Fvg i territori del gusto/4
San Daniele è la capitale del persùt (prosciutto), produzione che affonda le sue radici nella storia. I Celti cominciarono a impiegare il sale per conservare le carni del maiale; poi fu la volta dei Romani, che colonizzarono il Friuli Venezia Giulia fin dal II secolo a.C. Il crudo di San Daniele fu apprezzato dai Patriarchi
San Daniele è la capitale del persùt (prosciutto), produzione che affonda le sue radici nella storia. I Celti cominciarono a impiegare il sale per conservare le carni del maiale; poi fu la volta dei Romani, che colonizzarono il Friuli Venezia Giulia fin dal II secolo a.C.
Il crudo di San Daniele fu apprezzato dai Patriarchi d’Aquileia e dai Dogi della Serenissima, prima di approdare sulla tavola di Gabriele d’Annunzio e di varie teste coronate del vecchio continente. Oggi il Prosciutto di San Daniele è ricercato dai gourmet di tutto il mondo.
Nel 1980 si lavoravano solo 350.000 cosce, oggi circa 2.750.000, un quinto delle quali destinate ai mercati esteri. La bontà del Prosciutto di San Daniele è legata al clima, ma anche alla qualità delle materie prime: cosce di suini italiani e sale marino, nient’altro.
San Daniele può essere il punto di partenza e di arrivo della Strada dei Castelli, un percorso di quasi cento chilometri articolato tra colline, manieri e botteghe per gourmet.
Imboccando la strada panoramica per Fagagna due obelischi suggeriscono una deviazione a destra per raggiungere il castello di Arcano Superiore. La prima edificazione risale al XIII secolo. Il castello fu più volte distrutto e poi ricostruito, mantenendo l’originale fisionomia medievale ed è tuttora abitato. Pochi chilometri separano il maniero dall’Oasi Naturalistica dei Quadris a Fagagna.
L’area si trova a nord dell’abitato di Fagagna, un borgo conosciuto e apprezzato dai buongustai: qui infatti si può acquistare il formaggio di Fagagna Dop. Di questo formaggio esistono tre varietà: il fresco dal sapore più delicato, il mezzano dal sapore deciso e il vecchio decisamente più piccante invecchiato per un anno, da provare assolutamente con un calice di Picolit.
Uno dei castelli medievali più interessanti e ben conservati della regione si trova a Villalta. La sua storia ci riporta alle aspre battaglie volute dai feudatari e alla leggenda dell’affascinante Ginevra Strassoldo che, rapita da Federico di Cucagna, si trasformò in statua pur di non subire violenza.
A rivestire il ruolo più importante nell’antichità era il castello di Colloredo di Monte Albano. Nell’Ottocento fu abitato da Ippolito Nievo, nel periodo in cui compose le “Confessioni di un Italiano”.
Riprendendo verso nord si arriva a Osoppo; nei pressi del comune si risale alla celebre Fortezza dichiarata Monumento Nazionale nel 1923. Imboccata la strada per San Daniele si arriva a Susans con l’omonimo castello, caratterizzato da quattro poderose torri, oggi organizzate in appartamenti a uso foresteria.
Visite di sicuro interesse sono quelle che si possono effettuare presso la Riserva Naturale del Lago di Cornino dalle acque di colore verdazzurro, localizzato a ridosso del greto del Tagliamento, in un’area carsica dal paesaggio aspro e selvaggio. La temperatura del lago, costante durante tutto l’arco dell’anno, permette la sopravvivenza di particolari specie di fauna e flora acquatica.
La riserva, per le sue caratteristiche, è stata scelta per la reintroduzione del grifone. La presenza della colonia dei grifoni ha attirato nell’area altri uccelli come le cicogne bianche e nere e altri grifoni che giungono in estate dai Balcani e dal Quarnero. Nella zona si possono inoltre osservare numerosi rapaci come il capovaccaio, il nibbio reale, la poiana, il gheppio e lo sparviero.