulia, Troll, Kauss, 50&50 Craft Brewery, Croce di Malto, Birrificio della Granda, Frè, Kamun, Birrificio Scarampola, La Birrofila.
L'ingresso alla manifestazione è gratuito e alle casse si potranno acquistare i gettoni degustazione che
consentono di scegliere liberamente tra le tante tipologie presenti. Il kit base del costo di 5 Euro comprende il bicchiere in vetro indispensabile per gli assaggi, la tasca porta bicchiere e 1 gettone per una degustazione.

carta delle birre

I gettoni per gli assaggi successivi saranno in vendita al prezzo di 2 Euro. Ogni gettone da diritto ad una degustazione da 15 cl.
Grazie a Satispay sarà possibile pagare anche con il cellulare. Se non siete ancora registrati scaricate la app eregistratevi con il codice promo FOODAROUND per ricevere subito 5 € di bonus.
Inoltre a chi paga con Satispay verrà restituito il 10% della spesa.
Accanto alla birra artigianale non mancherà il cibo, con un'area allestita per proporre uno STREET FOOD di qualità, con prodotti del territorio e tanto pesce di lago. Protagonisti i ristoratori di Verbania, tra cui potrete trovare Massimiliano Celeste, chef stellato del Ristorante Il Portale, Marco Zonca dell’Osteria del pescatore e Cooperativa pescatori alto verbano, Piergiorgio Gironi dell'Osteria degli Specchi, Marco Vismara del Bar Imbarcadero, Marcella Ruschetta del ristorante Le Colonne, Andrea Nassa del Bar Sursum Corda, Francesco e Massimiliano del Bar Bavara e Michela Calciati del Ristobar di Villa Giulia.
Per i più piccoli e per chi non beve birra ci sarà la Molecola, la cola dal cuore e dal gusto italiano.
Saranno presenti anche la Condotta Slow Food Lago Maggiore e Verbano e la Condotta Slow Food Valle Ossola, che cureranno lo spazio incontri con i produttori di tipicità locali e con la guida alle Birre d’Italia.
Un progetto quindi che abbraccia la cultura dello sport, della birra artigianale e del cibo, allargandosi anche a quella musicale, grazie alla concomitanza con POLIRITMICA, il festival di percussioni che rinnova il suo appuntamento sulle rive del lago, con un concerto dal vivo in programma sabato 27 agosto sul lungolago.
Sono tanti i motivi per non lasciarsi sfuggire questo appuntamento di fine estate, gli orari della manifestazione sono: sabato 27 agosto dalle ore 12 alle ore 1 e domenica 28 agosto dalle ore 11 alle ore 24
Si ringraziano i comuni di Verbania, Mergozzo, Stresa, Baveno e l’Amministrazione delle Isole Borromee per aver creduto nel progetto ed aver concesso il patrocinio alla manifestazione.
Per ulteriori informazioni:
www.swimruncheers.it
www.foodarounditaly.it
Facebook: foodaroundpage e swimruncheers - tel. 392.8828211

 

Ricerca e non improvvisazione

Villa Sandi, splendido edificio di scuola palladiana risalente al 1622, ai piedi delle colline trevigiane, nel cuore del Montello e dei colli di Valdobbiadene, ha ospitato, sabato 16 luglio, il 1° Forum internazionale di "Wine Research Team WRT". Si tratta di un progetto nato con l’annata 2012 da una intuizione di Riccardo Cotarella, presidente dell'Assoenologi e dell’Unione mondiale degli Enologi, che coinvolge al momento 35 aziende dislocate sul territorio nazionale con due nuove entry straniere, una francese, l’altra giapponese. Obiettivo di WRT è quello di promuovere la ricerca scientifica applicata alla viticoltura e all’enologia italiana con particolare attenzione alla sostenibilità e soprattutto di condividere e comunicare i risultati della ricerca universitaria al mondo del vino.
Il gruppo WRT è costituito da aziende private e cooperative che si affidano alla consulenza del dott. Cotarella per lo sviluppo dei loro prodotti e si avvalgono di un Comitato scientifico affiancato da un pool di massimi esperti tra cui spiccano i nomi dei professori Attilio Scienza, Fabio Mencarelli e Riccardo Valentini.
La giornata che ha visto la partecipazione di numerosi produttori è stata un’occasione di confronto e di condivisione dei progressi della ricerca e delle metodologie della comunicazione del vino.

• Ad aprire i lavori il prof. Vincenzo Tassinari, presidente di WRT, che ha ricordato l’inizio con 18 imprese nell’aprile del 2014 “nei due anni di attività abbiamo ottenuto molto spazio e la stessa nostra presenza ad Expo Milano 2015 è stata la testimonianza della validità della nostra rete. Una sfida ancora aperta, ma una bella testimonianza di come le imprese associate pensano al futuro ed ai confronti che il futuro sta ponendo loro davanti. È il mercato dei consumatori che dirige le tendenze, consumatori che sono e saranno sempre più connessi, informati e aggiornati su quello che viene di buono ma anche di cattivo. Saranno sempre più esigenti, vorranno garanzie di innovazione e di biodiversità”.

