Undici le Uga del Chianti classico
Fin dal suo nascere Vinibuoni d’Italia, nel valutare i vini da vitigni autoctoni, ha dato forza alla stretta correlazione che intercorre tra il vitigno e il territorio, perchè unitamente alla professionalità e allo stile produttivo dell’uomo è il territorio che da sempre esprime al meglio l’anima di un vino. L’esperienza maturata in questi ultimi anni durante
Fin dal suo nascere Vinibuoni d’Italia, nel valutare i vini da vitigni autoctoni, ha dato forza alla stretta correlazione che intercorre tra il vitigno e il territorio, perchè unitamente alla professionalità e allo stile produttivo dell’uomo è il territorio che da sempre esprime al meglio l’anima di un vino. L’esperienza maturata in questi ultimi anni durante i vari eventi che la guida promuove, evidenza che ci sono sempre più appassionati wine lovers che chiedono di parlare del territorio, dei terreni, dell’altitudine dei vigneti, dell’esposizione, e sempre meno persone che sono interessate a quanto legno fa il vino o alle fredde tecniche enologiche. La curiosità è sempre più sul territorio da cui nasce quel vino. E’ partendo da questi presupposti che il Consorzio Vino Chianti ha scelto di mettere in evidenza il territorio in etichetta indicando (con chiara evidenza) il nome del borgo o del villaggio. Merito del progetto UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) che punta alla suddivisione del territorio di produzione in aree più ristrette o comunque espressione di una maggiore omogeneità.
Così San Casciano, Montefioralle, Panzano, San Donato in Poggio, Castellina, Vagliagli, Greve, Lamole, Radda, Gaiole e Castelnuovo Berardenga, sono le nuove menzioni che, individuate secondo il criterio principale dell’omogeneità dei suoli e del microclima, ma anche della giacitura dei vigneti, per esempio, oltre che secondo “fattori umani” come la storia culturale, le tradizioni locali e lo spirito di comunità, racconteranno ancora di più il legame tra il vino ed il luogo in cui nasce.
Il progetto ha l’obiettivo di rafforzare la comunicazione del binomio vino-territorio e di aumentare la qualità in termini di identità e territorialità. Per questo progetto si è tenuto conto del terroir e della nascita nel corso degli anni di associazioni che riuniscono i produttori delle sottozone. In questa fase, le Unità Geografiche Aggiuntive sono applicate alla sola tipologia Chianti Gran Selezione, con la disponibilità e l’apertura all’utilizzo anche per il Chianti Classico e la Riserva nel giro di pochi anni. La Gran Selezione è già un cru, ma le Uga sono un ottimo, nuovo capitolo, che dal Chianti Classico, potrà migrare verso altre denominazioni toscane come quella del Vino Nobile di Montepulciano. L’etichetta del vino Chianti Classico, dunque, oltre al celebre simbolo del Gallo Nero avrà ora anche questa particolarità in più. Un dettaglio che aiuterà il consumatore a legare quel vino a un territorio ben specifico e che, al contempo, permetterà ad ogni zona di diversificarsi per quelle specificità che la rendono, a suo modo, unica.