I dieci anni del Teroldego Gran Masetto

Oramai è diventata un’abitudine. Non c’è Merano Wine Festival senza passare, all’andata o al ritorno, a salutare e abbracciare la famiglia Endrici titolari della Cantina Eindrizzi. Paolo, Christine, Daniele e Lisa-Maria Endrici hanno il sorriso della gente per bene, sincera. Ti fanno sentire a casa, in famiglia. Anche quest’anno hanno voluto accogliere attorno a loro

Oramai è diventata un’abitudine. Non c’è Merano Wine Festival senza passare, all’andata o al ritorno, a salutare e abbracciare la famiglia Endrici titolari della Cantina Eindrizzi. Paolo, Christine, Daniele e Lisa-Maria Endrici hanno il sorriso della gente per bene, sincera. Ti fanno sentire a casa, in famiglia.
Anche quest’anno hanno voluto accogliere attorno a loro amici, giornalisti, sommelier, clienti per festeggiare la decima uscita del loro vino di punta. Il Teroldego Gran Masetto. Masetto è il toponimo di un terreno di 30 ettari acquistato nel 1894 dagli avi di Palo e da cui è partita tutta la storia di questa memorabile azienda. Il Teroldego Rotaliano, ci spiega Vito Piffer l’enologo della cantina, è il vitigno rosso di riferimento per il Trentino, ha una maturazione precoce ma non è adatto a fare un vino di grande potenza. E allora, che si fa se si desidera creare un vino strutturato rosso trentino che possa essere apprezzato anche dai mercati esteri? Si raccolgono le uve surmature fino al limite delle condizioni climatiche, basta una pioggia e si rovina tutto, il signorino ha una buccia sottile. Poi continuare la maturazione,specialmente dei vinaccioli e dei polifenoli, in cella a circa 8 gradi. Così facendo il colore non degrada, rimane integro e il succo regala tutto il suo potenziale per avere un vino ricco e sontuoso.
Una degustazione di Gran Masetto, magistralmente guidata da Alessandro Scorsone, memorabile che rimarrà impressa indelebilmente nella memoria dei fortunati presenti. Sei produzioni, 2010 – 2009 – 2007 -2006 – 2005 – 2012, che ci hanno raccontato, ogniuna in modo diverso, perfettamente l’annata. Quella che mi ha donato più emozioni? La 2007. C’è stato caldo, secco, una maturazione precoce. La surmaturazione avvenuta solo in vigna. Che colore perfetto, impenetrabile. Che naso complesso ed elegante con sentori di ciliegia appena raccolta, cacao, pietra bagnata, caminetto pulito, spezie piccanti, giglio di campo. Bocca piena ma non invadente. Morbido ma nello stesso tempo di gran corpo. Signorile, elegante, lunghissimo. Sembra una di quelle belle donne rotonde, sorridenti, attorniate da fiori e grappoli d’uva che ritraeva Alphonse Mucha, immenso pittore Ceco e massima espressione dell’Art Nouveau, nei suoi quadri.
Endrizzi ha infine orgogliosamente affidato la preparazione e servizio del pranzo alla Scuola
Alberghiera di Rovereto, nel segno dell’amore che l’azienda nutre per il Trentino, facendo il tifo
anche i per i giovani talenti della sua terra. I 25 ragazzi del 4° anno sala e cucina hanno
ideato insieme al coordinatore Prof. Antonio Garofolin il menu abbinato ai Trentodoc di Endrizzi
(Piancastello Riserva, Piancastello Rosé e Masetto Privé) nonché al Masetto Dulcis sotto l’attenta
guida dei loro insegnanti di cucina chef Michele Bavuso e di sala maître Pasquale Cimmino.
Liliana Savioli

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