• A seguire Riccardo Cotarella ricorda come “il mondo del vino sia stato invaso da una consistente presenza di imbroglioni, maghi, sciamani, senza preparazione scientifica che predicavano il naturalismo coatto che ha portato alcuni produttori a compiere scelte scellerate che si vedevano nei vigneti dopo uno o due anni. Per questo la necessità di mantenere la qualità attraverso la ricerca scientifica”. Si sofferma ad elencare le ambiziose sperimentazioni che il gruppo sta portando avanti come quelle sugli induttori di resistenza derivati da alghe marine per ridurre i trattamenti chimici; la creazione di portainnesti resistenti alla siccità ed al calcare e di vitigni resistenti alle malattie; nuove tecniche di appassimento, lo studio sulla fertilità dei terreni, la zonazione mirata alla viticoltura di precisione e anche una piattaforma per la raccolta di tutti i dati utili per mappare le condizioni del vigneto.

• Attilio Scienza, docente e ricercatore di viticoltura all’Università di Milano è entrato nel dettaglio scientifico. Il suo intervento si è basato su tre concetti: sostenibilità, sperimentazione e biodiversità. Si dovrà sviluppare una viticoltura che si prolunghi nel tempo, che tenga conto dell’ambiente e si basi sull’etica. Una viticoltura resiliente che ha come simbolo lo straordinario albero di Kalaloch e che porta a utilizzare sempre meno le risorse esterne; in questi anni abbiamo abusato delle conoscenza chimiche e adesso dobbiamo tornare indietro. Quindi maggiore rispetto per l’ambiente, riduzione dell’uso di fitofarmaci, contenimento dei costi, maggiore attenzione alla salute degli operatori e dei consumatori. Inoltre dovrà tenere conto dei cambiamenti climatici, della delocalizzazione della viticoltura, del crollo dei consumi in Europa e dell'invecchiamento cellulare dei portainnesti: dei 39 disponibili ne vengono usati sono 6. Fondamentale poi la conoscenza del suolo, grande ricchezza in termine di continuità, uno scrigno non rinnovabile che custodisce il segreto della vita ed indicatore di biodiversità senza tralasciare il ruolo operato dalle radici, vero cervello della pianta. Continua la sua relazione parlando di un cambio di paradigma della viticoltura con l’utilizzo di una tecnica della medicina umana, la correzione del genoma (genome editing), che va annoverata tra le nuove tecniche di allevamento delle piante ed anche della cisgenetica , vale a dire la modifica di alcune basi di geni presenti nella stessa specie. E’ quindi possibile far diventare i nostri vitigni resistenti a oidio e peronospora e dare, di conseguenza, un’offerta di vino prodotto senza trattamento fitosanitario.

• A concludere la prima parte del convegno il prof. Fabio Mencarelli, docente di enologia all'Università di Viterbo, che si è soffermato in particolare su due sperimentazioni. "Una riguarda i vitigni dell'Amarone: la defoliazione in campo e l'appassimento differenziato delle uve. L'altra riguarda la gestione della temperatura della macerazione delle uve dopo la raccolta e prima della vinificazione”. Il responsabile tecnico di Terre Cortesi Moncaro delle Marche ha illustrato le loro sperimentazioni sulla riduzione dei trattamenti in vigna, azione pianificata da qualche anno in un vigneto di Verdicchio condotta in una annata impegnativa come il 2014 per contrastare le malattie fungine utilizzando l’ossigeno iperattivo.

• La seconda parte del forum ha sviluppato il tema della comunicazione della ricerca con l’intervento di Floriano Zambon, presidente delle Città del vino e sindaco di Valdobbiadene, Capitale della Cultura Enologica Europea 2016, “tutti i risultati della ricerca devono venire trasmessi utilizzando tutti i canali disponibili, da quelli tradizionali ai social network, soprattutto quelli della rete dei comuni che fanno parte delle città del vino. Importante aspetto oltre la qualità del prodotto, anche l’ambiente”.

• Per Fabrizio Carrera, direttore di Cronache di gusto, il mondo del vino deve fare attenzione all’autoreferenzialità che rende poco credibile il senso che si vuole comunicare. Un linguaggio più attento in grado di sfruttare i nuovi strumenti con un invito ad utilizzare lo storytelling.

• A seguito di una serie di articoli per approfondire il concetto di sostenibilità è nato il Forum per la Sostenibilità Ambientale del Vino che ha coinvolto molti esperti della comunità tecnico-scientifica, oltre 1000 aziende vitivinicole e 15 programmi nazionali per lo sviluppo sostenibile del vino.

Piera Genta
Coordinatrice Piemonte Vinibuoni d’Italia