Le commissioni del Piemonte in visita nel Roero
Complice un tardo pomeriggio dai colori tersi rinfrescato da una lieve brezza, alcuni dei membri delle commissioni che stanno degustando i vini del Piemonte presso la redazione della guida a Canale, si sono spinti alla scoperta del Roero. L’appassionato e colto racconto di Giuseppe Negro, giovane rampollo dell’omonima famiglia e della cantina Negro Angelo e
Complice un tardo pomeriggio dai colori tersi rinfrescato da una lieve brezza, alcuni dei membri delle commissioni che stanno degustando i vini del Piemonte presso la redazione della guida a Canale, si sono spinti alla scoperta del Roero. L’appassionato e colto racconto di Giuseppe Negro, giovane rampollo dell’omonima famiglia e della cantina Negro Angelo e Figli che con i suoi vini ha dato lustro in questi anni alla sinistra Tanaro, ha incuriosito i degustatori che provenienti dalla Lombardia e dal Friuli hanno apprezzato questa landa di territorio dove la vite s’incunea nei boschi secolari, intercalandosi con i frutteti, le serre luccicanti come le onde del mare a protezione delle fragole e i campi di frumento fluttuanti nel fondovalle.
Lo spettacolo dei vigneti sotto la luce radente del sole disegnava il paesaggio in giochi di colori contrastanti e decisi e ogni curva della strada che dalla cantina Negro saliva verso il paese di Monteu Roero, dominato dal quattrocentesco castello, oggi proprietà della distilleria Berta, riservava scorci nuovi e suggestivi fino alla scoperta delle Rocche. Da Cisterna a Pocapaglia nelle Rocche ci si imbatte in un territorio unico fatto di borghi arroccati sui crinali delle colline, una flora unica composta da microclimi secchi che convivono accanto ad altri estremamente umidi. L'Ecomuseo delle Rocche del Roero riunisce in un unico museo a cielo aperto un territorio da scoprire attraverso trekking guidati su oltre 100 km di sentieri adatti anche alla mountain-bike, "bio pic-nic" in piccoli fabbricati tipici, visite in cantina e tanto altro.
La sorpresa proprio a Monteu, in frazione San Grato, dove Giuseppe, insinuandosi con il pulmino in una tortuosa stradina immersa nei boschi, ha portato i coordinatori della guida a godersi lo spettacolo di un esemplare di castagno, considerato il più antico d’Europa.