Fvg i territori del gusto/11
Trieste è anche Olio Tergeste Dop. Introdotta con tutta probabilità dai Fenici o dai Greci nel Golfo di Trieste, l’olivicoltura ebbe poi un’ampia diffusione sotto la dominazione romana. Tale coltura è resa possibile dall’azione mitigante del Mare Adriatico e dalla presenza delle Alpi che mettono al riparo l’intera zona dai venti freddi del Nord. Svariate
Trieste è anche Olio Tergeste Dop. Introdotta con tutta probabilità dai Fenici o dai Greci nel Golfo di Trieste, l’olivicoltura ebbe poi un’ampia diffusione sotto la dominazione romana. Tale coltura è resa possibile dall’azione mitigante del Mare Adriatico e dalla presenza delle Alpi che mettono al riparo l’intera zona dai venti freddi del Nord.
Svariate vicissitudini hanno poi determinato il progressivo abbandono dell’ulivo; un patrimonio culturale, storico e gastronomico che sarebbe andato perduto per sempre se, una ventina d'anni fa, non fosse partito il rilancio di questa coltivazione. A guidare la rinascita, si sa, è stata San Dorligo della Valle-Dolina a Trieste, nella Venezia Giulia, tanto che ora può fregiarsi dell'importante marchio "Tergeste Dop". L’Olio Extravergine di Oliva Tergeste Dop – che trae la sua denominazione dall’antico toponimo di Trieste, Tergeste appunto, si presenta di colore verde dorato; il profumo è fruttato, con ricordi di mandorla; il sapore è intenso, ben pronunciato, con note penetranti quasi piccanti. È prodotto con olive raccolte direttamente dalla pianta, pulite e molite entro tre giorni dalla raccolta, controllando accuratamente la temperatura per evitare che l’olio assuma sapori e odori sgradevoli. Solo quello derivante dalla prima spremitura, il più ricco di profumi e aromi, viene commercializzato con la menzione Dop.
Ora altre terre del Friuli sfoggiano con orgoglio le verdi chiome degli ulivi. Un rilancio firmato anche dall'Ersa che negli anni '90 ha messo in essere un piano pilota finalizzato ad individuare i siti più consoni alla coltivazione e le cultivar idonee ad essere impiantate quali, principalmente, le varietà Bianchera (autoctona), Leccino, Pendolino, Moraiolo e Maurino (umbro-toscane), le gardesane Casaliva, Grignan e Favarol ed alcune tipiche della regione (la Gentile di Rosazzo, la Buka, il Leccio del Corno e la Carbona) ricavate da antiche piante madri. Praticamente tutto il Friuli Venezia Giulia può ospitare ulivi ad eccezione del Carso triestino (troppo ventilato e freddo), del Vallone di Gorizia e del comprensorio di Maniago. Le zone più vocate, oltre San Dorligo a Trieste, sono le Valli del Pordenonese, Aviano, i Colli Orientali del Friuli e San Daniele.