I viticoltori siciliani confermano: "Uniti si vince"!
La Sicilia è un'isola dal punto di vista geografico, ma se la osserviamo da una prospettiva enologica è un vero e proprio continente del vino. E' quanto evidenziato nel corso della presentazione regionale della guida Vinibuoni d'Italia Touring, avvenuta a Marsala lo scorso 18 marzo. All'evento, ospitato dalla storica Enoteca della Strada del Vino di
La Sicilia è un'isola dal punto di vista geografico, ma se la osserviamo da una prospettiva enologica è un vero e proprio continente del vino. E' quanto evidenziato nel corso della presentazione regionale della guida Vinibuoni d'Italia Touring, avvenuta a Marsala lo scorso 18 marzo. All'evento, ospitato dalla storica Enoteca della Strada del Vino di Marsala (con il presidente Salvatore Lombardo a fare gli onori di casa), hanno partecipato i presidenti di Assovini Sicilia (Francesco Ferreri, contitolare dell'azienda Valle dell'Acate), del Consorzio Doc Sicilia (Antonio Rallo, titolare di Donnafugata), Mario Busso (curatore della guida) e Umberto Gambino (coordinatore per la Sicilia). Moderatrice della conferenza, Rosa Rubino, direttore della storica rivista marsalese "Il Vomere".
E' un continente enologico, la Sicilia, perché i territori e i vini che vi hanno origine sono assai differenti da una zona all'altra. C'è tanta variabilità perché terreni e territori sono diversi: sabbiosi e calcarei, minerali e vulcanici, salini e gessosi. Climi e microclimi differenti che portano ad ottenere vini profumati e fini, concentrati e morbidi, non più alcolici come un tempo, anzi decisamente più eleganti. Si passa dai 40-45 gradi centigradi estivi dell'estremo Sud, Sud-Est dell'isola fino a temperature invernali prettamente alpine come quelle dell'Etna. Ogni zona, ogni territorio ha le proprie caratteristiche pedoclimatiche diverse, senza mai dimenticare l'influsso benefico del mare, quasi sempre vicino alle vigne in linea d'aria.
La Sicilia è anche l'unica "regione-isola" del nostro Paese con tante altre piccole isole intorno con i loro vini. E che vini! Nulla sembra impossibile per i vignaioli siciliani, autentici sperimentatori: si è tornati a coltivare l'uva, dopo decenni, sull'isola di Favignana; si coltiva la vite nelle isole Elie, non più solo a Salina, patria della Malvasia delle Lipari, ma anche a Lipari, Vulcano, Filicudi e Panarea. E poi c'è ovviamente Pantelleria, con il suo Zibibbo e il famoso Passito.
E' stato sottolineato il presente e il futuro del Marsala, vino storico e illustre che non deve essere più considerato la brutta copia del Porto e del Madera. Sono state perciò avanzate alcune proposte per valorizzare quello che è il vino liquoroso più famoso d'Italia. Lo si dovrebbe pensare non più e non solo come vino da dessert, ma presentato anche come vino da aperitivo, da proporre ai giovani o nelle enoteche (a cominciare da tutte quelle siciliane), oppure nella gastronomia tipica, coinvolgendo una squadra di cuochi dell'isola, che potrebbero studiare piatti adatti non solo all'abbinamento con il Marsala nelle sue diverse tipologie, ma anche per un effettivo utilizzo del vino dentro le pietanze. Si potrebbe organizzare un concorso enogastronomico per premiare le migliori ricette a base di Marsala, valorizzando anche il turismo del vino, nelle cantine storiche e nel territorio, in modo più organico e organizzato, prendendo come esempio virtuoso il territorio portoghese del Douro.
La Sicilia è la regione dei primati in quanto anche ad organizzazione dei viticoltori. E' per esempio l'unica regione in cui c'è una Doc regionale importante, non di "ricaduta", creata appositamente per connotare l'aderenza vino-territorio, aiutando a far meglio conoscere i vini soprattutto sui mercati esteri. Come funziona? I produttori possono aggiungere in etichetta la terminologia "Doc Sicilia" ad un vino che è già Doc Menfi o Doc Mamertino ( o qualunque altra delle 22 Doc isolane, eccetto la Doc Etna) per meglio rafforzare l'informazione sulla provenienza di quel vino.
E' stato rafforzato il "brand" Sicilia. Un maxi-investimento promozionale negli Stati Uniti, di 1,6 milioni di euro, è stato confermato per il 2016 dal Consorzio Doc Sicilia. Sarà finalizzato a rafforzare il "brand" dei vini siciliani oltreoceano, rivolgendosi in particolari ai cosiddetti Millennials, cioè i consumatori nati tra l'inizio degli anni '80 e gli anni '90.
Dal canto suo, Assovini Sicilia (che raggruppa 72 aziende dell'isola rappresentative dell'80% della produzione) ha confermato il suo impegno nell'attività di promozione con l'organizzazione di Sicilia en primeur, dell'evento itinerante di presentazione alla stampa estera e nazionale delle anteprime dei vini siciliani, giunto alla sua 13esima edizione: si svolgerà il prossimo 22-23 aprile al Verdura Resort di Sciacca (AG).
Sarà, come sempre, questo il "biglietto da visita", di classe ed eleganza, dei vini siciliani. Una conferma che i produttori dell'isola chiamata anticamente Trinacria, sono un esempio vincente per tutto il resto d'Italia: perché camminano sempre uniti e sanno attuare bene il "gioco di squadra", senza inutili gelosie fra vicini che producono gli stessi vini. Per andare avanti e farsi conoscere bene, tutti insieme!
All'evento di Marsala sono stati poi consegnati i diplomi di Corona, Golden Star e Corona del Pubblico a molti produttori presenti. A conclusione della serata, appassionati e ospiti hanno potuto partecipare ad una degustazione dei vini premiati, accompagnata dalle prelibatezze gastronomiche siciliane.
di Umberto Gambino